In primo piano

Angelo Branduardi: intervista in occasione dell’uscita del nuovo album “Il Cammino dell’Anima”

Qualcuno lo ha definito un raffinato“menestrello” del nostro cantautorato. Il suo brano del 1976, “Alla fiera dell’Est”, ispirato da una filastrocca ebraica, è entrato di diritto nella storia dei classici della musica italiana, perché unico, bellissimo e suonato in acustico con grande maestria.

È di sicuro, uno dei cantautori più originali della storia della nostra musica, e per questo, per il nostro Angelo Branduardi, è stato tutto un crescendo, passando per indimenticabili canzoni come “La pulce d’acqua”, “Ballo in Fa diesis minore”, “Cogli la prima mela”, “Si può fare “ (solo per citarne alcune) fino ad arrivare a vere e proprie opere musicali.

Una carriera piena di autentici successi senza fine, che hanno permesso al cantautore lombardo di raggiungere in poco tempo un’indiscussa notorietà internazionale, con famose, estenuanti, e fortunate tournée che hanno toccato le principali città di tutta Europa. Branduardi è un ricercatore instancabile, amante della musica e della poesia, un artista dotato di una cultura sopraffina.

Lo incontrai per la prima volta a Padova nei primi anni novanta e parlando con lui ebbi come l’impressione di avere di fronte a me il portavoce di un antico mondo fiabesco, una sorta di perenne enfant prodigedel violino disturbato da tutto ciò che era moderno, un uomo che era stato inviato da chissà chi, da un lontano passato fino al mondo d’oggi, per portarci un po’ di quella poesia ormai scomparsa.

Le mie sensazioni di allora, mi ritornano in mente oggi, quando a distanza di poco meno di trent’anni devo risentire la sua voce, per questa intervista che ad essere sincero mi emoziona.

Pochi giorni fa è uscito il suo nuovo album “Il Cammino dell’Anima”, un album nel quale Angelo Branduardi ritorna a cantare la spiritualità, risvegliando dal sonno dell’anno mille, l’opera visionaria di Hildegard Von Bingen, monaca, reclusa secondo la regola di San Benedetto, fin dall’età di 8 anni e poi badessa di Bingen.

Penso che è sempre lui, il grande Branduardi, quel suo affascinante percorso di spiritualità iniziato già ai tempi del suo esordio.“La musica è nata con la religione”, diceva già da allora.

Ecco l’intervista, Angelo Branduardi è da sempre una persona molto gentile.

Cantautore, polistrumentista, violinista, compositore, scrittore, poeta, come si definirebbe Angelo Branduardi?

“Io sono un artista. Un artista che pratica l’arte più astratta che ci sia, cioè la musica, la quale essendo la più astratta è la più vicina allo spirito, all’assoluto”.

Sei un artista veramente unico, noto a livello internazionale. All’inizio della tua carriera, quali sono stati gli artisti ai quali ti sei maggiormente interessato?

“Sicuramente Donovan e poi Cat Stevens che adesso di fa chiamare Yusuf e che per 28 anni non ha più fatto dischi. Cat Stevens è stato il mio vero idolo, io lo imitavo quasi alla perfezione. Ovviamente a questi due, aggiungerei anche Bob Dylan”.

Hai collaborato con un’infinità di persone eccezionali: Giorgio Faletti, Maurizio Fabrizio, Stephen Stills, Graham Nash, Ennio Morricone, Franco Battiato, Elvis Costello, tua moglie Luisa Zappa, solo per citarne alcuni. Talentosi si nasce o si diventa?

Diciamo che ci deve essere, adesso ti cito un po’ il mio amico Morricone, ci deve essere un talento iniziale che viene da dove non si sa. Questo talento iniziale però non serve a niente se non viene coltivato, tramite degli incontri fortunati, con maestri altrettanto fortunati, etc. etc.. Poi è necessario un grande studio. Io ho fatto 10 anni di violino, – ci racconta Branduardi – me li ricordo ero bambino, non so come ho fatto a farli, però se io avevo talento è in quel momento che l’ho coltivato e le persone a me vicine in quel periodo mi hanno aiutato a coltivarlo. Per esempio il mio maestro Augusto Silvestri. Era considerato un pedagogo eccezionale, aveva importato in Italia il metodo Ševčik , che era il metodo attraverso il quale suonavano tutti i violinisti dell’Est, che erano ebrei e suonavano in un modo completamente diverso dagli altri europei , molto più moderno. Ancora oggi si suona così.

