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Roger Waters: “Suonerò The Wall al confine con il Messico per eliminare l’odio fra i popoli”

The Wall è uno dei dischi più rappresentativi dei Pink Floyd. Pubblicato il 30 novembre del 1979 (leggi l’articolo) si tratta dell’undicesimo lavoro discografico della band inglese ed è incentrato sulla storia di un personaggio inventato di nome Pink.

A causa di una serie di traumi psicologici, Pink arriva a costruirsi un “muro” mentale attorno ai propri sentimenti e dietro al quale si isola. I suoi disagi nascono prevalentemente durante la sua infanzia, a causa della morte del padre, dell’eccessivo rigore della madre e per la durezza dei suoi insegnanti. The Wall (leggi l’articolo) segna anche la fine della formazione classica della band in quanto il tastierista Richard Wright partecipa in una seconda fase alle registrazione e per questa ragione viene, di fatto, estromesso da Waters e figura nei crediti del disco come turnista.

A distanza di tanti anni dalla sua pubblicazione e dopo innumerevoli e grandiosi tour mondiali, The Wall potrebbe essere suonato direttamente alla frontiera messicana, dove il presidente Donald Trump vorrebbe innalzare un muro per dividere il suo paese dal sud America. A riferirlo è l’agenzia France Presse.

A volerlo è lo stesso Roger Waters, genio creativo dei Pink Floyd ed uno dei più grandi parolieri e musicisti nella storia della musica,  (leggi l’articolo) nonchè cofondatore dei Floyd stessi, il quale vorrebbe suonarlo proprio dove il Presidente americano ha intenzione di innalzare il muro. 

Questa intenzione di Waters arriva proprio nei giorni in cui il tycoon americano sta facendo pressioni in America per poter inserire all’interno della legge di bilancio i circa 5 miliardi di dollari necessari per la costruzione della barriera con il Messico.

La musica è il luogo legittimo per esprimere una protesta, i musicisti hanno l’assoluto diritto, il dovere, di aprire le loro bocche per pronunciarsi. Molto rilevante ora con Mr. Trump e tutto questo parlare di costruire muri e creare quanta più inimicizia possibile tra le etnie e le religioni“, ha dichiarato lo stesso Waters.

Il muro dell’album è quello di una barriera mentale nata da un episodio occorso allo stesso Waters durante uno dei primi concerti con i Pink Floyd. Era il 6 luglio 1977 e nella circostanza Roger sputò ad uno spettatore che lo stava infastidendo ad un concerto a Montreal, in Canada. Da quel momento ha maturato e realizzato l’idea del muro fra lui e la gente, come elemento di divisione e non di fratellanza.

Roger Waters, 75 anni, pacifista ed attivista a favore dell’uguaglianza fra i popoli, non ha mai fatto in modo di nascondere la sua antipatia nei confronti di Donald Trump, spesso bersaglio di critiche feroci durante i suoi concerti. (leggi l’articolo

Già due anni fa Roger manifestò questa intenzione di suonare al confine fra Stati Uniti e Messico (leggi l’articolo) ma, almeno fino a d oggi, non è riuscito nel suo intento.

 

— Onda Musicale

Tags: Messico, Donald Trump, Pink Floyd, Roger Waters, Richard Wright, The Wall, Pink
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