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Un disco per il week end: “Yellow Submarine” dei Beatles (Lato A)

Quando si pensa ai Beatles che canzoni vengono in mente? Magari “Help!”, “Let It Be”, “Yesterday”, “Come Together”, “Here Comes the Sun” e la lista potrebbe andare avanti ancora per un po’.

Ma fra tutte queste ce n’è una che non manca mai e che porta il titolo dell’omonimo film animato pieno di colori e psichedelia, Yellow Submarine. Sinceramente dubito molto che esista qualcuno su questo pianeta che non abbia mai sentito l’inno del sottomarino giallo scritto da un ispiratissimo Paul McCartney o visto il coloratissimo videoclip che riprende le scene dell’omonimo film.

Oltre a distinguersi per la voce di Ringo Starr, la musica credo che la conosciate bene, si caratterizza per un coro composto da amici, colleghi ed altri addetti al settore. Tra questi spiccano il roadie Mel Evans, il produttore George Martin, la fiamma di Mick Jagger Marianne Faithfull, l’ingegnere del suono Geoff Emerick, il produttore Neil Aspinall, la moglie di Harrison Pattie Boyd ed il polistrumentista dei Rolling Stones Brian Jones prima della sua tragica morte.

“Only a Northern Song”: ipnotica e psichedelica vede la firma e la voce di un critico George Harrison nei confronti della società Northern Songs Ltd. Che gestiva i diritti d’autore delle canzoni scritte dall’accoppiata Lennon/McCartney. Ovviamente Harrison era parecchio risentito perché anche lui partecipava attivamente alle composizioni dei Beatles, ma al pari di Starr, guadagnava lo stesso molto meno rispetto ai due cantanti.

Il testo poi vi farà ricordare la celebre With a Little Help from My Friendstratta dal mitico Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band di due anni prima. Il brano, sempre riguardante “stonature” e  “accordi sbagliati”, risaliva infatti a quel periodo, ma venne scartata all’ultimo perché non trovava posto nel disco. Fanno infatti la loro comparsa tastiere, un’orchestra impazzita, voci che echeggiano mentre quella di Harrison sfuma nelle note finali.

“All Together Now”: se la title track poteva sembrare più “bambina” rispetto alle altre canzoni dei Fab Four anche questa non scherza. Scritta con meno impegno rispetto ad altri brani, la band crea una sorta di piccola filastrocca da cantare a bambini e tifoserie britanniche. Il titolo poi, tutti insieme adesso, ne è un chiaro esempio. Famosa per il battito di mani, i pochi accordi e l’armonica a bocca suonata da Lennon è stata ripresa in più salse, un po’ come i Beatles stessi, anche se quella che mi ha fatto più andare fuori dai gangheri è stata la versione per bambini presente in uno spot di una nota compagnia telefonica.

“Hey Bulldog”: i Beatles e l’India sono quasi sempre andati d’accordo, si ricordi il sitar di Harrison, ma prima di partire bisogna sempre finire del lavoro ed i Beatles non facevano attenzione.

La band si trovava nei consueti studi di Abbey Road per registrare il video promozionale di “Lady Madonna” e McCartney suggerì di registrare un altro nastro assieme al video. Dall’intuizione di John Lennon al pianoforte, riproposto sul momento, nacque dunque questa canzone che, al pari di “Lady Madonna”, si basa sul giro di piano.

Criptica e blueseggiante contiene anche un bel riff di chitarra elettrica ed un “latrato” registrato in un moneto di ilarità generale. Se poi si guardano i due video si noterà anche in entrambi Harrison suona una Gibson SG, un modello non troppo usato dal chitarrista inglese. “It’s All Too Much”: Harrison firma ancora una canzone con la sua incisiva sei corde strabordante di elettricità ed una voce sdoppiata. Il brano è molto più hippy, “quando guardo nei tuoi occhi il tuo amore è lì per me”, rispetto alle precedenti canzoni del disco.

Inoltre, l’atmosfera che si respira è di pura ispirazione visto che vengono mescolati Barocco, musica indiana e musica psichedelica assieme agli acidi. Pare infatti che l’ispirazione provenisse da un trip di LSD mischiata a “Sorrow” dei McCoy ripresa e coverizzata anche dai Merseys e David Bowie raggiungendo la notorietà ed incendiando le classifiche.

All You Need Is Love”: altra canzone che tutti avrete sicuramente sentito, anche negli spot pubblicitari, e che vede tutta una schiera di persone sia per il video che per il coro. Ci sono infatti, oltre a George Martin al pianoforte, Mick Jagger e Keith Richards degli Stones, Keith Moon degli Who, Eric Clapton, Graham Nash, Pattie Boyd e due persone particolarmente vicine a McCartney.

Il fratello minore Peter Michael McCartney, oggi meglio conosciuto come Mike McGear, e la sua ragazza Jane Asher che ha ispirato brani come I’ve Just Seen a Face e All My Loving.

Corale, semplice e d’impatto è stato veramente un più che perfetto biglietto da visita dei Beatles che hanno annunciato al mondo sempre più in guerra un messaggio d’amore, “tutto ciò che vi serve”.

 

 

— Onda Musicale

Tags: Help, Let It Be, Lady Madonna, Come Together, Yellow Submarine, The Beatles, Yesterday, Here Comes The Sun
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