Cultura ed eventi

Al “Fausto Melotti” di Rovereto un’installazione teatrale virtuale

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Si arricchisce di un nuovo evento la programmazione del Centro Servizi Culturali S. Chiara all'Auditorium “Fausto Melotti” di Rovereto.

Da venerdì 26 febbraio a domenica 20 marzo 2016 lo spazio espositivo attiguo alla sala di Corso Bettini ospiterà un'installazione teatrale realizzata con figure virtuali da Franco Maurina che giovedì 18 febbraio , nel corso dell’incontro svoltosi nell’ambito di Cultura Informa, ha illustrato il suo progetto artistico. Presenti il direttore del Centro S. Chiara, Francesco Nardelli, e il poeta Franco Stelzer, autore della parte testuale dello spettacolo.

“Il progetto si inserisce nello spazio Melotti, all’interno del polo culturale del Mart – ha esordito Nardelli – per realizzare una comunione di intenti attorno a luogo vocato alla contemporaneità e modernità. L’intenzione è di sfruttare al massimo la disponibilità di questi spazi per ospitare progetti che, per la loro stessa concezione, sono interdisciplinari. Tutto nasce da un’intuizione di Maurina, artista trentino che espone nelle gallerie più blasonate d’Europa, che a Trento non trova la stessa visibilità. Sarà un’esperienza immersiva, l’echeggiare di mondi del fantastico, qualcosa di ricostruito che sembra reale al punto da sorprendere. Un contesto onirico di suoni e testi che permetterà allo spettatore di approdare in un mondo che è un ‘guscio’ – conclude”.

L'installazione teatrale, della durata di 22 minuti, propone una prospettiva interdisciplinare. Si tratta di una performance totalmente automatica, pensata per un numero limitato di spettatori (al massimo 15 per ciascuna rappresentazione) e prodotta da Frame Theatre e dal Centro Servizi Culturali S. Chiara.

 “L’occhiale 3D – interviene Maurina – rappresenta una sconfitta, non si è mai davvero in un mondo a tre dimensioni. Qui, invece, si è subito in teatro. Lo spettatore, accolto in una sala immersa nel buio, avrà l'impressione di assistere a una rappresentazione dalla balconata di un grande teatro. La scena, in apparenza lontana, comincerà a farsi concreta. Ed ecco che, improvvisamente, come per magia, uno dei personaggi si materializzerà”.

Vorrei è la parola cui si è ispirato Stelzer per il testo. “Maurina propone degli spunti minimi, e con lo spettacolo conduce in una sorta di bolla liquida, come se i confini della sala venissero dilatati in una nuova dimensione – spiega -. L’oscurità del guscio è strettamente funzionale al risultato. Il monito è di affrontarla, e andare oltre”.

Sul tema dell’ “oscurità” torna Nardelli in chiusura, facendo notare che non va vista come “elemento preoccupante, ma come tramite per le emozioni. L’oscurità del guscio viene rappresentato tutti i giorni, eccetto il lunedì, alle 18.30 e alle 19.30. La scelta di tali orari non è casuale: abbiamo terminato la nostra giornata lavorativa e lo spettacolo è il nostro aperitivo, un intermezzo ad altre attività.  Perché vedere lo spettacolo? Chi partecipa ne esce cambiato – conclude il direttore”.

 

Le azioni sceniche, che saranno riprodotte con tecnica virtuale, sono interpretate dai danzatori Barbara Geiger e Franco Reffo della Compagnia Nut di Milano e la componente testuale è costituita da una poesia di Franco Stelzer recitata da Sofia MaurinaBarbara Bertoldi, che ha realizzato le registrazioni musicali al violoncello, presta anche la voce nel canto. Mirko Bonelli ha curato il disegno delle luci, Christian Marchil'ambientazione sonora e Marco Comuzzi la grafica.

— Onda Musicale

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