In primo piano

Un disco per il week end: “Maschere” di Andrea Donzella

È il primo giorno di febbraio e, dalla mia finestra, vedo scendere tonnellate di neve che imbianca strade e montagne, Trento non è certo famosa per il mare, e per aiutarmi un po' metto su un disco.

Il disco in questione è “Maschere” del cantautore milanese Andrea Donzella, uscito a metà dicembre 2018. Si compone di solo otto canzoni, ma le vale tutte. Vediamo dunque che cosa c'era dentro:

 

Mille cose da salvare: “ci sono mille cose da salvare, il primo sei tu”con queste parole si apre la prima traccia del disco con sonorità che spaziano dall'orchestrale al rock più classico.

Anche la voce poi subisce un'interessante variazione, al pari di alcuni stacchi quasi prog, dal rock più sferzante al cantautorato più tranquillo con vaghi echi dei Beatles.

Molto interessante poi l'assolo di chitarra che mostra tutto un mondo di sensibilità e fiducia nel futuro di questo mondo “che non è tutto favole”, ma in qualche modo si potrà comunque andare avanti.

Quante volte avrei voluto: un tenero intarsio di pianoforte, sorretto poi da un emozionante riff di chitarra elettrica e strumming acustici, spalanca le porte della mente e del cuore di un uomo.

Il protagonista di questa canzone è molto amareggiato perché la relazione in cui si trova ormai non va da nessuna parte. Troppi problemi, troppo poco tempo, ma forse potrebbe bastare anche un giorno solo a cambiare tutto un insieme di errori.

C'è dunque spazio per il rimpianto per qualcosa che poteva essere tra lacrime e scuse assieme a “dammi un altro giorno e capirai che il tempo sai corre troppo in fretta, ma se resti giuro che lo fermerò”.

Ogni volta io: atmosfere più cupe e malinconiche per descrivere tutta quella serie di sbagli che si sono fatti con una persona amata, gli echi e gli archi enfatizzano la ripetitività di questi eventi.

In ogni caso anche se si è sembrati strani, stanchi, in errore, ogni volta comunque si è rimasti sé stessi, anche se imperfetti, ma comunque senza portare una maschera. All'altra persona poi rimane il compito di accettare le cose come stanno ricordando sempre che, anche quando si sbaglia, non è certo un piacere per nessuno.

La vita è così: “se te ne vai”, quante volte abbiamo sentito, o peggio detto, questa frase? Pesante come un macigno e più fredda di una notte d'inverno porta con sé un dolore indescrivibile. Veritiera e profonda vi farà ricordare il De Gregori dei primi tempi e premere il tasto “repeat” più volte.

Non ci sei: tenere note sospese nell'aria fluttuano sorrette dagli arrangiamenti orchestrali mentre la voce roca, qui a metà strada tra Antonello Venditti e Renato Zero, canta un dolore interiore. Quello forte e straziante dei conflitti interni che viviamo mentre si ama qualcuno.

Come recita lo stesso Andrea Donzella, la domanda che ci si pone alla fine di tutta questa storiaccia è “a chi mi sono dato?” Gran bella domanda, a saperla la risposta.

Ho fatto tutto: atmosfere ed orchestrazioni sognanti, un po' come i Nomadi dei tempi che furono, sorreggono un testo che invece è tremendamente vero. Quante volte ci siamo sbattuti, fatti in quattro, fatti il mazzo, fatti il c..o per qualcuno?

Quante volte abbiamo poi realizzato che è stata tutta fatica sprecata? Riflettiamo attentamente su chi decidiamo di investire il nostro tempo e la nostra energia perché non tornano certo indietro.

Non è successo niente: quanto può essere negativa una scelta sbagliata? Molto, ma sapete cos'è peggio? Il non scegliere proprio, se non quello di essere passivi, si rivela una cosa ancora peggiore!

Se tornerai: splendida chicca finale. Si tratta di un grido d’Amore, un grido che arriva perché chi ti ha lasciato frettolosamente, infondo vorrebbe misurare il tuo amore, la tua disperazione…e tu innamoratissimo, ma consapevole di questo, non ti opponi, la lasci andare. E se non Torna? Probabilmente, non c’era nulla di Grande”.

 

In conclusione, che dire di questo disco? Con una voce a metà strada tra quella di Franz Di Cioccio della PFM e Francesco De Gregori, Andrea Donzella mischia sapientemente cantautorato italiano e sonorità rock per un risultato complessivo davvero solido e ben fatto!

 

Vanni Versini – Onda Musicale

 

PAGINA FACEBOOK DI ONDA MUSICALE

— Onda Musicale

Tags: Franz di Cioccio, PFM, The Beatles, Antonello Venditti, Francesco De Gregori, Nomadi, Renato Zero, Vanni Versini
Sponsorizzato
Leggi anche
Roger Waters ai Maroon 5: “Inginocchiatevi sul palco del Super Bowl, anche se tutti si incazzeranno!”
Alla ricerca della canzone più rock della storia: I’d Do Anything for Love (But I Won’t Do That)