Musica

Luana d’Angelo: “Io, l’ostaggio di me”

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"Io, l'ostaggio di me", nasce un po' come la maggior parte delle canzoni: da un sentimento. In questo caso ne troviamo due in costante lotta tra loro. Da una parte l'amore forte verso una persona e dall'altra l'odio vivace verso se stessi.

Come si fa ad amare qualcuno se noi siamo il nostro primo nemico? E come si fa a credere che proprio quel qualcuno possa volerti davvero? Ad ognuno, almeno una volta nella vita, spetta il compito di liberarsi dall'io che lo intrappola…o quantomeno di lasciarlo libero di poterci provare!

Timida, umile e sincera. Polistrumentista autodidatta, cantante da doccia, compositrice ed arrangiatrice improvvisata e un po' ignorante. Amante di tutte le sfumature musicali senza esclusione di genere, ma tendente al pop/indie "malinconico" nelle sue composizioni. Nel corso della sua vita, non ha mai avuto la possibilità di seguire corsi o studi musicali, né di "guarire" del tutto la sua "vulnerabilità" vocale. Attualmente lavora in un centro commerciale, ma continua a sognare di cambiare la sua vita, che presto o tardi, spera di poter dedicare interamente a fare ciò che ama e cioè scrivere e cantare la sua musica. Perché con pochissimo, si possono fare davvero cose bellissime. In fondo sette note sono sufficienti alla musica, no?! 

Bio

Luana D’Angelo, nasce in un piccolo paese dell’entroterra abruzzese il 26febbraio1987, in un giovedì nevoso. Trascorre la sua infanzia tra le strade della contrada in cui vive, tra giochi di strada e giorni trascorsi con i nonni in campagna. Si appassiona alla musica sin da piccola, quando scopre una vecchia radio in soffitta. Curiosa nel DNA, chiede ad i suoi genitori di scenderla ed accenderla. C’era dentro una cassetta dei Pooh, il gruppo preferito di suo padre all’epoca.

Poco dopo, ne chiederà una tutta per sé come regalo di natale. Nessun musicista in famiglia, nessun grande appassionato o intenditore di musica, nessuno che la sprona a cercare in quest’ultima le prime risposte. Ma lei capì da sola che la musica sarebbe stata la sua compagna di vita, per tutta la vita. Durante l’adolescenza, Luana scopre tante realtà. Scopre tante cose anche di sé che non sono propriamente semplici da accettare né da condividere. Inizia a vedere le cose con occhi diversi, con gli occhi di chi inizia ad essere grande, inizia a provare emozioni forti, sentimenti profondi. E si sa, è il periodo della vita più vulnerabile quello dell’adolescenza.

È il periodo in cui se non sei abbastanza forte da cercare te stesso a prescindere dagli altri, se non hai qualcuno accanto, la tua famiglia, qualche amico vero, non avrai un percorso semplice. Luana capisce di essere omosessuale e di essere fondamentalmente sola in questo momento. A chi avrebbe potuto dirlo? Ad i suoi genitori, con cui non ha mai avuto un rapporto aperto e confidenziale? Con la quale non sarebbe stato semplice parlare di nulla perché a metterla in difficoltà c’è anche la sua timidezza, il suo senso di colpa, il suo sentirsi diversa e inutile? Agli amici che non ha? A suo fratello più piccolo di lei?! No. A nessuno di questi.

Inizia a lavorare a 14 anni per non sentirsi un peso, per avere qualche euro da poter spendere come crede. Aveva provato a mostrare interesse per la musica, ma le era stato negato. Sarebbero stati soldi spesi inutilmente, è con questa affermazione che decise di fare qualcosa da sola. Allora con le prime 50 euro, compra una chitarra classica usata che aveva visto qualche giorno prima nella vetrina di un negozio di musica. All’uscita di scuola, prende l’autobus, raggiunge il negozio, prende la chitarra ed al ritorno, la sua vita si ritrovò di colpo tutta dentro le quattro mura della sua camera e sulle 6 corde di quella chitarra. Inizia a strimpellare i primi accordi dopo un paio di giorni tra il disappunto della sua famiglia e i giorni passati a soffocare sul cuscino ciò che non può né dire né scrivere.

Ma continua a farsi ascoltare da quella che fino a qualche giorno prima era l’unica delle due riuscire a dire qualcosa: la musica. Sempre la musica. E ci sarà sempre e solo lei, da quel momento in poi. Il primo cd, è stato Pipes and Flowers, di Elisa. Da li inizia anche il suo immenso amore verso questa fantastica artista. E la curiosità di Luana verso questo mondo, aumenta sempre di più. Compra una piccola tastiera in un negozio di giochi, di quelle che quando fai gli accordi, suona comunque solo un tasto su tre, di quelle che hanno il suono del piano più falso del sangue nei film thriller.

Ma per far pratica, per sovrastare i pensieri, per il momento insomma, va bene. Poi si appassiona alle percussioni. Cosi attrezza una specie di batteria con ciò che trova in casa. Ma per imparare ad articolare i movimenti e a sincronizzarsi, va bene. Poi il nonno, le compra un organetto abruzzese. A lui piaceva ballare il liscio.

E Luana, pur di poter suonare qualcosa senza essere continuamente ripresa per il tempo che sta sprecando a non far nulla se non casino, impara anche questo. Ma all’età di 17 anni, scopre la sua passione per il canto. Vede a scuola un annuncio di una band in cerca di una cantante. Il genere in questione è un genere che lei non ha mai ascoltato e ancor meno capito: il power metal. Ha una gran voglia di provare. Scrive così a quel numero sul volantino e alla fine entra a far parte di questo gruppo. Si può dire che questa è la sua vera ed unica esperienza musicale. Seppur breve, è poi stata anche l’ultima della giovane artista.

Cantare quel genere di musica senza un minimo di tecnica e scuola e a quei volumi, non le ha permesso poi di fare molto altro perché le sue corde vocali sono in seguito diventate molto vulnerabili. A peggiorare il tutto e ad allontanarla poi dai live, sono stati allergie, depressione e attacchi di panico. A questo punto, Luana si stacca un po' dalla musica. Passa molti anni in cui viene mangiata da paure e pensieri di ogni genere, si continua ad isolare. Ma nei momenti buoni, prende la chitarra e si improvvisa cantautrice. Compone i primi pezzi in lingua inglese, per parlare di cose che in italiano non avrebbe potuto dire. E sinceramente, inizialmente non considera di scrivere in italiano.

Ma si sa come fa la musica. Ti prende e ti tira fuori le parole anche se non vuoi parlare. Inizia cosi finalmente a scrivere nella sua lingua. Timida, umile e sincera. Polistrumentista autodidatta, cantante da doccia, compositrice ed arrangiatrice improvvisata e un po' ignorante. Amante di tutte le sfumature musicali senza esclusione di genere, ma tendente al pop/indie “malinconico” nelle sue composizioni.

Nel corso della sua vita, non ha mai avuto la possibilità di seguire corsi o studi musicali, né di “guarire” del tutto la sua “vulnerabilità” vocale.

Attualmente lavora in un centro commerciale, ma continua a sognare di cambiare la sua vita, che presto o tardi, spera di poter dedicare interamente a fare ciò che ama e cioè scrivere e cantare la sua musica. Perché con pochissimo, si possono fare davvero cose bellissime. In fondo sette note sono sufficienti alla musica, no?!

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