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Harry Waters: intervista esclusiva al figlio di Roger Waters alla vigilia della sua partecipazione al Pink Floyd Day 2018

Harry Waters

Pianista ed organista inglese, Harry William Waters nasce il 16 novembre del 1976 dal bassista dei Pink Floyd Roger Waters e la sua seconda moglie Lady Carolyne Christie.

Il battesimo musicale avviene prestissimo, nello specifico all’età di 2 anni, quando recita alcune parole in “Goodbye Blue Sky”, pezzo contenuto nello storico album dei Pink Floyd “The Wall” in cui si senta la voce di un bimbo che diceLook mummy, there’s an airplane up in the sky!“.

Imparando le basi del piano da un insegnate locale che gli dà le prime nozioni di ragtime, blues e boogie boogie, Harry Waters continua a sperimentare vari generi e milita in cover band di Led Zeppelin e Greatful Dead. Successivamente, nel 2002, rimpiazza Jon Carin alle tastiere per il tour “In the Flesh” del padre e nel 2004 va in tour con Marianne Faithfull, vecchia fiamma di Mick Jagger dei Rolling Stones, e gli sperimentali Ozric Tentacles.

Nel 2008 pubblica il suo primo album con la sua band, per l’appunto Harry Waters Band, e si dedica anche alla composizione di colonne sonore per dei videogiochi.

Nel 2016 sale nuovamente sul palcoscenico con il padre Roger Waters in occasione del Desert Trip assieme a musicisti del calibro di Rolling Stones, Bob Dylan, Paul McCartney, Who e Neil Young.

Dopo aver aperto per la Cruise to the Edge, crociera in cui hanno preso parte tanti nomi del progressive rock, Harry comincia a collaborare con il chitarrista Larry John McNally (già autore di brani per Eagles, Rod Stewart e Joe Cocker) dando vita al progetto “McNally Waters“.

Il duo, che ha già pubblicato un EP ed un album, arriverà in Italia il 29 settembre, per la precisione a Trento, in occasione del Pink Floyd Day assieme ai Wit Matrix, una delle tribute band dei Pink Floyd più note a livello nazionale che, nelle scorse edizioni, hanno potuto vantare grandi ospiti come Jennifer Batten (leggi la nostra intervista), Durga McBroom (leggi la nostra intervista), Ricky Portera e Dodi Battaglia per fare qualche nome. Un’occasione unica per rivivere la magia floydiana grazie all’incontro in programma nel pomeriggio di sabato 29 settembre, all’Auditorium Santa Chiara, fra i fans e gli ospiti.

In occasione della sua partecipazione al Pink Floyd Day 2018 abbiamo contattato Harry Waters e gli abbiamo rivolto qualche domanda.

Tastierista, suonatore di hammond, compositore e cantautore. Quando è nata la tua passione per la musica?

Avevo circa 7 anni quando ho saccheggiato la collezione di mia madre. Era piena di dischi di Beatles, Dr John, Crosby, Stills, Nash & Young, King Crimson, ecc. E’ stato in quel momento che ho iniziato ad ascoltare molta più musica.

Quali sono i musicisti ed i generi musicali che ti hanno ispirato di più durante la tua carriera?

I generi che mi hanno influenzato maggiormente sono il rock e il jazz. In realtà – ci spiega Harry Waters – ascolto molti generi di musica, ma nel corso degli anni questi due sono quelli che ho suonato di più.

In passato hai composto musica per videogiochi. Com’è nata questa idea?

Sono stato contattato da uno sviluppatore che stava creando un gioco per la Nintendo, e mi ha chiesto di scriverne la musica. Il gioco, chiamato “Pirate Pop Plus”, è ora disponibile anche per PC e per Nintendo Switch. È uno sparatutto arcade vecchio stile.

Il 29 settembre ti vedremo, per la prima volta, in Italia assieme a Larry McNally, al Pink Floyd Day 2018. Che cosa rappresentano i Pink Floyd per te?

La musica dei Pink Floyd è stata una parte importante della mia vita sin dalla tenera età, per ovvi motivi. Sono sempre stato un loro fan, sia come ascoltatore che come musicista. Conosco profondamente quella musica – prosegue il figlio di Roger Waters – e posso affermare che ha contribuito a formare il musicista che sono oggi.

Assieme a Larry McNally hai formato un duo ed il pubblico italiano vi vedrà a Trento. Che aspettative nutri nei confronti di questa collaborazione con un grande musicista come Larry, autore per Eagles, Rod Stewart e Joe Cocker?

Spero davvero che il pubblico apprezzi la nostra musica. Per l’occasione presenteremo anche il nostro album di debutto che ha richiesto circa due anni di prove e registrazioni per essere assemblato. È in stile “americano”, influenzato da The Band, Mos Alison, Dr John, Randy Newman, ecc.”

Appena trapelata la notizia della tua partecipazione al Pink Floyd Day 2018 a Trento, i numerosi fans dei Pink Floyd hanno mostrato grande interesse nei tuoi confronti. Tu hai suonato nella band di Roger Waters (tuo padre) in due tour e anche nella magnifica location del Desert Trip 2016. Cosa ti senti di dire ai fans che non vedono l’ora di incontrati?

Posso invitare tutti quanti a venire all’Auditorium Santa Chiara di Trento per salutarci e per ascoltare la nostra musica. Personalmente non vedo davvero l’ora di incontrarli tutti.

Hai suonato per 15 anni nella band di tuo padre, che tipo di esperienza è stata lavorare con un professionista notoriamente molto esigente come lui?

Lavorare con mio padre è stata un’esperienza straordinaria  – continua il tastierista britannico – e ho imparato molto nel corso degli anni. Suonare con lui nella sua band ha aiutato molto il mio modo di suonare.”

Photo by Patrik Marek

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Wit Matrix
Pink Floyd Day
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Ufficio Stampa: Stefano Leto 

— Onda Musicale

Tags: The Wall, Paul McCartney, Durga McBroom, Jennifer Batten, Desert Trip, Harry Waters, Pink Floyd, Joe Cocker, The Rolling Stones, Roger Waters
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