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Paul McCartney: “Ecco come abbiamo scritto ‘With a little help from my friends”

La storia dall’interno di uno dei più grandi sodalizi cantautoriali del secolo, il binomio ‘Lennon/McCartney‘, in cui emerge un rapporto di Paul con John Lennon come amici oltre che come collaboratori. “With a little help from my friends” fu scritta per Ringo Starr.

Quesrto è un estratto dal libro “Paul McCartney: Many Years From Now ” di Barry Miles pubblicato da Henry Holt and Company.

PAUL: “Questa la scrissi nella casa di John a Weybridge appositamente per Ringo; ci è sempre piaciuta l’idea di farne una per lui e non doveva essere troppo simile al nostro stile. Penso che questa sia stata probabilmente la migliore delle canzoni che abbiamo scritto per Ringo. Doveva essere un personaggio in quest’operetta, in tutta questa cosa che stavamo facendo, quindi questo pezzo gli ha dato una buona introduzione, in qualunque posto nell’album; in effetti era il secondo brano.”

Ancora una volta, dato che eravamo nel periodo in cui fumavamo marijuana, il riferimento era d’obbligo: “I get high!” Era praticamente co-scritto insieme tra me e John, il pezzo per Ringo, un piccolo lavoro artigianale. L’ho sempre pensato come l’equivalente di scrivere un tema per un film di James Bond. Era una sfida, era qualcosa di insolito per noi, perché dovevamo scrivere in chiave di Ringo e bisognava essere un po’ sfacciati. A Ringo piacevano molto i bambini, era molto bravo con i bambini, così sapevamo che ‘Yellow Submarine‘ sarebbe stata una buona cosa che la cantasse Ringo. In questo caso, era una canzone leggermente più matura, che mi è sempre piaciuta molto. Ricordo di aver ridacchiato con John mentre scrivevamo le righe “What do you see when you turn out the light? I can’t tell you but I know it’s mine.” (Cosa vedi quando spegni la luce? Non posso dirtelo, ma so che è mio). Poteva essere una cosa che avrebbe detto lui mentre giocava con il suo pisellino sotto le coperte, o poteva essere interpretato ad un livello più profondo; questo era ciò che significava ma era un bel modo di dirlo, un modo molto non-specifico di dirlo. Mi è sempre piaciuto molto.

https://youtu.be/awBy_K30Pe8

PAUL: “Denny Cordell mi fece una telefonata e mi disse: “Ci piace quella canzone che canta Ringo, ma vorremmo ricantarla in un modo che pensiamo sarebbe davvero fantastico, cioè in chiave molto blueseggiante, molto folle, rallentarla di colpo”. Io risposi: “Bene, fantastico, provala e fammi sentire cosa ne fai”. Venne a trovarci agli studi Apple di Savile Row e ce la suonò e io esclamai: “Wow, fantastico!”

“Il loro arrangiamento apportava un cambiamento davvero radicale e fu il pane quotidiano di Joe per molti anni. Poi è stata ripresa da John Belushi, che faceva l’impressione di Cocker, e così divenne anche un po di Belushi, quindi ha dei bei ricordi, quella canzone. Il pezzo è diventato il tema di una serie americana molto bella che parla della crescita negli anni 60 , chiamata The Wonder Years. Dunque una canzone più volte ripresa, interpolata, riarrangiata. Ma originariamente era solo una canzone per Ringo.”

With a little help from my friends” fu ripreso da Denny Cordell e Joe Cocker. Joe era seduto sulla toilette esterna della casa dei suoi genitori a Tasker Road, Sheffield, quando ebbe l’idea di eseguire la canzone come un valzer, un vero e proprio inno, una celebrazione delle idee di comunismo, pace e marijuana dei gloriosi anni sessanta. Divenne la sua canzone più conosciuta e il suo primo grande successo.

— Onda Musicale

Tags: Paul McCartney, Joe Cocker, John Lennon, The Beatles, marijuana, Ringo Starr
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