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Roger Waters: con questi dischi dimostra che solo lui è i Pink Floyd

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Sono passati quasi due anni dal ritorno di Roger Waters con un progetto musicale come solista. Era infatti il 2 giugno 2017 quando il grande genio creativo dei Pink Floyd pubblicava “Is This The Life We Really Want?”.

Il disco è stato anticipato dall’uscita del singolo “Smell The Roses” (leggi l’articolo). Roger Waters, che lasciò i Pink Floyd nel 1985 definendo la sua esperienza “un’enorme perdita di tempo“, come solista ha realizzato alcuni dischi che meritano di essere ricordati:

1984. “The Pros and The Cons of Hitch Hiking”. Si tratta dell’esordio assoluto come solista di Waters e il disco ricorda moltissimo le sonorità di “The Wall” e la cosa non deve stupire visto che i brani furono scritto nel 1978, in pieno periodo The Wall.

1987. “Radio K.A.O.S.” Con questo disco Roger realizza un “concept album” in perfetto stile watersiano in cui si racconta di Billy, un ragazzo gallese disabile, che riesce a collegarsi con la telepatia ad una stazione radiofonica americana. Durante questo contatto Billy riesce a distruggere tutte le basi militari di tutto il mondo, lasciano la Terra libera dall’oppressione militare, tema a Waters estremamente caro. Il disco è accompagnato da un libretto che aiuta l’ascoltatore a comprendere al meglio la storia di Billy.

1992. “Amused to Death”. Terzo disco di Waters senza i Pink Floyd in cui Roger racconta del soldato britannico William “Bill” Hubbard, morto in guerra durante la Prima Guerra Mondiale. Il disco si apre e si chiude con la voce originale di un soldato (Alf Razzel) che, con rimorso, ha dovuto abbandonare Hubbard al proprio destino e quindi alla morte. Da qui il titolo del disco “divertito da morire“. Sia Hubbard che Razzel appartenevano al corpo dei Fucilieri Britannici del quale ha fatto parte (nella Seconda Guerra Mondiale) anche il padre di Waters, Harry Fletcher Waters, morto in guerra nella battaglia di Anzio. 

2005. “Ca ira”. Quarto lavoro solista di Roger Waters, si tratta di un’opera lirica in tre atti tratta da un canto popolare francese che si può tradurre in “Si farà“. Il tema del disco, neanche a dirlo, è la paura che attraverso alcuni movimenti libertari si possa arrivare alla dittatura e al terrore.

2017. “Is This The Life We Really Want?” (leggi l’articolo)

— Onda Musicale

Tags: Pink Floyd/Concept Album/Roger Waters/Amused to death/Anzio
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