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David Bowie e Berlino rivivono nel film di Duncan Jones

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Ci sarà molto di David Bowie, nella Berlino che, tra pochi giorni, vedremo in Mute. E sarà un po’ come chiudere il cerchio, per il regista Duncan Jones, figlio di Mary Angela Barnett e del Duco Bianco che, alla sua nascita, nel 1971, gli dedicò un brano, Kooks, contenuto in Hunky Dory.

La pellicola sarà distribuita su Netflix dal 23 febbraio e avrebbe potuto essere anche più intimista, se il regista si fosse attenuto alla prima stesura del copione, mostrata al padre quindici anni fa. 
 
Ambientato nella Berlino del 2052, Mute – considerato da molti una sorta di sequel di Moon, il film del 2009 con Sam Rockwell – racconta la storia di un barista muto, impersonato da Alexander Skarsgård, che si mette alla ricerca della sua compagna, scomparsa in circostanze misteriose. Seguendo il protagonista, avremo modo di esplorare gli anfratti più reconditi di una città decadente e luminosa, che richiama non solo i luoghi topici del genere, dalla Neo Tokio di Akira alla Los Angeles di Blade Runner, ma anche la Berlino anni ’70, la cui atmosfera è indissolubilmente legata all'icona David Bowie, come spiegato dallo stesso Jones.
 
«Ho fatto un film che era un po’ scomodo e inaspettato e più oscuro di quanto la gente si potesse aspettare. Ero nervoso mentre lo facevo. Ma nervoso in un modo positivo», ha commentato il regista.
 
 
 

— Onda Musicale

Tags: David Bowie/Berlino/Netflix
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