Musica

Simone Cristicchi racconta il dramma degli esuli istriani

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Sarà in scena da giovedì 3 a domenica 6 dicembre 2015 al Teatro Sociale di Trento «MAGAZZINO 18», terzo appuntamento con la Stagione di Prosa 2015/2016 del Centro Servizi Culturali Santa Chiara. Si tratta di un “musical civile” scritto e interpretato da Simone Cristicchi. La regia è di Antonio Calenda.

Il cartellone “Grande Prosa” del Centro Servizi Culturali S. Chiara porta a Trento, a partire da giovedì 3 dicembre, uno spettacolo che, nel corso della passata stagione, ha ottenuto consensi unanimi nei maggiori teatri italiani.

A partire da Trieste dove questa produzione di Promo Music e del Teatro Stabile  del Friuli Venezia Giulia ha debuttato preceduta da roventi polemiche politiche,  rimbalzate con clamore anche sui media nazionali. Questo perché «MAGAZZINO 18», un monologo scritto e interpretato da Simone Cristicchi, affrontava per la prima volta in una così esplicita forma teatrale, una pagina dolorosa del Novecento, quella dell’esodo giuliano dalmata.

Tema dunque ancora sensibile, che il cantautore romano – aiutato nella stesura del testo dal giornalista Jan Bernas – ha però affrontato superando gli schemi ideologici e mettendosi invece dalla parte di quegli italiani che nel 1947 furono cacciati dall'Istria e dalla Dalmazia. E così, al termine dello spettacolo, non vi è mai stata polemica alcuna: solo applausi e un’emozione positiva in cui si sono sciolti livori e pregiudizi.

Il Magazzino 18, da poco riaperto al pubblico al Porto Vecchio di Trieste, è un luogo particolarmente straziante in quanto affida la “memoria” di quanto è successo a tante piccole, umili testimonianze che appartengono alla quotidianità. Una sedia, accatastata assieme a molte altre, porta un nome, una sigla, un numero e la scritta “Servizio Esodo”.

Simile la catalogazione per un armadio, e poi materassi, letti, stoviglie, fotografie, poveri giocattoli, altri oggetti, altri numeri, altri nomi. Oggetti comuni che accompagnano lo scorrere di tante vite: uno scorrere improvvisamente interrotto dall’esodo.

Con il trattato di pace del 1947 l’Italia perdette, infatti, vasti territori dell’Istria e della fascia costiera, e oltre 300.000 persone scelsero – davanti a una situazione intricata e irta di lacerazioni – di lasciare le loro terre natali, destinate a essere jugoslave, e di proseguire la loro esistenza in Italia. E così intere famiglie impacchettarono le loro poche cose e si lasciarono alle spalle le città, le case, le radici affrontando un futuro fatto di difficoltà, povertà, insicurezza, e spesso di sospetto.

Simone Cristicchi ha deciso di ripercorre questa pagina scarsamente frequentata della nostra storia in un testo che prende il titolo proprio da quel luogo nel Porto Vecchio di Trieste, dove gli esuli – senza casa e spesso prossimi ad affrontare lunghi periodi in campo profughi o estenuanti viaggi verso lontane mete nel mondo – lasciavano le loro proprietà, in attesa di poterne in futuro rientrare in possesso

Coadiuvato nella scrittura da Jan Bernas e diretto dalla mano esperta di Antonio Calenda, Cristicchi parte proprio da quegli oggetti privati, ancora conservati al Porto di Trieste, per riportare alla luce ogni vita che vi si nasconde. La narrazione passa da una storia all'altra cambiando registri vocali, costumi e atmosfere musicali, in una koinée di linguaggi che trasfigura il reportage storico in una nuova forma.

