Musica

Uriah Heep: atmosfera e teatralità in chiave prog

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Potreste pensare che oggi io abbia deciso di cambiare genere, ma l’ascolto di questo CD vi proverà che non è proprio del tutto vero. 

A dirla tutta, non sarei nemmeno bene in grado di inquadrare il genere di The Magician’s Birthday, quinto album studio degli Uriah Heep, ma una buona dose di progressive io la vedo in questo album carico di atmosfere mistiche che senza difficoltà si possono definire teatrali.

La line-up della band si è finalmente stabilizzata e ci regala la meravigliosa e inconfondibile voce di David Byron agli apici della sua carriera. Già dalla prima traccia, Sunrise, veniamo trasportati in un mondo che a me personalmente ricorda molto quello del Mago di Oz.

La canzone, la cui atmosfera viene definita dal forte utilizzo dell’organo e dal bel coro che fa quasi da eco alla voce di Byron, narra di un uomo disperato che ha perso il suo amore. Deciso cambio di ritmo in uno stile che verrà sicuramente apprezzato dagli amanti dei Deep Purple nella seconda canzone, Spider Woman, di cui mi ha particolarmente colpita il giro di basso.

Sperando di non osare troppo, definirei la terza canzone, Blind Eye, una via di mezzo assolutamente piacevole tra i già citati Deep Purple e i Jethro Tull… me la passate? Spero di sì, ma anche se così non fosse converrete con me che sia un pezzo bellissimo e originale (se non siete convinti fate un salto a vedere questo video)

E ditemi se con la prossima canzone non facciamo un tuffo nel mondo progressive! Un bellissimo intro di steel guitar, accompagnato poi da un duetto voce/tastiera (Ken Hensley) e un assolo (Mick Box) di indubbio buongusto. Per la prossima traccia preparatevi: la prima volta che l’ho sentita (dal vivo tra l’altro) sono rimasta gelata: con Rain gli Uriah Heep raggiungono a mio parere i vertici della loro discografia. Se chiudete gli occhi, quella pioggia di cui la canzone parla ve la sentirete cadere addosso, nota per nota. Non c’è molto altro da dire: basta ascoltarla.

Cambiamo di nuovo e decisamente tono con Sweet Lorrain, bella e orecchiabile, ma con un giro di basso e di tastiere che lascio a voi decidere come definire in quanto a genere e stile… passiamo così a Tales, bella ballata dal sapore antico (e molto apprezzabile dai fan dei Jethro Tull), ennesima conferma della capacità di questi musicisti.

Arriviamo infine alla title-track, The Magician’s Birthday, che ci catapulta in un vero e proprio mondo di stregoni, che io mi immagino come un bosco popolato da strane creature che ballano e cantano al suono di uno stranissimo strumento che al minuto 1:45 prende il sopravvento in una esilarante canzoncina di auguri per il sopracitato mago.

Se non è prog questo! L’atmosfera che si crea è un’inquietante festosità che rende bene la natura ambigua del personaggio celebrato e che cresce facendosi sempre più straniato mano a mano che procede la canzone fino ad arrivare a un totale cambio di tono, che sfocia poi in un bellissimo assolo accompagnato solo dalla batteria di Lee Kerslake.

In questa suite di dieci minuti trova spazio la tematica molto fiabesca della lotta (a due voci) tra il bene e il male, che conclude questo meraviglioso album che non può assolutamente mancare nella vostra collezione.

Stay prog!

— Onda Musicale

Tags: Uriah Heep/Prog Rock/Rain/Jethro Tull/Deep Purple
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