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Mosè Santamaria: il nuovo video “I Love You Marzano” è su Youtube

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I love you Marzano” è il primo singolo con relativo videoclip dal 26 novembre su Youtube del cosmico cantautore pop Mosè Santamaria.

Il brano anticipa l'uscita, prevista per il4 dicembre, del disco di debutto “#RisorseUmane” su etichetta Dischi Soviet Studio. Nove canzoni di misticismo quotidiano che accompagnano in un bar di provincia gli esseni, Gurdjeff e Jodorowsky.

E proprio al film “El Topo” si ispirano i costumi del clip girato dai videomaker Davide Guerra e Jacopo Santarello, che ritrae un vero e proprio atto psicomagico, una teatralizzazione della morte di Mosè, perché – racconta lui stesso – “come diceva Gurdjeff per svegliarsi occorre rinascere e per rinascere serve prima morire”.

“I love you Marzano”, prodotto da Martino Cuman (Non Voglio che Clara) come tutte le tracce del disco d'esordio di Mosè Santamaria, è un brano ironico “sugli anni dell'adolescenza, dei due di picche, dei film di Jodorowsky, della ganja, degli sciamani, della fame di sapere e di quella tendenza a unire gli opposti o decontestualizzare ciò che è normale per trasformare la realtà in un'esperienza extrasensoriale”. 

Tutto questo nella più cronica provincia italiana, che per Mosè è un luogo geografico ma anche una dimensione esistenziale, dove le condizioni che limitano le vite di ciascuno impediscono all'uomo di trovare la propria essenza divina. 
Quella provincia che è “una piazza, un talk show di paese dove ognuno ha le sue croci, chi è malato di calcio, chi tradisce il marito, chi è rapito dagli alieni”.

E difatti il video di “I love you Marzano” è ambientato al Lago del Brugneto e in un ranch nel comune di Torriglia vicino a dove Pier Fortunato Zanfretta raccontò di essere stato rapito dai rettiliani.

Insomma fra Gurdjeff, Jodorowsky, alieni, morti finte e vere rinascite, sarcasmi e verità misticamente quotidiane viene facile chiedersi chi sia davvero Mosè Santamaria. Un monaco cenobita postmoderno? Il beffardo proprietario di un Magic Shop 2.0? Un seguace del PNL o della metagenealogia? Un meraviglioso prestigiatore pop(ular)? 

Probabilmente tutte queste cose insieme e nessuna. Del resto Mosè Santamaria non ci fa né ci è: semplicemente vaga. Dal bar sotto casa sua al cosmo da cui tutti proveniamo, inseguendo “un Draconiano che se ne andava in Vespetta”.

Biografia

Mosè Santamaria, cantautore mistico quotidiano, nato nel 1983 d.C. a Genova svezzato a Talking Heads, Depeche Mode e The Cure. 

Folgorato un pomeriggio a rientro a casa dall'asilo da "La voce del padrone” di Franco Battiato, comincia ad ascoltare le cassette sotto i sedili della R4 rossa dei genitori e i vinili riposti sopra le mensole in salotto, così in alto e sacri, come reliquie in un tabernacolo, un  vero e proprio catechismo del cantautorato e del rock '70 – '80.

Un percorso di iniziazione onnivoro, la cui peculiarità è quella di confluire espressioni artistiche, mistiche e politiche differenti in un unico bazar di parole, immagini e suoni in un epoca benedetta dal “touch screen”.

Durante gli anni dell’università partecipa ad alcuni contest su Genova e Provincia per poi aprire diversi concerti di artisti locali come Claudia Pastorino e Acustico Medio Levante; ma il vero “battesimo del fuoco” avviene nel 2009 quando comincia a farsi le osse con i primi live nei circoli e nei locali della zona.

Nel 2011 si trasferisce a Verona e grazie a una manciata di esibizioni e comparsate incrocia Martino Cuman (Non Voglio che Clara) e Marcello Battelli (Teatro degli Orrori) coi quali collabora per la produzione artistica del suo Primo album: #RisorseUmane.

Link
https://www.facebook.com/MosèSantamaria 
http://www.mosesantamaria.it 
https://soundcloud.com/mos-santamaria 
https://mosesantamaria.bandcamp.com

 

— Onda Musicale

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