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17 marzo 1944: nasce Pattie Boyd, musa ispiratrice del rock

Il 17 marzo 1944, nasceva a Tauton, nel Somerset (Inghilterra), Patricia Anne Boyd, detta Pattie. Modella di successo, poi apprezzata fotografa, ex-moglie di George Harrison, in seguito di Eric Clapton, amico proprio del beatle.

E’ stata la Laura, la Beatrice dei tempi moderni, pur se non viene citata direttamente; una musa ispiratrice di diversi capolavori, al centro anche di un triangolo amoroso sulle note di due delle migliori chitarre rock di sempre.

Cresce a Nairobi in Kenya, e nel 1961 si trasferì a Londra, per lavorare come modella, inizialmente venne scartata da molti fotografi che si lamentavano del suo look “non idoneo” e dei denti sporgenti, paragonandola a un criceto. Scelta da Elizabeth Arden, come volto di uno shampoo, cominciò a viaggiare per il mondo, anche per Mary Quant, colei che inventò la minigonna, diventando uno dei volti più apprezzati e fotografati della Swinging London. Il suo viso compare sulle copertine del Regno Unito e delle edizioni italiane di Vogue nel 1969. Tra la fine degli anni 60 e i primi 70, fu una delle prime influencer ante-litteram, oltre al lancio della minigonna, contribuì al successo di Foppolo sulle montagne bergamasche, dove andava con Cynthia Powell.

Il 2 marzo del 1964 il regista Richard Lester la chiamò per interpretare una studentessa in “A Hard Day’s Night”, primo film dei Beatles. Sul set l’incontro con Harrison, che rimane subito folgorato, mentre lei è legata a un altro. A fine giornata, lui le chiede già di sposarla. Pochi giorni dopo accetta di uscire con George al Garrick Club di Covent Garden, con loro c’è anche il padre putativo e manager dei Beatles, Brian Epstein.

Si fidanzarono subito diventando una delle coppie più glamour del globo, Harrison scrisse per lei I Need You, pubblicata nel 1965 su “Help”. Il 21 gennaio 1966 celebrarono le nozze, scegliendo una vita riservata nella loro villa di Kinfauns. Apparentemente una favola, culminata nel marzo 1970, con il trasferimento nel maestoso complesso di Friar Park. Il rapporto tra i due però è già minato da tempo da diversi problemi, non ultimo lo scioglimento dei Beatles. Nel periodo si inserisce l’amico di George, Eric Clapton che esce con la sorella di Pattie. Clapton, una sera confessa all’amico, l’interesse per la moglie. Pattie resiste e lo allontana, nonostante George sia “un po’ svagato”. Clapton entra in una profonda spirale di droga. Racconterà la stessa Pattie, che i due si sfideranno anche in un duello di assolo di chitarra, nell’atrio di Friar Park.

Pattie Boyd con George Harrison

Nel 1974 Pattie, anche per i diversi tradimenti di George, si trasferisce nella villa di Hurtwood Edge da Clapton, che sembra uscito dal tunnel dell’eroina: ma presto ricade nell’ alcolismo e depressione. Il 27 marzo 1979 a Tucson, Arizona, prima dell’inizio di un tour i due si sposano, ma sarebbe dovuto da una scommessa di Clapton. Il ricevimento tenuto in Inghilterra, è di quelli memorabili, c’è tanto jet-set e il gotha del rock, oltre a George, ci sono Paul e Ringo, che suonano con Jeff Beck e Robert Plant.

Si separarono ufficialmente nel 1989, anche se il loro matrimonio era finito di fatto molto prima.

Pattie si è sottopone per anni a sedute psicoterapeutiche e sviluppa la sua passione per le foto. Nel tempo aveva realizzato tantissimi scatti duranti i viaggi, i concerti e le serate con i suoi partner e amici. Materiale che ha dato poi vita a mostre dal grande successo in tutto il mondo, come Through the Eyes of a Muse e Pattie Boyd: Newly Discovered. Nel 2007 con Penny Junior, ha dato alle stampe la sua biografia dal titolo Wonderful Tonight: George Harrison, Eric Clapton, and Me, che è diventata subito un bestseller.

A lei sono ispirate e dedicate, alcune delle più famose canzoni d’amore, composte da entrambi i mariti, come la già citata I Need You, poi If i needed someone, quindi For You Blue e soprattutto Something, realizzate da Harrison al tempo dei Beatles; Wonderful Tonight, Layla, Bell Bottom Blues da Clapton.

Singolare l’andamento differente di due dei maggiori successi, Something e Layla. La prima composta nel 1969, è inclusa nell’album capolavoro Abbey Road e fu la prima canzone scritta da Harrison ad apparire sul lato A di un singolo dei Beatles. Oltre all’immediato apprezzamento della critica, il brano ottenne anche un riscontro commerciale enorme, piazzandosi ovunque ai primi posti delle classifiche. E’ la canzone dei Beatles con più cover dopo Yesterday.

Reinterpretata da centinaia di artisti di ogni estrazione, da Elvis Presley a Shirley Bassey, Frank Sinatra, Ray Charles, Bob Dylan, James Brown, Julio Iglesias, Joe Cocker, Sarah Vaughan, Smokey Robertson e lo stesso Clapton. La cover preferita da Harrison era quella di James Brown, che aveva inserito nel suo jukebox personale. Per Frank Sinatra, era semplicemente: “la più grande canzone d’amore mai scritta” e la proponeva nei suoi concerti e show. E’ al 273esimo posto nella classifica delle migliori canzoni di Rolling Stone.

Layla venne scritta un anno dopo nel 1970, quando Clapton militava nei Derek and the Dominos, pubblicata nell’album doppio Layla and Other Assorted Love Songs. Il brano è diviso in due parti: la prima composta da Eric e caratterizzata dalla sua chitarra e quella di Duane Allman, la seconda composta da Jim Gordon. Ispirata dall’amore, al tempo non corrisposto per Pattie. Quando venne pubblicata ebbe poco successo, negli anni seguenti venne riscoperta da critica e di pubblico. Rolling Stone l’ha inserita al 27° posto tra le migliori canzoni di tutti i tempi.

In un’intervista alla rivista Times di alcuni anni fa, Pattie, ora sposata con il suo terzo marito Rod Weston, disse che l’amore della sua vita è stato George Harrison, con lei sempre amorevole, anche dopo la separazione. Passò a trovarla poco prima di morire. Meno lusinghiero il parere su Clapton.

(di Paola Montonati – Personal Reporter News)

— Onda Musicale

Tags: Bob Dylan, George Harrison, Cynthia Powell, James Brown, Joe Cocker, Eric Clapton
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