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David Gilmour: l’Arena di Verona si inchina al maestro senza tempo

Era il mese di maggio del lontano 1989 quando David Gilmour suonava per l’ultima volta all’Arena di Verona. In quel momento, con l’abbandono di Roger Waters, era il leader incontrastato dei Pink Floyd.

E il successo di quel memorabile concerto David lo ha condiviso con i compagni e amici rimasti nella formazione britannica: Nick Mason e Rick Wright. Ma il 14 settembre 2015 verrà ricordato per l’omaggio e il trionfo che Verona ha regalato a David Gilmour, che questa volta non ha dovuto condividere con nessuno. Verona e la sua arena romana si sono inchinati al grande interprete Gilmour.

La tourneè è stata annunciata anche per la promozione dl nuovo disco “Rattle that Lock“, in uscita il prossimo 18 settembre, ma le aspettative dei moltissimi fans, giunti da tutta Italia, di ascoltare qualche brano dei Pink Floyd, non sono state tradite.

David inizia con puntualità molto british alle nove in punto, in una cornice di pubbliche difficilmente descrivibile a parole. Il primo brano, totalmente strumentale, appartiene al nuovo disco, ma il tocco del grande chitarrista è lo stesso dei tempi passati e il brano cattura  in maniera struggente il pubblico. A ruota Gilmour esegue la title track del disco “Rattle that Lock” e “Faces of Stone“, terminata con un lungo e appassionante assolo di chitarra.

Devo ammettere che guardandomi intorno ho visto qualche faccia un pò perplessa, come se ci fosse il timore che Gilmour eseguisse tutte le tracce del nuovo disco, a scapito di qualche hit più famosa.

Il dubbio viene subito fugato, dopo un breve saluto al pubblico in cui David ricorda di essere stato a Verona nel 1989, sulle note di “Wish You Were Here”. E’ l’inizio di un’alternaza di pezzi appartenenti al solo Gilmour e altri dei Pink Floyd, con alcune scelte piuttosto inusuali anche se azzeccate in pieno.

Ed eccolo eseguire Money e a ruota On an Island per concludere la prima parte del concerto con una memorabile esecuzione di High Hopes.

Dopo la pausa c’è un autentico ritorno al passato con una bellissima Astronomy Domine appartenente all’epoca in cui nella band militava ancora il grande genio Syd Barret. E poi l’apoteosi. Dal buio salgono le note inconfondibili dell’introduzione ad uno dei brani più amati dei Pink Floyd: Shine On You Crazy Diamond. E questo forse è stato il momento più emozionante dell’intero concerto, senza nulla togliere all’esecuzione magistrale di brani come Us and Them, Sorrow o Run Like Hell.

Dopo il saluto finale l’immancabile rientro sul palco, salutato da un’autentica ovazione. E David Gilmour decide di fare il regalo più bello che qualunque fan possa desiderare: l’esecuzione di Time e, sopratutto, di Comfortably Numb con il suo strepitoso assolo finale.

La formazione che ha accompagnato David Gilmour era composta da: Phil Manzanera, Guy Pratt, John Carin, Steve Di Stanislao, Kevin Mac Alea più due coristi.

Questa la scaletta eseguita all’Arena di Verona

Prima parte

  • 5 A.M.
  • Rattle That Lock
  • Faces of Stones
  • Wish you were here
  • A boat lies waiting
  • The Blue
  • Money
  • Us and them
  • In any Tongue
  • High Hopes

Seconda parte

  • Astronomy Domine
  • Shine on you Crazy Diamond
  • Fat old Sun
  • On an Island
  • The girl in the Yellow Dress
  • Today
  • Sorrow
  • Run like Hell
  • Time/Breath
  • Comfortably Numb

 

— Onda Musicale

Tags: Phil Manzanera, Rattle that lock, Comfortably Numb, Pink Floyd, Syd Barret, David Gilmour, Roger Waters, Richard Wright
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