Musica

I cinque videoclip da vedere (almeno una volta nella vita)

|

Quante volte guardiamo i videoclip dei nostri artisti preferiti su YouTube? Quante in televisione? E quanto speravamo che passassero proprio quei video mentre eravamo sintonizzati? Figuriamoci poi se erano video un po’ più ‘datati’, la cosa poteva farsi piuttosto snervante.

A parte questi ‘inconveniente tecnici’ oggi è sempre più facile guardare diversi videoclip al giorno e, grazie al web, è tutto a portata di clic! Da quelli più recenti, che possiamo vedere anche entro poche ore dall’upload, a quelli più vecchi e di cui, magari, ignoravamo anche l’esistenza.

Naturalmente rimane sempre un grande piacere poter guardare le nostre canzoni preferite “prendere forma” davanti a noi traducendosi in sequenze di immagini.

Ancora più naturalmente di video belli, e di altrettante classifiche, ce ne sono a secchiate e queste righe non vogliono assolutamente imporsi come una verità assoluta o un dogma, diciamo che è un mio suggerimento per chi non conoscesse questi video ed un reminder per quelli che li hanno sempre amati.

Pink Floyd – High Hopes: definita dallo stesso batterista Nick Mason come “una delle dieci migliori canzoni dei Pink Floyd di tutti i tempi” High Hopes – Keep Talking è un brano tratto da The Division Bell” del 1994 scritto da David Gilmour e da Polly Samson (moglie e scrittrice dell’artista britannico).

Il pezzo, ricordiamo l’iconico inizio scandito dalle campane della divisione, affronta la tematica della perdita e del ritrovamento della felicità e della serenità dell’uomo. Inoltre, sia da un punto vista prettamente musicale che visivo, è veramente una canzone “imponente” che sembra quasi schiacciare l’ascoltatore per la sua carica emotiva.

In mezzo ad un paesaggio bucolico troviamo un uomo che, fuori dalla sua macchina, assiste ad un curioso spettacolo di strani individui che corrono, altri che trasportano in spalla le già citate campane, enormi bandiere oppure grandi palloni bianchi. Il tutto mentre una marcia di altri uomini altissimi passa silenziosa ed un fiume di chitarre scorre sottovoce.

Un altro elemento decisamente interessante è l’apparizione di un’enorme effige di pietra raffigurante il volto dell’amico e fondatore della band Syd Barrett, ormai perduto da anni nel vortice delle droghe e dell’instabilità mentale, una sorta di “presenza” che i Floyd avevano cercato di esorcizzare con Wish You Were Here.

Missione compiuta, peccato che appena il disco fu pronto, correva l’anno 1975, lo stesso Barrett apparve nello studio ormai irriconoscibile, mezzo calvo, sovrappeso e senza sopracciglia, destando emozioni forti in ognuno dei Floyd.

A parte questa piccoli parentesi barrettiana, ricordiamo che nel testo, poco prima dello stupendo assolo di un ispiratissimo Gilmour, compare la frase The Endless River” che darà il nome alla raccolta di brani uscita nel 2014 come tributo al compianto Richard Wright (1943 – 2008)

Guns N’ Roses – November Rain: non credo che servano molte presentazioni a questo classicone firmato Guns N’ Roses e contenuto in quel gran bell’album che è Use Your Illusion Ie contenente altri bei pezzi come “Don’t Cry”, “The Garden”, “Garden of Eden”, “Dead Horse”e “Live and Let Die” (cover di un pezzo scritto da Paul McCartney per i suoi Wings).

Praticamente è un piccolo film di circa nove minuti, ben di meno rispetto agli iniziali 25 previsti in principio, basato sul racconto dell’amico scrittore di Axl Rose, tale Del James, che parla della spirale di negatività tipica della fine di una relazione sentimentale con tanto di tragedia finale.

Il videoclip, ne abbiamo parlato più approfonditamente qui, vede dunque un matrimonio tra Axl e la sua ragazza dell’epoca, l’attrice e modella Stephanie Seymour, ma il testimone Slash è decisamente il più scazzato di tutta la combriccola.

Dopo aver dato gli anelli, prontamente ricordategli dal bassista Duff McKagan, il chitarrista esce dalla chiesa e spara un assolo dei suoi! La scena, citata anche negli irriverenti Beavis & Butt – Head, pare che sia accaduta davvero.