Cosa rappresenta per te la musica?

Quello che ti ho detto prima, l’arte più astratta e più vicina all’assoluto.”

Senza il sostegno di tuo padre per lo studio della musica, e l’incontro con tua moglie che scrive la maggior parte dei testi delle tue opere, saresti diventato lo stesso il grande Angelo Branduardi?

No! Mio padre e l’incontro con mia moglie mi hanno portato ad essere quello che sono. Mio padre, perché io iniziai tanto piccolo lo studio del violino ed ebbi due crisi intorno agli 11-13 anni perché non potevo fare altre cose, studiavo solo. Mio padre senza impormi nulla, -continua Angelo Branduardi – e pur non essendo un musicista ma comunque un amante della musica (in particolare di Verdi), mi aiutò tantissimo ad uscire da quell’impasse. Senza di lui avrei smesso di studiare il violino. L’incontro con Luisa (Luisa Zappa, artista e moglie di Angelo Branduardi – n.d.r.), è stato dominante. Anch’io ho scritto dei testi, i quali sono scritti a quattro mani, ma tre sono sue…. Io ho dedicato tutta la mia vita allo studio della musica, poi per quello che riguarda i testi ci sono stati questi incontri fortunati, quello con mia moglie ma anche con i poeti Franco Fortini e Pier Paolo Pasolini.“

Oggi esce il tuo nuovo album “Il cammino dell’anima” ispirato all’opera di Hildegard Von Bingen, cosa puoi anticiparci?

Io e mia moglie Luisa, non siamo esperti di Hildegard, che era una ‘marziana’, dopo ti dico perché. Io ho scoperto della musica che lei aveva scritto, e sono rimasto molto colpito dal fatto che una donna nell’anno 1000 potesse aver scritto della musica. Mi sembrava una cosa impossibile. Mi sono messo ad ascoltarla, ho ascoltato tutto quello che lei ha fatto.  Hildegard Von Bingen ha scritto musiche e testi molto belli. Noi ,con grande rispetto, li abbiamo scelti, estrapolati, tradotti in maniera perfetta, letterale, e li abbiamo trasformati in qualcosa di leggermente più moderno. Tu considera che Hildegard, – prosegue Branduardi – non era solo musicista, era poetessa, era un’erborista, una dietologa, un medico. Insomma una donna così nell’anno 1000 era davvero una figura rara, eccezionale. Infatti era ed è uno dei miti delle femministe degli anni ’70 e ’80. È stata fatta Santa e addirittura Padre della Chiesa soltanto 1000 anni dopo da Joseph Ratzinger, perché era un tipo troppo strano per essere considerata una Santa tanto tempo fa. Negli anni dopo, è stato un grande teologo come Ratzinger a pensarci nominandola addirittura Padre della Chiesa, ci sono solo 4 donne Padri della Chiesa “.

Che progetti hai per il futuro ?

“La mia prossima tournée durerà tutto l’anno prossimo. Quindi sarò molto occupato. Ci saranno anche degli avvenimenti abbastanza clamorosi di cui non posso parlare. Ci sarà anche l’uscita di un bel cofanetto in vinile che conterrà 3 dischi essenziali, cioè ‘Futuro Antico I‘ che è un po’ una hit parade del Medioevo, poi ‘L’infinitamente piccolo’ che fu quel grande successo che nessuno pensava su San Francesco e ‘Il Cammino dell’Anima’. Un cofanetto in edizione limitata e come anticipato sarà in vinile.

 

— Onda Musicale

Tags: Franco Battiato, Ennio Morricone, Angelo Branduardi, Stephen Stills, Graham Nash, Elvis Costello
Sponsorizzato
Leggi anche
Beatles: ritrovati in una cesta di pane tre filmati inediti
Cinquant’anni fa il disco che definì il Prog: In The Court Of The Crimson King