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Ringo Starr e il suo ruolo da “paciere” nei Beatles

Se pensiamo allo scioglimento dei Beatles è quasi impossibile ignorare le ostilità (vere o presunte) tra i membri della band. In particolare, il dualismo fra John Lennon e Paul McCartney attrasse sempre un grande interesse. Ma non era l’unico. 

Nel documentario Let It Be, si può osservare una convivenza particolarmente difficile tra Paul McCartney e George Harrison, all’inizio del 1969. George ha avuto problemi anche con John, che non stava dando alle sue canzoni il rispetto che (secondo lui) meritavano. Tutto questo finì per causare l’abbandono da parte di George, e ci volle un po’ di lavoro per riportarlo indietro.

Il grande apprto di George Harrison

Non va dimenticato che Geroge Harrison ha fornito un grande contributo alla fama dei Beatles e che ha realizzato 25 canzoni con loro, fra le quali “Something”, “While My Guitar Gently Weeps“, “Here Comes The Sun” e che cercò di portare nella band delle sonorità più orientali e innovative. Certamente a

Tuttavia, non si ricorda mai alcuna “lite” con Ringo Starr, da parte di qualunque Beatle e infatti Ringo non sembrava avere problemi personali con glia altri membri della band. Infatti, mentre cercava di riportare George nel gruppo, la sua casa era il luogo delle trattative. E’ ampiamente risaputo che Ringo Starr abbia fatto, in più di una circostanza, da “paciere” fra gli altri componenti dei Beatles, spesso riuscendo nel suo (difficile) intento.

Dopo la rottura dei Beatles, mentre i membri della band si separano, il nome di Ringo Starr compare nei titoli degli album solisti degli altri (e viceversa). Ringo e John in particolare avevano un rapporto di amicizia molto solido e i loro primi album solisti lo hanno dimostrato ampiamente. 

Dopo lo scioglimento dei “fab four” la domanda era ricorrente

Come sarebbero stati i Beatles come artisti solisti? Il primo a cercare di dare una risposta fu Paul McCartney con il disco “McCartney” pubblicato il 17 aprile 1970 e nel quale “macca” suona tutti gli strumenti. Il disco è subito apprezzato dalla critica e si posiziona ottimamente sia nelle classifiche americane che in quelle britanniche.

Anche “All Things Must Pass” di George Harrison (novembre 1970) ha rivelato una vera grande potenzialità (forse finora inespressa o soffocata) finalmente libera dalla pesante ombra del duo Lennon/McCartney. Anche la John’s Lennon/Plastic Ono Band, uscita poche settimane dopo il disco di George, ha scosso il mondo della musica e ha fatto parlare molto i critici dell’epoca. Da un lato c’erano coloro che avevano del risentimento nei confronti di Yoko Ono, accusata di essere la principale causa della rottura dei Betales, ma da un altro alto c’erano invece coloro (più obiettivi) i quali riconoscevano a John Lennon i meriti per un apprezzabile disco solista.

E’ tuttavia molto significativo che Lennon chiamò proprio Ringo Starr a suonare la batteria durante le sessioni di registrazione dl disco. Queste le sue parole al riguardo: “Se riesco ad ottenere una cosa in corso d’opera, Ringo sa esattamente cosa fare e lo fare anche molto bene. Abbiamo suonato insieme per così tanto tempo che lui riesce a capirmi al volo.”  

Ringo Starr ha pubblicato alcuni singoli di un certo successo incluso “Back Off Boogaloo” (1972)

Il suo primo disco solista risale al 1970 e si tratta di un disco di cover (Sentimental Journey). Il secondo si intitola “Beaucoups of Blues” (1973) mente il primo disco che ottenne un discreto successo fu Ringo del 1973 e il disco vede la collaborazione di John Lennon ma anche di George Harrison, Paul McCartney, Billy Preston, Marc Bolan e Robbie Robertson. 

Nella prima traccia del primo brano del lato A, Ringo ha eseguito una canzone scritta da John Lennon per lui, “I’m the Greatest“. John è presente anche nei crediti al pianoforte e nei cori.  Inizialmente Lennon scrisse il brano per se stesso ma in seguito lo adattò per l’amico e, a detta di tutti, fu un successo senza riserve per il suo vecchio amico batterista

Nel 1974, quando Ringo entrò in studio per registrare il suo quarto disco solista Goodnight Vienna, chiamò John Lennon e gli chiese un altro favore (cioè una canzone) e John scrisse per lui “(It’s All Down to) Goodnight Vienna”. 

Questo vuol dire essere veri amici.

— Onda Musicale

Tags: The Beatles, Ringo Starr, Paul McCartney, George Harrison, Yoko Ono, All Things Must Pass, Something, While My Guitar Gently Weeps, John Lennon
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