Slash infatti era decisamente stanco delle prove e delle riprese ed ha deciso di uscire. Per rimediare al tutto si è deciso di lasciargli giustamente il suo spazio nonostante il leggero cambio di set, se guardate bene la chiesa ed i vestiti non sono proprio gli stessi.

Michael Jackson – Thriller: poteva mancare il video dell’artista che ha definito il concetto stesso di videoclip, anzi dei cortometraggi come li chiamava lui? Perdonate la banalità, ma direi che non doveva assolutamente mancare!

Tratto dall’omonimo, ed ultravenduto, album del 1982 il video comincia con un’ambientazione anni ’50 dove Michael e la sua ragazza, l’attrice e modella Ola Ray, girano per il bosco quando la luna piena trasforma il ragazzo in un feroce lupo mannaro.

E a questo punto che … sorpresa! Era un film, Jackson infatti s’ispirò al film Un lupo mannaro americano a Londra” di John Landis che ha poi diretto il video, e la coppia è in un cinema durante gli anni ’80.

Dopo la paura iniziale i due escono per una passeggiata notturna, qui Michael veste la sua giacca rossa di pelle e comincia a ballare, fino a quando non arrivano davanti ad un cimitero ed è qui che la lugubre voce di Vincent Price fa da sottofondo alla resurrezione degli zombie dalle loro tombe.

Attimi di puro terrore, soprattutto ora che Michael è diventato uno di loro, e poi si ricomincia a ballare con una delle coreografie più inquietanti e coinvolgenti di sempre eseguita anche da un gruppo di prigionieri per onorare il Re del Pop poco dopo la sua morte (25 giugno 2009).

Genesis – Land of Confusion: è il 1986 e gli albionici Genesis, ora nella formazione a tre con Phil Collins, Tony Banks e Mike Rutherford, sono alle prese con il successo commerciale di Invisible Touch” famoso per la sua title track, “In Too Deep” e così via.

L’album è decisamente molto più commerciale rispetto agli stilemi più classici della band, soprattutto durante il periodo con Peter Gabriel, il disco vendette milioni di copie nonostante la scontentezza dei fan.

Tra i brani spicca questa canzone, scritta da Rutherford e musicata dalla band, che parla di come l’umanità abbia distrutto il mondo che le è stato dato. Tra le urla ed i piedi che marciano ci si chiede sarcasticamente dove sia finito Superman.

La risposta è Ronald Reagan, in versione pupazzosa come tutto il resto del mondo affidato ai creatori del programma inglese Spitting Image, che corre per questa buia landa con addosso il costume del celebre supereroe.

Accanto a lui, oltre ai Genesis e la moglie, compaiono anche varie personalità come il Papa, Michael Jackson, Madonna, Benito Mussolini, Richard Nixon, Jimmy Carter e così via per un bizzarro collage di vip.

Tom Petty and the Heartbreakers – Into the Great Wide Open: chi non ha mai sognato di essere una rockstar? Sì, di quelle che sfornano sempre bei pezzi e che sono sempre sulla bocca di tutti per il loro stile di vita oltre i limiti!

Sesso, droga e rock ‘n’ roll recita il motto per eccellenza descritto nel disco omonimo del 1991. Qui il compianto Tom Petty, assieme a Jeff Lynne, scrive della nascita di una rockstar di nome Eddie Rebel (Johnny Depp) che, aiutato dalla bella e dolce fidanzata (Gabriella Anwar), comincia a strimpellare i primi accordi su una chitarra acustica fino a diventare una delle rockstar più discusse del periodo con tanto di tatuaggio in bella vista e giacca in pelle.

Tra eccessi e successi, il mondo di Eddie comincia a sfasciarsi a causa del suo egoismo e della manager (Faye Dunaway) ed a nulla servono le lacrime della sua ragazza. Tra i messaggeri di questa sventura c’è anche il roadie Bart, lo stesso Tom Petty, che gli fa vedere come i giornali ormai parlano solo della sua caduta. La vita dà, la vita toglie insomma.

 

— Onda Musicale

Tags: Wish You Were Here/Thriller/David Gilmour/Michael Jackson/Richard Wright/Guns N' Roses/The division bell/Paul McCartney/The Endless River/High Hopes/Nick Mason/Syd Barrett/Genesis/Tom Petty/Phil Collins/Slash/Peter Gabriel/Pink Floyd/Tony Banks
Segui la pagina Facebook di Onda Musicale
Leggi anche

Altri articoli