Musica

Terragnolo: chiesa gremita per il “Vater von uns andro”

|

«Vater von uns andro, der du bist in Humbl, sey santificart dai Nam, 's kume dai Regno, sey g'macht dai Lust wia in Humbl so in l'Erdo. Get uns andro 's Broat alle Tago, latt uns ab unsero Schul wia mir andro latsen ab unsero Schuln, zieht un net in tentatium, ma liberat uns von der Weah».

Ecco il testo del Padre nostro nel cimbro di Terragnolo, lo «slambròt» come lo chiamano ancora in molti. Con una cerimonia molto partecipata, sabato sera la chiesa parrocchiale di Piazza di Terragnolo ha salutato il rivivere dell'antica lingua e ha celebrato le tradizioni più intimamente legate al territorio: i costumi tradizionali, il fanzelto (piatto tipico) e la scuola di tombolo.

Il «Vater von uns andro» è stato distribuito – stampato in forma di «santino» – a tutti i presenti. La preghiera fu recitata da Maria Domenica Stedile, donna nata a Terragnolo nel 1765, e fu trascritta da don Giovanni Sulzer, parroco bilingue allora assegnato a questa comunità.

I momenti emozionanti della cerimonia, che è stata una vera e propria festa, sono stati molti: a partire dalla messa in cui don Eugenio Cornella ha fatto riferimento ai fatti di Parigi ricordando come la violenza sconvolga quando si abbatte sull'Europa, ma evidenziando come questa sia quotidiana in Medio oriente. Al termine della funzione religiosa, animata dal Coro La Valle, l'assessore alla cultura, turismo e istruzione Cristina Campana ha sottolineato come siano molti i tratti comuni che uniscono le popolazioni di origine cimbra delle Valli del Leno: «Ognuna ha poi sviluppato i propri tratti culturali distintivi e, ora, è dall'incontro delle differenze che si può trovare nuova ricchezza».

Sono seguiti gli interventi di Tiziana Valduga, che ha raccontato la storia e il presente del Coro La Valle, lo stesso ha fatto Dario Stedile per il Gruppo costumi tradizionali di Terragnolo, quindi è stata la volta di Hugo Daniel Stoffella per il gruppo costumi Valli del Leno, che ha sede in Vallarsa. Il sindaco Lorenzo Galletti ha fatto osservare un minuto di silenzio per i morti francesi e ha ribadito che l’identità di ogni comunità va preservata, ma al contempo si deve ricordare che deriviamo tutti dalla stessa stirpe. Si è anche soffermato a valorizzare la volontà di collaborazione presente nella valle di Terragnolo.

È stata quindi la volta del Coro Pasubio di Vallarsa, che ha proposto dodici brani, diversi dei quali composti dal suo maestro, Ivan Cobbe. Il talentuoso musicista ha armonizzato le parole del Vater von uns andro e ha fatto dono, al sindaco di Terragnolo e al fondatore del Coro La Valle, Franco Sannicolò, della partitura. Ultimo brano cantato è stato proprio il Padre nostro, anticipato dalla sua versione recitata, proposta da Marta Gerola.

Alla serata erano presenti Massimo Plazzer nelle doppie vesti di sindaco di Vallarsa e corista, l'assessore Andrea Comper per Trambileno, Francesco Valduga per Rovereto e il direttore dell’ufficio minoranze linguistiche della Regione, Siegherd Gamper.

Un testo di saluto è giunto dall'assessore provinciale alla cultura Tiziano Mellarini. A fine serata, alle autorità è stata donata una pergamena col testo del Padre nostro; medesimo omaggio è andato ai gruppi dei costumi tradizionali, ai cori, al parroco e a Luigi Valduga, autore del libro «Cosa resta dei cimbri nella valle di Terragnolo», che è stato donato all'uscita della chiesa a tutti i partecipanti. Qui la festa è continuata con castagne e vin brulé, grazie all'impegno di Circolo pensionati e anziani, Gruppo Alpini, Gruppo ricamo e Pro loco Zoreri.

Un ringraziamento particolare è andato a Maurizio Stedile, che più di tutti si è adoperato per organizzare l'evento; agli albergatori, artigiani e commercianti delle Valli del Leno e alla Comunità della Vallagarina che ha patrocinato e finanziato una parte della festa.

— Onda Musicale

Tags: Parigi
Segui la pagina Facebook di Onda Musicale
Leggi anche

Altri articoli