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È morto Ginger Baker, uno dei più grandi batteristi rock

Ginger Baker non ce l’ha fatta: da un po’ di tempo la notizia del suo ricovero in ospedale in gravi condizioni teneva col fiato sospeso gli appassionati di rock.

Il grande batterista aveva 80 anni e già nel 2016 aveva avuto seri problemi di cuore, tanto da aver dovuto annullare precipitosamente i numerosi impegni che ancora portava avanti. Con lui se ne va un altro terzo dei Cream, dopo la morte di Jack Bruce nel 2014, bassista e voce della band che rivoluzionò il rock alla fine degli anni sessanta, soprattutto grazie alla chitarra di Eric Clapton.

Ma chi era veramente Ginger Baker? La storia di Peter Edward Baker somiglia a tante altre del basso proletariato della provincia inglese del dopoguerra. Nato a Lewisham, un sobborgo di Londra, nel 1939, proprio mentre il flagello della Seconda Guerra Mondiale si abbatteva sul suo paese, Ginger – soprannominato così per la folta chioma rossa – non tardò a patirne le conseguenze. Il padre rimase infatti ucciso durante il conflitto e Baker, ormai adolescente cresciuto in povertà con la giovane madre vedova, rischiò più volte di prendere una brutta strada. A salvarlo, due passioni: quella per la bici, presto accantonata come il sogno di vincere il Tour de France, e quella per la musica. Sarà proprio la batteria a salvargli la vita.

Siamo nei primi anni sessanta e Ginger, assieme alla scena musicale inglese, si appassiona al blues. Segue Alexis Korner, il pioniere del british blues, nella sua band; fa poi parte della Graham Bond Organization. Nel frattempo ha conosciuto Jack Bruce e, una volta contattato Eric Clapton, nascono i Cream. A quell’epoca Clapton, dopo la militanza negli Yardbirds e nei Bluesbreakers di John Mayall, è considerato poco meno di Dio, come testimoniava la celebre scritta sui muri londinesi. Bruce e Baker, dal canto loro, si ritengono la migliore sezione ritmica del mondo, forti anche delle esperienze jazz, da sempre primo amore di Ginger. Da queste premesse ben poco umili nasce il nome Cream: Clapton, Bruce e Baker sono infatti la crema del rock.

L’esperienza dura poco più di due anni e una manciata di album, tra cui almeno Disraeli Gears e Wheels Of Fire possono essere annoverati come pietre miliari del rock. Il talento, l’affiatamento e le grandi innovazioni tra psichedelica e hard blues, rendono il progetto leggendario. Le bizzose personalità dei tre, i ritmi insopportabili dei tour e il massiccio uso di droghe lo rendono insostenibile.

Da lì in poi Baker si imbarca in una serie di progetti dal successo altalenante ma sempre di grandissima qualità. I Blind Faith, di nuovo con Clapton e un altro mostro sacro come Steve Winwood, gli Air Force, ensemble a suo nome che registra due album densi di funk e ritmi africani. La musica etnica africana è la nuova passione del nostro, che volerà anche in Nigeria per abbeverarsi alle sorgenti del blues.

Seguono l’esperienza della Baker Gurvitz Army, dischi solisti e una fugace militanza negli Hawkwind. Da sempre alieno ai meccanismi della discografia che conta, Baker si ritira per un periodo a metà degli anni ottanta, stanco dello showbiz, in Toscana.

Ritenuto il miglior batterista della sua epoca, con Keith Moon e John Bonham, continuerà a suonare finché il suo cuore glielo permetterà, provato anche dalle continue voci, mai concretizzate, di reunion dei Cream. La superband si riunirà due volte per esibizioni estemporanee in occasioni particolari. Negli anni novanta, dopo il rifiuto di Clapton di tornare insieme, Baker e Bruce ci proveranno unendosi nei BBM con Gary Moore. Ne uscirà un bel disco – Around The Next Dream – che purtroppo non avrà seguito. La reunion del 2005 per due storici concerti alla Royal Hall frutterà un live e nuove voci di ricongiungimento, a cui Baker replicherà – caustico – di non volerci pensare per non doversi mangiare il fegato per l’ennesima volta.

La morte nel 2014 di Jack Bruce mette fine per sempre a qualsiasi sogno di un ritorno dei Cream. E oggi, proprio mentre Clapton ha appena annunciato che tornerà in tour, anche in Italia, se ne va con Ginger Baker l’ennesimo pezzo di storia del rock.

— Onda Musicale

Tags: John Mayall, John Bonham, Gary Moore, Cream, Keith Moon, Jack Bruce
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