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Come Marc Bolan inventò il Glam Rock

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Oggi compirebbe settantadue anni Marc Bolan, e se quell’assurdo schianto sulla Mini Minor guidata dalla moglie non se lo fosse portato via a 29 anni, probabilmente sarebbe uno di quei vecchi miti intoccabili. Proprio come l’amico e rivale di sempre, David Bowie.

Chissà se mentre la piccola utilitaria correva verso un albero a bordo strada, ormai senza controllo, Marc ebbe il tempo di pensare alla frase che aveva detto tanto tempo prima al suo produttore, Simon Napier-Bell; scherzando sulla sua indole da ribelle e sul suo terrore per le quattro ruote, Napier-Bell gli disse di stare attento a non fare la stessa fine di un altro ribelle, James Dean, e di non morire guidando una Porsche. Bolan, che era alto un metro e sessantadue, replicò che era troppo piccolo per una supercar e avrebbe preferito morire in una Mini.

Una coincidenza senza importanza, ovviamente; eppure Marc Bolan, Mark Feld per l’anagrafe, era un grande appassionato di magia, esoterismo e, soprattutto, fantasy. Si era innamorato dell’occulto quando – ancora giovanissimo – dopo una lunga serie di esperienze come modello, attore, musicista di strada, aveva vissuto in Francia dividendo per un po’ l’appartamento con un mago, a cui avrebbe dedicato The Magician. E proprio la vera ossessione che nutriva per Tolkien e per Il Signore degli Anelli influenzò tante scelte e tanti testi delle sue canzoni.

Il nome Tyrannosaur Rex che volle dare alla sua band, per dire, pare fosse dettato dal fatto che il più terribile dei dinosauri gli ricordasse i draghi tipici dei fantasy. Non dimentichiamo che all’epoca Tolkien, che ora è ingiustamente considerato patrimonio della destra più conservatrice, era uno dei più grandi feticci del mondo hippie, che l’aveva riscoperto a decenni dalla sua attività di scrittore. E dopo aver militato in varie band e i primi flop come solista, Bolan divenne inizialmente un idolo dei figli dei fiori; cosa questa che il cantautore e chitarrista cercò per anni di scrollarsi di dosso, mal sopportando gli eccessi e l’uso di sostanze tipiche del movimento. Lui non cercava lo sballo, ma non era nemmeno un purista dell’arte: Marc Bolan, più prosaicamente, voleva la celebrità. A farne le spese fu Steve Turner, batterista che animò inizialmente la band con la sua creatività e i suoi eccessi da rockstar. Dopo averlo obbligato a prendere lo pseudonimo di Steve Peregrin Took in omaggio – sorpresa – a un personaggio di Tolkien, Bolan lo fece fuori proprio a causa del suo approccio disinvolto all’uso di LSD e altre sostanze. Il momento era buono per il salto nella vera celebrità.

Ribattezzato il gruppo con un più agile T Rex e messi da parte gli strumenti acustici, Marc tornò ai suoi primi amori: lo stile da dandy elegante e la chitarra elettrica. Quasi per caso si presentò a Top Of The Pops, uno dei primi live dopo la svolta elettrica che – come era stato per Dylan – gli rese nemici i fan della prima ora, truccato con il glitter. Era nato il Glam Rock.

I ragazzini si presentavano ai concerti truccati come lui e altre band iniziavano a seguirlo su quella china, a partire da David Bowie che ne ripropose e ampliò le intuizioni. Da idolo degli hippie, Bolan divenne l’idolo dei teen ager. Poco male, la fama che da sempre cercava era arrivata.

Il suo mix musicale prevedeva un avvicinamento al pop fatto di voce carezzevole e suadente, qualche pezzo acustico – dove la vicinanza con certe cose che farà Bowie è davvero sorprendente – e ritmiche rock’n’roll irrorate da un filo di elettricità, ma sempre con un forte appeal melodico. T. Rex del 1970 serve a scaldare i motori in attesa di Electric Warrior, che rimane forse il capolavoro della band e di cui vi consigliamo caldamente la riscoperta. Forte dell’anthem immortale di Get It On, Electric Warrior spazia tra tutti i generi frequentati dal nostro, fino all’ossimoro del blues-glam di Lean Woman Blues, dove Marc dà fondo alla sua sottovalutata tecnica chitarristica, che fa da contraltare a una voce più carezzevole che mai.

Da qui iniziano i grandi successi che saranno purtroppo l’anticamera della caduta. Già, perché la celebrità non fa bene all’ego già ben sviluppato di Bolan: gli eccessi che appena pochi anni prima rifuggeva lo fanno precipitare. Tra dischi di successo, progetti pretenziosi che non vedranno mai la luce – il concept fantasy Rarn, che prevedeva anche un film – dipendenza dalla cocaina e rivalità per forza di cose perdenti (quella con Bowie), il musicista vive la sua personale discesa agli inferi. Ad aiutarlo, dopo la fine del primo matrimonio, la nuova fidanzata Gloria Jones, che gli fa scoprire il northern soul, e la conduzione di un programma musicale che nel 1977 gli fanno ritrovare serenità e fama.

Gloria Jones è la cantante originale della celebre Tainted Love, portata al successo tra gli altri da Soft Cell e Marylin Manson, e chissà dove le nuove istanze musicali appena abbracciate l’avrebbero portato.

Ma il 1977 purtroppo sarà l’ultimo anno di Marc Bolan. Si era sempre rifiutato di prendere la patente e non amava la velocità. Forse temeva di fare la fine del suo idolo di gioventù, Eddie Cochran. Quando il cantante di Summertime Blues andò in tour in Inghilterra il giovane Marc fece appena in tempo ad acclamarlo e a conoscerlo di sfuggita: poco dopo Eddie sarebbe morto in un terribile schianto. Proprio come quello che si portò via Marc Bolan, a bordo di una Mini Minor, all’alba di un nebbioso 16 settembre.

 

— Onda Musicale

Tags: David Bowie/Eddie Cochran
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