L’ex mente e bassista dei Pink Floyd, Roger Waters, ha messo tra le tematiche del suo nuovo album solista, “Is This The Life We Really Want?”, le classiche di “The Wall” come guerra e solitudine, ma non sono mancati i consueti attacchi a Donald Trump.
Su L.A. Times, Waters ha dichiarato “ogni essere umano ha la responsabilità di accettare la sfida ed usare quanta energia ha per far avanzare la razza umana in quanto tale cercando di promuovere la felicità collettiva invece di favorire il troppo benessere per una ristretta minoranza”.
Tra gli elementi fondanti, infatti, c’è anche spazio per l’amore e la felicità collettiva dopo l’orrore del nucleare e della guerra. Ovviamente per Waters l’amore non è “arcobaleni e unicorni” e non è certo un obiettivo facile da raggiungere a causa dei potenti.
Tra questi c’è il nuovo Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, definito come “un sempliciotto” assieme agli altri personaggi ricchi e potenti. Nel nuovo album ha infatti descritto la profonda frustrazione e l’enorme disparità di un mondo sempre più in balia di una violenza crescente. Violenza che causa conflitti a loro volta causati dalle differenze sociali, economiche e politiche.
Il tutto è descritto perfettamente in “Déjà Vu”,“If I had been god, with my staff and my rod/ If I had been given the nod/ I believe I could have done a better job,” he sings. For all its apparent hubris, the song is not without a sense of humor: “If I had been god, I would have rearranged the veins in the face/ To make them more resistant to alcohol/ And less prone to aging”, una delle canzoni del recente Us + Them Tour.
Il tour vede sia le canzoni da solista di Waters, vecchie e nuove, così come i grandi classici dei Pink Floyd. Basti pensare che anche al Desert Trip è stato fatto volare il maiale di “Animals”.
Waters ha concluso affermandoche “io credo nel potere trascendentale dell’amore. Eccoci qui in una sorta di enclave hippie e non mi importa se questo può suonare un po’ hippie: credo che sia qualcosa di cui necessitiamo un po’ di più”.
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