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Un anello che vale una vita: i Beatles in Help! (1965) [Seconda Parte]

Riprendiamo da dove eravamo rimasti… Ahme – dopo aver palesato a Ringo il destino che lo attende se non si libera dell’anello – tenta di fargli rimpicciolire il dito in cui indossa l’anello tramite l’iniezione di una sostanza speciale.

Sta per fare la fatidica puntura, quando Clang e i suoi squinternati collaboratori irrompono nella casa dei Beatles – una casa con quattro falsi ingressi separati che conducono ad un unico salotto. L’imprevisto fa sì che la siringa vada a conficcarsi nella gamba di Paul che, senza volerlo, si rimpicciolisce sino a diventare un microbo. Per non rischiare la vita si rifugia in un posacenere. A scombinare ancor di più la situazione ci si mette l’arrivo di Foot e Algernon i quali, in qualche modo, riescono a mettere in fuga gli aggressori. I Beatles tentano quindi di liberarsi della presenza dei due scienziati: Foot punta loro una pistola, ma l’arma fa cilecca (a detta di Foot proprio perché è di fabbricazione britannica).

A questo punto della storia i Beatles hanno chiaramente capito che la setta e i due scienziati sono sulle loro tracce.Finché non avranno ottenuto ciò che desiderano, per i quattro non ci sarà pace. Cercano rifugio sulle montagne dell’Austria, precisamente sulle piste innevate di Obertauern (nel Salisburghese). Gli agguati non sono finiti: sulla pista del curling Foot e Algernon piazzano una bomba mascherata da stone. George se ne accorge e dà l’allarme. L’esplosione provoca un buco da cui emerge un nuotatore (Mal Evans) che chiede indicazioni per le bianche scogliere di Dover.

I Beatles proseguono nella loro fuga: registrare il nuovo album, con tutti questi seccatori alle calcagna, non è facile.Con la protezione di Scotland Yard, viene allestito uno studio di registrazione nella piana di Salisbury (quella dove sorge Stonehenge), ma nemmeno lì i musicisti riescono a stare in pace, dato che si trovano coinvolti in un attacco di Foot cui rispondono i soldati dell’esercito britannico. In maniera rocambolesca giungono a Buckingham Palace. Nemmeno questo edificio è un luogo sicuro, dal momento che sono quasi catturati da Foot, camuffato con la divisa delle celeberrime Coldstream Guards.

Dopo l’ennesima fuga, i Beatles finiscono in un pub. Sono scortati dalla Polizia e dall’ispettore Gluck, di Scotland Yard. I cattivi però sono sempre in agguato: Clang è sotto il naso di tutti, dal momento che è travestito da barista. Serve una birra ai Beatles, ma Ringo non riesce a sollevare il suo boccale: ci riesce George, ma in realtà scopre trattarsi di una leva per aprire una botola, apertura nella quale va a finirci proprio il povero batterista, finalmente nelle grinfie della malvagia setta. Sotto il pavimento del pub vi è una cantina e Clang al suo interno vi ha condotto una tigre. Per domare il felino, l’ispettore suggerisce ai presenti di intonare il celeberrimo “Inno alla Gioia” dalla Nona Sinfonia di Beethoven. Il canto collettivo riesce nell’intento.

Le peripezie del gruppo più famoso al mondo si concludono sulla sabbia delle spiagge assolate delle Bahamasdove si verifica il tanto agognato lieto fine, non prima di aver assistito al classico colpo di scena.

Ringo è catturato da Foot: gli si presenta la tanto attesa occasione di impadronirsi del famoso anello. Potrebbe farlo in modo drastico, cioè tagliando il dito al batterista, ma Ahme – chiaramente schierata dalla parte dei Beatles – giunge in suo soccorso. Liberato Ringo, entrambi si tuffano in acqua, ma la fuga dura poco, dal momento che vengono prontamente riacciuffati dai membri della setta. Clang finalmente può iniziare il sacrificio tanto a lungo rimandato: a protezione del rito ci sono i fucilieri Gurkha (originari del Nepal).

Ringo e Ahme riescono a liberarsi: nel tentativo di avvisare i suoi amici del pericolo, lui si ritrova improvvisamente senza anello, dato che gli si è miracolosamente sfilato dal dito. Il gioiello finisce al dito di Clang, che riesce a disfarsene, appioppandolo a Foot e Algernon; questi decidono alla fin fine di lasciarlo sulla sabbia. Dopo tutti questi passaggi, l’anello termina la sua avventura al dito dell’avido Bhuta, sacerdote come Clang, il quale decide di immolarlo.

Il film, dopo una breve dedica nonsense ad Elias Howe – inventore della macchina da cucire – si conclude con dei titoli di coda in cui si assiste ad una carrellata dei personaggi visti attraverso i riflessi della pietra incastonata sull’anello. La musica che accompagna i titoli di coda è l’ouverture del Barbiere di Siviglia che, condita dalle risate e dai commenti degli stessi Beatles, conferisce un tono euforico e singolare alla chiusa di questo film che, a distanza di più di cinquant’anni dalla sua distribuzione nelle sale cinematografiche, è ammirato come influente precursore dei video musicali.

— Onda Musicale

Tags: Help, The Beatles
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