In primo pianoMusica

10 pezzi heavy metal prima che l’heavy metal esistesse

C’è un genere musicale che dalla fine degli anni ’70 si aggira per il vasto universo del rock, dando vita continuamente ad una miriade di sottogeneri: l’Heavy Metal.

Da sempre osteggiato socialmente, il metal non ha vissuto mai un vero e proprio periodo di massimo fulgore, come il rock psichedelico o quello progressivo, tuttavia ha resistito a qualsiasi ondata con dignità. L’heavy metal non passa mai di moda perché non è mai stato di moda.

I segni distintivi del genere sono la pesantezza dei suoni, sempre sparati a tutto volume; il pessimismo umano, quando non cosmico, che permea testi e atmosfere musicali; rimandi più o meno plateali a iconografie horror, satanismo, fantasy e culture norrene; la velocità e, spesso, la tecnica prodigiosa dei musicisti; l’abbandono pressoché totale delle scale blues; l’abbigliamento tendente al nero, con preferenza per pelle e borchie. L’assetto è quello basilare del rock: basso, batteria – spesso col doppio pedale – e una o due chitarre elettriche.

Sebbene non si possa parlare di vero e proprio heavy metal fino all’ondata new wave britannica di fine anni ’70, i segni prodromici del genere possono essere ravvisati in alcune band fin dagli anni ’60. Ben lontani dal voler tracciare una storia del genere, abbiamo raccolto una top 10 di brani proto metal, ovvero che erano in parte o del tutto heavy metal prima ancora della nascita del genere.

1. You Really Got Me– The Kinks

I Kinks dei fratelli Davies incidono questo brano nel 1964. La canzone è considerata soprattutto un brano proto punk, tuttavia l’uso dei powerchord (molto diverso da quello che se ne faceva già nel blues e nel rock’n’roll) la rende seminale anche per l’heavy metal. Dave Davies ottenne un suono particolarmente grezzo tagliuzzando l’amplificatore con una lametta da barba; una diffusa – e infondata – leggenda vuole che l’assolo fosse suonato da Jimmy Page, che spesso suonava la ritmica in studio coi Kinks. Da segnalare a ulteriore riprova dell’importanza in chiave heavy del brano, la celebre cover incisa dai Van Halen.

2. Helter Skelter– The Beatles

Il brano deve indubbiamente la sua larga fama più alla strage di Cielo Drive, perpetrata dalla Family di Charles Manson, (leggi l’articolo) che ad altro. Tuttavia la pesantezza insolita per i Beatles e l’aura stessa di maledizione, ne fanno un brano importante a livello proto metal. Paul McCartney sostiene di averla scritta volendo rivaleggiare col frastuono prodotto dagli Who, altra band con cui il metal vanta qualche debito.

3. Sunshine Of Your Love– Cream

I Cream di Eric Clapton, Bruce e Baker furono i primi a introdurre elementi hard nel blues, divenendo così imprescindibili per il futuro hard rock di Led Zeppelin e Deep Purple. L’importanza per il metal è minore, vista la stretta derivazione blues, tuttavia Sunshine Of Your Love rimane seminale per essere il primo celebre riff di chitarra a suonare con una pesantezza che nulla ha da invidiare al futuro heavy metal.

4. Born to Be Wild– Steppenwolf

Anche per questo celebre pezzo degli Steppenwolf l’importanza è soprattutto simbolica. Si tratta infatti della prima occasione in cui l’espressione heavy metal viene utilizzata in campo musicale, nel verso heavy metal thunder. Nel 1962 lo scrittore psichedelico Burroughs aveva usato la definizione nel racconto La Macchina Morbida, ma il contesto era totalmente diverso. Born To Be Wild – originariamente scritta come ballad da Mars Bonfire – nell’arrangiamento hard degli Steppenwolf entra nella leggenda grazie al film Easy Rider.

5. Kingdom Come– Sir Lord Baltimore

Pezzo d’apertura dell’omonimo album d’esordio di questa oscura band di New York. Quello che nel 1968 i Sir Lord Baltimore propongono non si è mai sentito, e forse i ragazzi della Grande Mela sono troppo in anticipo. Iconografia ai limiti dell’horror, chitarra e perfino basso pesantemente distorti, un hard rock che congiura per diventare qualcosa d’altro: signori, siamo davanti al proto metal per eccellenza.

6. Summertime Blues– Blue Cheer

Nello stesso periodo, ma sull’altra costa – a San Francisco – i Blue Cheer fanno più o meno la stessa musica dei Sir Lord Baltimore: chitarre sparate a tutto volume con un’immagine più da west coast ma che comunque prende le distanze da figli dei fiori e influenze blues troppo smaccate. La versione del classico Summertime Blues di Eddie Cochran è tellurica quanto basta per inserirli di diritto tra i pionieri dell’heavy metal.

