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Ian Stewart: il sesto Rolling Stones allontanato perché “non adatto”

Ian Stewart nasce in Scozia il 18 luglio 1938 e muore a Londra il 12 dicembre 1985. Dopo aver fondato i Rolling Stones assieme a Mick Jagger e Brian Jones, nel 1963 viene allontanato dal manager Andrew Loog Oldham, di comune accordo con gli altri membri della band.

È il pianista del gruppo e viene licenziato (anche se ufficialmente “lasciò la band“) per puri motivi di marketing: gli Stones sono formati da sei membri, troppi per gli standard dell’epoca, è quindi deciso di eliminarne uno e la scelta cade sullo stesso Ian, in quanto, brutto e sgraziato, non aveva il look giusto per il gruppo che doveva fare concorrenza ai Beatles anche in materia di successo tra il pubblico femminile.

Si dice che Stu se l’aspettasse, e che accettò comunque di continuare a collaborare con i suoi ex-compagni per amore della band. Infatti, svolse la funzione di road manager per tutta la vita, e soprattutto continuò a suonare il piano in molti dei brani degli Stones.

Nel 1980 partecipa al supergruppo Rocket88 con alcuni amici musicisti, Colin Hodgkinson, Alexis Korner, Charlie Watts e Dick Morrissey e pubblica un LP a tale nome. Negli anni ’80 suona in alcuni dischi del musicista italiano Guido Toffoletti e la sua Blues Society. Muore per un attacco cardiaco nella sala d’aspetto della clinica dove avrebbe dovuto ricoverarsi per curare i suoi gravi problemi respiratori.

La storia ci racconta che fu il primo, Ian Stewart, a rispondere a quell’annuncio che Brian Jones pubblicò su Jazz News, il 2 maggio del 1962 e cpon il quale cercava elementi per mettere in piedi una band.

Poi arrivarono Mick Jagger e Keith Richards, e poi ancora – otto mesi dopo circa – Bill Wyman e Charlie Watts. (Estratto da Rockol, per leggere tutto l’articolo clicca qui)

Il mito dei Rolling Stones, Ian Stewart, lo vide nascere la protagonista. Lo tenne a battesimo, sfruttando la sua condizione “borghese” di unico, nella band, ad avere un lavoro “vero” – alla Imperial Chemical Industries – che gli permettesse di avere accesso a un telefono e prendere accordi con locali e impresari nella fase più delicata del lancio di una leggenda, quella della prima formazione di un seguito. Il destino, però, sa giocare scherzi pessimi.

Nel maggio del 1963, ad un anno esatto dalla fatidica risposta all’annuncio di Brian Jones su Jazz News, Oldham (il manager della band) annuncia l’uscita ufficiale di Stewart dagli Stones. “Non sembrava parte del gruppo, e poi sei facce – sulle locandine – sono troppe da ricordare”, dirà l’impresario qualche anno dopo.

Avrebbe potuto dirci: ‘Sapete una cosa? Andate a fare in culo’. Ma non lo fece – ricordò a posteriori Keith Richards – e invece ci disse ‘Ok, vi porterò in giro io’”.

Messo ai margini del progetto, Ian Stewart comprò un furgone per gli spostamenti del gruppo e accettò di rimanere a bordo con un ruolo defilato, da pianista aggiunto e tour manager. “Ci vuole un grande cuore per fare un cosa del genere – commentò sempre Richards al proposito ma Ian aveva uno dei più grandi cuori in circolazione”.

(fonte: link)

— Onda Musicale

Tags: Keith Richards, The Rolling Stones, Mick Jagger, Brian Jones, Charlie Watts
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