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David Gilmour: “sapere che mio figlio era in carcere è stato orribile”

Il chitarrista e cantante dei Pink Floyd, alla vigilia della sua attesissima tourneè europea che inizierà il 5 settembre con la data di Brighton, in Inghilterra, e che lo porterà a Verona e Firenze il 14 e il 15, è ritornato sulla vicenda personale dell’arresto di suo figlio, finito in galera nel 2010 per una protesta studentesca.

David, che ha otto figli da due diversi matrimoni, ha visto suo figlio Charlie, adottato, finire in carcere per ben 16 mesi per essere stato fotografato mentre era appeso alla bandiera del Regno Unito, la quale era posizionata su un monumento commemorativo per i caduti durante la Seconda Guerra Mondiale.

All’epoca dei fatti il ragazzo aveva 21 anni e a nulla sono servite le sue scuse e nemmeno l’avere definito l’accaduto come conseguenza della “foga del momento” e “un’idiozia“.

La manifestazione, avvenuta nel corso di una protesta studentesca, ha portato il ragazzo ad essere rinchiuso per oltre un anno con l’accusa di “condotta violenta” e ha spinto l’ex Pink Floyd, a distanza di anni, a dare il suo sostegno a Liberty Choir, un’organizzazione che offre alle persone detenute la possibilità di riunirsi e cantare in un coro.

Sembra che alcuni cori di brani contenuti nel suo ultimo disco, in uscita il prossimo 18 settembre e dal titolo “Rattle that lock”, siano stati realizzati proprio da alcuni detenuti aderenti al progetto Liberty Choir.

Mentre era dentro ha fatto del suo meglio per proteggerci dalla triste realtà della situazione. La triste verità – racconta David Gilmour – è che per molte persone la prigione può essere un’esperienza dannosa e disumanizzante.”

— Onda Musicale

Tags: David Gilmour, Regno Unito, Rattle that lock, Pink Floyd
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