Musica

Esce “Il Mese del Rosario”, il nuovo disco di Flo

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Flo domenica 15 maggio sarà presente al Salone del Libro di Torino in diretta dalle 14,00 su Radio 3 per i programmi "Alza il Volume" e "Fahrenheit" con un mini live di presentazione.

A due anni di distanza dal bellissimo esordio con il disco “D'Amore e di altre cose irreversibili”, esce il 13 maggio in Italia e in tutta Europa “Il Mese del Rosario”, il nuovo disco di FLO.

Nove brani (sette inediti e due riarrangiamenti di altrettanti brani di Rosa Balistreri) più una ghost track, la sua versione del classico “Bang Bang” di Sonny Bono.

Il Mese del Rosario” è la cronaca di città ed esistenze sospese nel tempo e nello spazio, in perfetto equilibrio tra pietà e disincanto.

Canzoni esposte al sole di controre indefinite, ai moti di un vivere spregiudicato, ritmico, pulsante, ma ben nascosto sotto un’imperturbabile quotidianità.

Flo è una delle personalità più eclettiche e versatili tra le nuove leve del panorama musicale italiano: vanta interessanti collaborazioni, come quella con il musicista Daniele Sepe.

Inoltre, ha partecipato e vinto numerosi premi tra cui Premio Musicultura 2014 e 2015, Premio Andrea Parodi 2014, Miglior testo al premio Bianca d’Aponte 2014. 

Il mese del rosario” è la cronaca di città ed esistenze sospese nel tempo e nello spazio, in perfetto equilibrio tra pietà e disincanto.

Canzoni esposte al sole di controre indefinite, ai moti di un vivere spregiudicato, ritmico, pulsante, ma ben nascosto sotto un’imperturbabile quotidianità.

Una quotidianità in cui si recita il rosario con passione ardente, la stessa con cui forse si è peccato. Un disco in cui coesistono il calore dell’indulgenza, la rassicurante memoria delle storie raccontate e il gentile libertinaggio dell’animo umano.

La produzione artistica è affidata al chitarrista Ernesto Nobili, che firma insieme alla cantautrice anche questo nuovo lavoro dal suono accattivante e viscerale, ancora una volta e ancor di più, fusione di vibrazioni e linguaggi di luoghi lontani.

FLO RACCONTA IL DISCO

“Da bambina mi nascondevo sotto il tavolo o dentro gli armadi per ascoltare i discorsi degli adulti. Tendevo le orecchie ai mormorii e facevo la spia. Ricamavo sopra le verità, infiniti particolari inventati e nuovi intrecci, fino a quando quelle verità diventavano le vite romanzesche di altri, di altri che esistevano solo per me, nella mia mente e nei miei giochi. Inventare storie è ancora il mio gioco preferito. Vestire i panni di altri è diventato il mio modo per comprenderli; godere dell’appartenenza ai luoghi e a chi li abita è diventato il mio modo per scansare il pregiudizio e il luogo comune. Ho scritto “Il mese del rosario” immaginando le storie che strisciano sotto l’imperturbabile normalità di una qualunque terra di mezzo, indovinando i segreti nascosti dietro gli occhi bassi che recitano il rosario, ipotizzando quali peccati spingono a pentimenti così ardenti. “Il mese del rosario” è la cronaca di città ed esistenze sospese, in equilibrio perfetto tra pietà e disincanto. Canzoni esposte al sole di controre indefinite, ai moti di un vivere spregiudicato, ritmico, pulsante, ma ben nascosto sotto la condivisa regola della quotidianità. Un disco in cui coesistono il calore dell’indulgenza, la rassicurante memoria delle storie raccontate e il sottile libertinaggio di un vivere più che mai terreno. Un disco in cui ognuno ha la propria sacrosanta ragione. La nascita di questo lavoro, la sua forma musicale, il suo carattere sono stati senza dubbio il risultato di un lavoro di squadra. Una squadra più che mai energica e solida, formata da Michele Maione alle percussioni, Marco di Palo al violoncello ed Ernesto Nobili, chitarrista, produttore artistico e autore di diverse musiche.  Il quartetto è reduce da due anni di concerti in Italia e in Europa, durante i quali il suono è diventato sempre più peculiare ed accattivante. Il raffinato composto acustico del primo disco “D’amore e di altre cose irreversibili” si è tramutato in un miscuglio sonoro compatto e decisamente più aggressivo. Questo rappresenta per me il punto di partenza imprescindibile, il perfetto contraltare all’assolo creativo che è la scrittura dei testi.”