«Sono sempre partito da grandi silenzi – scrive Simone Cristicchi – quelli del manicomio, delle miniere, delle guerre mondiali. Dal giorno in cui attraversai il vecchio portone del Magazzino 18 sono stato ossessionato dal silenzio imbarazzante che respirai lì dentro, tra le masserizie degli esuli in fuga dalla Jugoslavia dal 1947. L’esodo di italiani cancellati dalla storia. O la vicenda pressoché sconosciuta dei cosiddetti “rimasti”, che fecero la scelta opposta. La guerra di invasione voluta dal fascismo. Poi, le foibe e la strage di Vergarolla, la più grave mai accaduta in Italia. La piccola Marinella Filippaz, morta di freddo nel Campo Profughi di Padriciano nel 1956. Il sogno infranto dei 2000 monfalconesi che credevano in un sol dell’avvenire che poi non è mai sorto, ma si è spento nel lager titino di Goli Otok. “Ci chiamavano fascisti, eravamo italiani…” Con l’aiuto di Jan Bernas, mi sono immerso nell’umanità sconvolta da questo uragano della Storia, un esodo che le ideologie hanno strumentalizzato fin troppo, un dolore che non può avere un colore politico, ma solo rispetto; una storia che in qualche modo aspettava e meritava di essere narrata e cantata, dopo settant’anni di oblio.»

"MAGAZZINO 18" è stato pensato come un'opera di “educazione alla memoria” in cui Simone Cristicchi interpreta vari personaggi e canta i brani inediti scritti per lo spettacolo. Le musiche di scena, composte e arrangiate da Valter Sivilotti, sono state registrate dalla  FVG Mitteleuropa Orchestra. Sarà in palcoscenico anche un coro di ragazzi: nelle quattro recite in calendario al “Sociale” di Trento il cantautore romano sarà affiancato dal Coro Notemagiadi Lizzana diretto da  Nazarena Raos eEleonora Barozzi. Le scene sono di Paolo Giovanazzi e Nino Napoletano ha ideato il disegno delle luci.

Attraverso il doppio linguaggio della musica e della parola ilpubblico potrà seguire l’avventura di uno sprovveduto archivista romano, inviato dal Ministero al Magazzino 18 di Trieste per redigere un inventario; incontrerà lo “spirito delle masserizie” e gli altri protagonisti nascosti tra gli oggetti. Video-proiezioni, musica, canzoni e fotografie lo accompagneranno verso un finale che è un tributo alle vittime, e allo stesso tempo la visione di un futuro possibile. Uno spettacolo, che non fa sconti a nessuno e che proprio in virtù di questo si prefigge una auspicabile pacificazione tra le parti.

«MAGAZZINO 18», che ha ottenuto il Premio “Le Maschere del Teatro” quale spettacolo con le migliori musiche fra tutti quelli prodotti in Italia nella passata stagione, sarà occasione per il pubblico trentino di scoprire la complessa personalità artistica di Simone Cristicchi, che molti conoscono soprattutto per la sua fortunata attività di cantautore che lo ha portato a vincere nel 2007 il Festival di Sanremo con il brano Ti regalerò una rosa e ad ottenere il successo discografico con molte altre canzoni quali Vorrei cantare come Biagio, Studentessa universitaria, La prima volta che sono morto.

Giovedì 3 dicembre il sipario del Teatro “Sociale” si alzerà su «MAGAZZINO 18» alle 20,30. Sono previste repliche venerdì 4 e sabato 5 dicembre, sempre alle 20.30, e domenica 6 dicembre con inizio alle ore 16.00.  

Venerdì 4 dicembre «FOYER DELLA PROSA»

La rappresentazione dello spettacolo sarà accompagnata, nel pomeriggio di venerdì 4 dicembre presso laSala Medievale del Teatro Sociale, da «FOYER DELLA PROSA», incontro di approfondimento critico che il Centro Servizi Culturali S. Chiara propone in collaborazione con il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento. La discussione sarà introdotta dal prof. Gustavo Corni.

La partecipazione è libera e aperta a tutti e l'appuntamento, al quale interverrà Simone Cristicchi, è fissato per le ore 17,30.

— Onda Musicale

Tags: Simone Cristicchi
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