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Maria Devigili: «La Trasformazione» snobbata dai trentini

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Maria Devigili, cantautrice trentina che vive fra Trento e Bologna e che suona e canta fin da quando era ancora una bambina. Nel 2011 vince il Premio Pavanello e successivamente pubblica il suon primo EP dal titolo "La semplicità" a cui segue, nel 2012, il suo primo vero album "Motori e introspezioni" che vuole essere un'autoproduzione caratterizzata dal minimalismo del duo chitarra-batteria e da una prosa asciutta e senza tanti fronzoli.

Maria Devigili dedica molte delle sue risorse  alle esibizioni live e, con soddisfazione, apre i concerti di Paola Turci, Marina Rei, Zen Circus, Massimo Zamboni, Cristiano Godano, Umberto Maria Giardi e altri artisti già affermati.

"La Trasformazione" è il suo secondo album, un titolo che vuole rappresentare una sorta di sinonimo di quella che è negli ultimi anni una parola ricorrente: “crisi”. Il passaggio da un modello economico e sociale ad un altro non può certo essere indolore, eppure va compreso e accettato nella sua essenza: nel suo essere divenire, rigenerazione, rinascita perché “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. Come nel suo primo lavoro, i testi tendono all’ermetismo ed è forte l’influenza degli studi filosofici, in particolare dei greci Eraclito e Platone.

"Il disco è prodotto da Riff Records, registrato a Bologna allo Studio Spaziale e allo Spazio Labù, – ci racconta Maria – composto e arrangiato interamente da Maria Devigili. Musicalmente il disco ha la sua struttura portante nel duo con Stefano Orzes alla batteria e alle percussioni ma si arricchisce di diverse partecipazioni tra cui quella dello storico cantautore bolognese Claudio Lolli, della songwriter indierock Francesca Bono (Ofeliadorme) e di Lorenzo “Loz” Ori (sound engineer Perturbazione, Toys Orchestra, Massimo Volume)".

Abbiamo incontrato Maria Devigili che, come detto, non ha mai perso le sue origini trentine e che ritorna appena possibile nella sua città natale e che ha promesso una visita alla nostra redazione in occasione dell'uscita del suo disco che avverrà alla fine di marzo.

Quale è il tuo rapporto con la tua città di origine Trento?

"Sono molto legata alle mie origini trentine, soprattutto per quanto riguarda il contesto naturale della zona dove sono cresciuta (Masi di Pressano). Ho imparato tantissimo – prosegue Maria – dall'osservazione della natura e moltissime canzoni le ho scritte proprio grazie ai silenzi e alla tranquillità di questi posti. Detto questo, sto molto bene a Bologna perché ci vivono tanti musicisti e artisti e si respira un certo entusiasmo e un' apertura culturale che forse mancano in Trentino". 

A quale musicista ti ispiri?

"Non c'è un solo musicista a cui m'ispiro. Soprattutto, credo che le ispirazioni che ti portano a comporre, non siano solo musicali. Ce ne sono molte di indirette, magari letterarie o cinematografiche. Ad esempio – racconta la cantautrice – per questo disco ho cercato di ricreare delle atmosfere che amo molto e sono quelle di Ennio Morricone e di Angelo Badalamenti. Ci sono anche forti influssi di Anna Calvi, una songwriter, chitarrista inglese. Ma mi sono ispirata anche a band come i Pink Floyd e i Led Zeppelin".

Ci parli del tuo nuovo disco in uscita fra poco?

"La Trasformazione è un disco a cui ho lavorato per circa 2 anni, considerando la limatura dei testi, le strutture musicali e gli arrangiamenti. Rispetto al mio primo album è un lavoro più riflessivo e strutturato. Mi piace pensarlo come uno scorcio tra antico e moderno, dato che risente molto del mio amore verso l'antica Grecia con le sue tematiche profonde e "tragiche" nel senso catartico del termine. Ma nello stesso tempo risente molto dell'epoca in cui stiamo vivendo, infatti osservando l'attualità gli spunti tragici sono davvero molti: la costante volontà di possedere, il non accontentarsi mai, la vanità di chi non vuole invecchiare mai, la presunzione di conquistare l'universo sono tutti temi de "La Trasformazione". Temi attuali e temi tragici.

Nel tuo tour non c'è nessuna tappa a Trento o in trentino. Ti piacerebbe un giorno suonare nella tua città e credi che succederà?

"All'inizio della mia attività musicale, 2009-2010 suonavo abbastanza in Trentino. Con i concerti non posso certo lamentarmi, la media è di 70 concerti annui in tutta Italia. Stranamente però, già da diverso tempo, suono veramente poco in "patria", farò circa 3 concerti l'anno. In Trentino Alto Adige i locali che fanno musica originale e non cover sono pochissimi e i pochi che ci sono fanno gli snob. Promoter e organizzatori inizialmente ti cercano ma poi non organizzano mai nulla. Magari mettono il "mi piace" sulle mie foto o sulle notizie che mi riguardano ma poi non rispondono ai miei messaggi. Spesso mi scrivono persone da Trento che magari hanno letto di me sul giornale o hanno visto qualche mio video sul web o al Tg e mi chiedono quando potranno sentire un mio concerto in zona. Con dispiacere deve rispondere che non ho date fissate nella mia regione. E' curioso ma anche uno storico cantautore come Claudio Lolli si è lamentato con me dicendomi che a Bologna, dove vive, non lo chiamano mai a suonare. Non per niente si dice che il profeta è straniero in patria…"

A quale target di pubblico ti rivolgi in particolare?

"Non c'è un target di riferimento. Mi rivolgo agli individui più che alle masse, questo sì. Alle anime che cercano e che sanno meravigliarsi."

Progetti per il futuro?

"La serenità. Raggiungere più consapevolezza. Più concretamente, riuscire a campare della mia arte senza sacrificare la coerenza e la dignità del mio percorso personale".

Hai un sogno nel cassetto?

"Uno ne ho. Suonare di più in Trentino!"

 

Stefano Leto – Onda Musicale

 

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— Onda Musicale

Tags: Paola Turci/Claudio Lolli/Bologna/Zen Circus/Cristiano Godano/Ennio Morricone
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