La produzione discografica de "Il mese del rosario" è ancora una volta dell’indipendente Agualoca Records, caparbia etichetta napoletana; il progetto del disco ha anche avuto il supporto di una Campagna crowdfunding realizzata sulla piattaforma Musicraiser.

IL MESE DEL ROSARO – guida all’ascolto

VULIO

In lingua Napoletana, vulìo significa voglia. A ben guardare, però, avere un vulìo corrisponde quasi sempre ad uno stato d’animo di irrequietezza e inappagamento. L’anelito incompiuto, il desiderio insoddisfatto, il “vorrei ma …”

Questa è la canzone della vita che scorre fuori dalla porta che non apriamo; della bella stagione che passa e che non vediamo; del sospetto atroce che la vita potrebbe accadere proprio adesso mentre siamo troppo pigri e spaventati per raccogliere la sfida emotiva di realizzare un desiderio.

 

BELLISSIMA PRESENZA

Negli ultimi tempi alla “bella presenza” nella pagina degli annunci, qualcuno ha sostituito il superlativo “bellissima presenza”.

In una sola parola si dichiara senza pudore che, nel migliore dei casi, il merito non basta da solo e nel peggiore dei casi, invece, non conta proprio.

Si tratta di una canzone tragicomica che non riflette sulla fortunata esistenza dei belli e quella sfortunata dei bravi, ma sospira rassegnata con il ghigno nostrano “perché è così che va la vita”.

MALEMARITATE

Attraverso i racconti di uno chef che mi faceva da cicerone in un ex ricovero per prostitute – oggi divenuto luogo incantevole di arte e cultura – ho scoperto curiose storie tra il sacro e il profano.

Tra il ‘400 e il ‘500 erano tantissimi i monasteri e i conventi dove le donne, dopo una vita a fare il mestiere, si ritiravano in cerca di un ricovero per corpo e anima. Facili prede di preti venditori di indulgenze, le sventurate ben presto tornavano alla strada, preferendo la libertà della loro professione all’abuso del potere.

AD OGNI FEMMINA UN MARITO

Tra le mie canzoni è senz’altro quella a cui sono più legata. E' il dialogo aperto tra chi ha vissuto e conosce l’inganno dei sentimenti e chi ha la vita davanti e non ha ancora ridimensionato le proprie aspettative.

Racconta dell’amore di una madre, così maledettamente perfetto, così assoluto e completo, così ineguagliabile e poi racconta dell’amore di una figlia, così per difetto, così incompiuto.

FREVA E CRISCENZA

Letteralmente si tratta della febbre di crescita; un malessere quasi mitologico, la spiegazione epica in assenza della spiegazione medica.

Mia nonna materna sapeva togliere il malocchio con un piattino, dell’olio e il suo indice uncinato. Io m’incantavo a guardarla.

Poi la notte, nel buio della stanza enorme, morivo di paura: incubi di piattini volanti, sagome di mobili animate e legno che scricchiola e pronuncia parole terrificanti.

Ho scelto un napoletano arcaico e quasi perduto per raccontare il ricordo della mia infanzia; un mantra, incomprensibile ai più, per sentire ancora il mantra che mia nonna a labbra serrate cantilenava mentre annientava il malocchio.

CONTRORA ARANCIONE

È il racconto leggero e graffiante di un tradimento finito in tragedia. Un delitto d’onore da commedia all’italiana anni 60.

Quando l’ho scritto pensavo a Mastroianni e alla Sandrelli, alle atmosfere di Pietro Germi, a quelle pulsioni vitali e vergognose che ci fanno sentire vivi e peccatori.

La musica è nata in sala prove, suonando insieme, scambiandoci occhiate d’intesa e di traverso. Ascoltando il disco, ho riconosciuto in questo brano più di tutti gli altri, il terzo elemento complementare alla musica e al testo: il divertimento.

QUALE AMORE

Ho scritto questa canzone in treno dopo aver ascoltato l’intervista alla madre di una mia coetanea massacrata dall’uomo che diceva di amarla.

Emiliana adesso è nel vento, è libera e nessuno potrà più farle del male” disse la donna nel suo composto dolore.

Pensavo alla libertà nella morte, alla vigliaccheria, all’amore che non è amore, alla banalità del dolore e scrissi di getto.

Non pochi dubbi ho avuto rispetto a se incidere o no questa ballata – di amore violento si parla troppo e male – ma la sentivo, sentivo dentro di me il desiderio di scrivere l’epitaffio sublime ed irriverente di chi non ha più paura perché è tornato alla grandezza della natura, lontano dalle miserabili e minuscole vicende dei vivi.

