Musica

Acousticology 2018: tutta l’emozione della chitarra acustica e non solo

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La chitarra, come si sa, è un mondo incredibilmente vasto all'interno del quale ci si avventura sempre con un certo piacere misto ad un desiderio di continua scoperta.

Basti pensare alla chitarra classica, con i suoi maestri (Andrés Segovia, Ferdinando Carulli, Niccolò Paganini) ed i suoi delicati intarsi di note, e la chitarra elettrica, con i suoi innovatori e poeti (Jimi Hendrix, Eric Johnson, David Gilmour), ma non bisogna certo scordarsi della chitarra acustica.

Strumento senza il quale non sarebbe nato il blues, furono infatti gli schiavi africani in America a "riciclare" le chitarre classiche dei colonialisti spagnoli, il folk , con sommo rammarico di Bob Dylan, il bluegrass, il country e naturalmente il buon vecchio rock.

Strumento dal suono immediatamente riconoscibile e cristallino è l'ideale per i cantori ed i tessitori di trame musicali che l'hanno usata sia come accompagnamento per la voce che in versione solista con brani strumentali. Basti pensare alla precisione di Chet Atkins ed allo stile percussivo e ricco di armonici del "grande allievo" Tommy Emmanuel, (leggi la nostra intervista) ma per un grande nome non serve andare così lontano nel tempo e nello spazio perché è molto più vicino di quanto si creda.

Ciosi, all'anagrafe Federico Franciosi, è uno degli innovatori nostrani della chitarra acustica. Armato di bandana, capotasto, armonica a bocca, table neck (strumento a percussione che suona con i piedi) ed una voce calda ed avvolgente come le rive del Mississippi, porta l'ascoltatore in quell'America rurale dei racconti grazie ad un repertorio di classici blues, bluegrass e folk assieme a degli inediti da pelle d'oca.

Ancora fresco dal suo nuovo album, "The Big Sound", (leggi la nostra recensione) Ciosi trova la sua giusta dimensione nella rassegna teatrale e musicale di Acousticology 2018 per presentarlo assieme a Gianni Sabbioni (contrabbasso) e Massimo Tuzza (percussioni).

Ma naturalmente non si parla solo di chitarra. Anche al mandolino, altro caposaldo tra gli strumenti cordofoni, verrà dato il giusto spazio grazie a Carlo Aonzo detto anche "il Paganini del mandolino".

Non vi sarà solo musica napoletana come si potrebbe comunemente credere, ma anche musica classica, barocca, brasiliana, blues e bluegrass americano. Una tendenza in forte crescita che cavalca l'onda del ritorno delle orchestre mandolinistiche e la nascita dei nuovi talenti che escono dai conservatori.

Carlo Aonzo, dopo aver imparato il mandolino dal padre Giuseppe, si è diplomato al Conservatorio di Padova nel 1993 e non si è mai fermato suonando in festival, teatri ed orchestre di tutto il mondo esportando uno degli strumenti più tipici della nostra penisola.

Percorrendo la strada del virtuosismo al pari del grande maestro sardo Giuseppe Anedda, Aonzo è stato in grado di esportare la musica di questo strumento, spesso sottovalutato, in tutto il globo grazie anche ai suoi fantastici workshop, alle sue approfondite conferenze e soprattutto alla fondazione dell'Accademia Internazionale di Mandolino (2006) che dirige personalmente. In questo modo lo studio e la diffusione della cultura mandolinistica assume un carattere di continuità attraverso il tempo e le generazioni.

La serata sarà sempre all'insegna della musica con il duo bluegrass formato Luca Vincenzi (voce e mandolino) e Antonio Torello (contrabbasso) per poi passare alla danze con le splendide coreografie della ballerina Marina Ambroso.

L'appuntamento sarà dunque sabato 1° dicembre presso il Teatro Dante di San Pietro di Legnago alle ore 21.00. I biglietti (10,00 €) sono già disponibili in prevendita (a questo LINK) e tali rimarranno fino a venerdì 30 novembre.

 

   Stefano Leto

 

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Tags: Carlo Aonzo/Ciosi/Chitarra/David Gilmour/Tommy Emmanuel/Jimi Hendrix/Bob Dylan/Eric Johnson/Mississippi
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