7. Immigrant Song– Led Zeppelin

Nel 1970 i tempi sono maturi per parlare di heavy metal quasi compiuto e i Led Zeppelin, che si stanno piano piano distaccando dalle radici blues, cantano questa Immigrant Song dal punto di vista dei vichinghi. L’andamento musicale è ampiamente riconducibile al futuro metal, ma è soprattutto il testo denso di mitologia norrena che farà scuola in certo epic e viking metal che verrà. Viene citato anche l’Hammer of Gods per la prima volta.

8. Black Sabbath– Black Sabbath

Ci siamo: nel 1970 i Black Sabbath creano l’heavy metal vero e proprio. Fin dai primi secondi della maestosa title track, si capisce che siamo di fronte a qualcosa di nuovo e che verrà replicato all’infinito – anche oggi – da centinaia di gruppi metal, in particolare nel sottogenere doom. L’iconografia esoterica, il nome ispirato a un film cult di Mario Bava, il suono distorto della chitarra di Iommi, le stramberie soprannaturali di Ozzy Osbourne e la provenienza da Birmingham, città metal per eccellenza, rendono l’esordio dei Black Sabbath il primo disco heavy metal della storia.

9. Black Night– Deep Purple

Particolarmente importanti tra i pionieri i celebri Deep Purple. Nonostante la potenza vocale e il falsetto di Ian Gillan, è Ritchie Blackmore con la sua chitarra a rivestire il ruolo più rilevante in ottica metal. Blackmore è forse il primo guitar hero che si distacca totalmente dal blues, cercando di prendere le distanze dai coevi Led Zeppelin, a cui i Deep Purple venivano spesso assimilati. Black Night è paradigmatica del periodo, ma tutto  l’album In Rock è stato studiato nota per nota dai chitarristi metal che sarebbero venuti dopo. Ritchie darà ancora più corpo a istanze epic metal coi Rainbow e coi suoi Blackmore’s Night.

10. Stone Cold Crazy – Queen

I Queen si sa, hanno attraversato un po’ tutti i generi e questa è stata sempre la loro croce e delizia. Tuttavia questa Stone Cold Crazy, canzone non certo celeberrima del 1974, è puro heavy metal.

Bonus Track: L’Ammonimento – Il Rovescio Della Medaglia 

Band più unica che rara nel panorama del progressive italiano, Il Rovescio Della Medaglia propone nel suo esordio – La Bibbia del 1971 – un vero e proprio assaggio di proto metal. La voce possente di Pino Ballarini, la chitarra distorta del bravo Enzo Vita e alcune suggestioni dei testi (pur molto ingenui), ne fanno un ottimo precursore di certo heavy metal di là da venire.

Ci sono ovviamente molti altri brani che sarebbero potuti finire in questa curiosa top 10, ci limiteremo a segnalarne qualcuno.

Breadfan, dell’hard rock band dei Budgie; l’avvio con un riff di chitarra al fulmicotone anticipa certi passaggi tipici del metal, tanto che i Metallica ne avrebbero inciso una cover nel loro Garage Inc. ; il concept album Satori, della Flower Travelin’ Band, band giapponese dedita a un pesantissimo rock blues psichedelico, molto cupo e debitore ai Black Sabbath; Dark Lord dei Sam Gopal, con la chitarra e la voce di Lemmy Kilmister al debutto, disco psichedelico e cupo che introduce temi esoterici; il pesante prog degli High Tide, quasi moderno prog metal, con Futilist Lament che ben presenta lo stile; Ride The Sky dei tedeschi e pesantissimi Lucifer’s Friend, molto simile alla coeva Immigant Song degli Zeppelin; The Return Of The Giant Hogweed dei Genesis, band lontanissima dall’idea di heavy metal ma forse la prima a introdurre il tapping in un pezzo rock; i granitici Granicus di Thieves, Liars and Traitors, gemma di proto metal del ’74 riscoperta negli ultimi anni. E ancora gli Hawkwind, i Buffalo, i mitici Iron Butterfly, i primi lavori dei raffinati Blue Oyster Cult e persino certi pezzi dei Pink Floyd.

Tutti i grandi del rock, in un certo senso, possono dire di aver gettato qualche seme malato da cui sarebbe nato l’heavy metal.

— Onda Musicale

Tags: The Who, The Beatles, Led Zeppelin, Ozzy Osbourne, Lemmy Kilmister, Cream, Jimmy Page, Eric Clapton
Sponsorizzato
Leggi anche
“Grow”, esce il terzo album del chitarrista fingerstyle Marc Perin
Le canzoni più belle dedicate al mondo del calcio