Il grande arpista Vincenzo Zitello, con cui ho condiviso il palco al Folkest l’estate scorsa, ha accettato con entusiasmo il mio invito a suonare questo brano.

Vincenzo ha creato atmosfere e armonie meravigliose; mi ha commossa sin dalle prime note, come solo un grande musicista riesce a fare.

BUTTANA DI TO MA/ TERRA CA NUN SENTI

Anche in questo secondo disco ho voluto omaggiare Rosa Balistreri, la mia stella polare.

Attraverso la sua interpretazione ho conosciuto il brano tradizionale “Buttana di to ma” – che ho inciso in presa diretta per tamburo e voce sola insieme ad uno straordinario Michele Maione – la struggente “Terra ca nun senti”, ma soprattutto ho scoperto come cantano corpo e anima insieme.

Nella sua interpretazione c’è sempre quell’urgenza del canto, in cui la voce è solo il terminale di un processo emotivo molto più profondo.

Rosa canta la drammaticità della condizione umana, l’ingiustizia sociale patita dai vinti; le sue interpretazioni riempiono di dignità le vicende particolari trasformandole in parabole universali.

Questo è ciò che di lei mi affascina. Ascoltarla cantare accende ogni volta in me il desiderio forte di lasciarmi attraversare da questi brani e rimetterli in circolo attraverso il mio sentire e la mia esigenza. Rosa è davvero la mia stella polare.

FLO – BIOGRAFIA

Flo (Floriana Cangiano) è di sicuro una delle personalità più eclettiche e versatili tra le nuove leve del panorama musicale italiano.

Inizia a studiare canto lirico nel 1995 passando, qualche anno più tardi, allo studio del canto moderno e popolare per poi appassionarsi alla musica tradizionale e alla world music.

Cita tra le sue influenze artisti come Billie Holiday, Elis Regina, Violeta Parra, Amalia Rodriguez, Cesaria Evora, Rosa Balistreri, ma anche Cesare Pavese, Pablo Neruda, Frida Kahlo, Pina Bausch e tanti altri.

Tra le sue esperienze come interprete la più significativa è senz'altro quella al fianco del compositore e musicista Daniele Sepe, che le affida il ruolo di voce solista nei Rote Jazz Fraktion e con il quale incide nel 2012 "Canzoniere Illustrato" e nel 2013 "In Vino Veritas".

In teatro ha debuttato nel 2006 grazie a Claudio Mattone e Gino Landi nel pluripremiato musical "C'era una volta Scugnizzi": una tournèe ricca di successi durata ben due anni.

Dal teatro musicale approda al teatro d'avanguardia grazie al regista Davide Iodice, che la sceglie come protagonista in "A'Sciaveca" (nomination miglior attrice under 30 al premio Eti e Nike per il teatro) e "La Fabbrica dei Sogni".

Nel 2010 è tra le i protagonisti di “S.E.P.S.A." diretta dal regista e drammaturgo Mimmo Borrelli.

Nel 2011 la giuria presieduta da Mogol la seleziona tra i 5 finalisti del TMF nella sezione cantautori.

Nel febbraio 2016 veste i panni di Eleonora De Fonseca Pimentel al Teatro Mercadante nell’”Inizio” di donna Lionora, primo di tre spettacoli in forma di trittico sulla vita della scrittrice e intellettuale.

“D’amore e di altre cose irreversibili” è stato il suo disco di esordio, uscito nel 2014. Oltre all’Italia, il disco è stato pubblicato anche in Francia e Benelux, Inghilterra, Giappone, Austria, Germania, Spagna e Portogallo. In ognuno di questi paesi è stato ottimamente recensito. Il successo del disco l’ha portata in tour in Spagna, Portogallo, Francia, Germania.

Negli ultimi anni si è esibita in numerosi Festival in ambito musicale e teatrale (Villa Ada incontra il mondo, Festival Adriatico Mediterraneo, Primavera dei Teatri, Festival dei due mondi, Napoli Teatro Festival Italia, Time in Jazz, La nuit des fées, Calles Antiguas, Saarbrucken Festivals).

Alcuni suoi brani sono stati utilizzati nei film “Noi siamo Francesco” di Guendalina Zampagni e in “Ultima Fermata” di Francesco Dainotti.

Il mese del rosario” è il suo secondo album.

 

— Onda Musicale

Tags: Mogol/Flo/Daniele Sepe
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