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Un disco per il Week End: Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles

I Beatles ormai non fanno più concerti dal vivo, ma sono rinchiusi negli studi di registrazione ad incidere nuovo materiale.

L’ultima fatica discografica vede la luce il 1° giugno 1967 e viene battezzata Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, disco che è entrato nella storia come uno dei primi concept album.

Basi pensare che poco prima che uscisse i Beach Boys, “i Beatles d’America”, avevano appena pubblicato Pet Sounds e lo consideravano il loro capolavoro.

Dopo l’uscita di Sgt. Pepper, Brian Wilson tornò dai Beach Boys sostenendo che quell’album era, indiscutibilmente, migliore del loro. Il logo venne consacrato nella cultura popolare grazie ai celebri i rifacimenti della copertina, dai Simpson’s ai Lego, così come della band.

Pensiamo alle versioni reggae, Easy All Stars, o più rock, Andy Timmons, dell’intero album o del concept. Concept che venne ripreso dai Bee Gees assieme a Peter Frampton nel film omonimo.

I brani del disco, tutti memorabili, sono stati oggetto, oltre di controversie come Lucy in the Sky with Diamonds, di numerose cover. Cover immortalate in film come Mi chiamo Sam ed Across the Universe.

La copertina presenta numerosissimi personaggi che hanno caratterizzato i ricordi adolescenziali dei Fab Four.

Dai più “classici” come Dylan Thomas, Lewis Carroll ed Oscar Wylde ai più moderni come Marlon Brando, Karlheinz Stockhausen, Lawrence d’Arabia e Bob Dylan.

Non sono mancati i temi della religione, della politica e dell’esoterismo con personaggi del calibro di Karl Marx, Aleister Crowley, Friedrich Nietzsche, Edgar Allan Poe e Sri Youkteswar oltre che le statue indiane.

Non mancano le figure femminili come Mae West, Shirley Temple, Marlene Dietrich, Diana Dors e Brigitte Bardot.

Il problema, però, era quello del copyright e per questo la EMI aveva subito fatto marcia indietro.

I Beatles insistettero ed i personaggi citati rilasciarono il loro permesso e si poté così procedere alla creazione di una delle più famose copertine della storia.

Tra i personaggi solo Mae West fece qualche problema, ma una lettera firmata dai quattro in cui si dichiaravano suoi fan, le fece cambiare idea. Da ricordare che Lennon propose anche Gesù, Hitler e Gandhi, ma vennero scartati.

Parlando dei Beatles è impossibile non “incappare” sulla presunta, o meno, morte di McCartney. Anche Sgt. Pepper sembra contenere alcuni indizi a prova che uno dei baronetti più famosi di Sua Maestà è morto.

Shirley Temple, che indossa una maglietta con su scritto “Welcome The Rolling Stones”, ha in mano una macchina giocattolo Aston Martin.

Si dice che McCartney sia stato investito da quel tipo di autovettura. L’anziana signora che sorregge la giovanissima attrice statunitense ha un guanto da guidatore insanguinato come ad evidenziare ulteriormente l’ipotesi dell’incidente stradale.

La statua della dea indiana Shiva, simbolo sia di distruzione che di creazione, indica Paul con un fiore che tiene in mano.

Il basso Hofner, usato ancora oggi, è fatto con fiori funebri ed ha solo 3 corde come a significare un Beatle in meno. Anche una toppa sulla giubba di McCartney sembra indicare che è morto.

Infine, sul retro della copertina, Paul è l’unico ad essere voltato di spalle. Inoltre anche la rivista Wired, attraverso uno studio sulle fotografie del viso dell’artista, tenda a sostenere che il Paul di oggi sia un sosia.

Ma passiamo alla tracklist:

Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band: apertura del disco caratterizzata dall’iniziale brusio del pubblico e degli strumenti di un’orchestrina. Sfocia quindi nella funambolica, a tratti quasi circense, presentazione della band

With a Little Help from my Friends: brano cantato, intenzionalmente, leggermente stonato e coverizzato anche dal leone di Sheffield, Joe Cocker, in una esplosiva esibizione live a Woodstock. Un’altra cover da segnalare è quella semi – acustica di Rodolfo Maltese, il compianto chitarrista del Banco del Mutuo Soccorso, in un suo video didattico. Una canzone che parla degli amici e del loro aiuto. Curioso come i Fab Four si siano sciolti pochi anni dopo e, anzi, stavano già vivendo vite artistiche separate

Lucy in the Sky with Diamonds: tra i pezzi più conosciuti è una canzone che fece pensare subito alla droga LSD, ma era basata sul disegno del figlio di Lennon, Julian. Il testo mantiene comunque una certa atmosfera infantile e fiabesca perché Lennon si era ispirato ai racconti di Lewis Carroll, ritratto anche nella copertina. McCartney, però, ha recentemente ammesso che riguardava gli stupefacenti. La canzone viene citata anche nei Simpson’s e in numerosissimi altri film, fiction e via discorrendo

Getting Better: titolo ripreso da un’espressione di Jimmy Nicol che, per un breve periodo, sostituì Ringo Starr perché malato. Dopo i concerti era solito rispondere così ai tre che gli chiedevano com’era andata. La frase rimase nella mente di McCartney il quale, vedendo il sole fare capolino tra le nuvole, decise di scrivere questa canzone ottimista, allegra e piena di ricordi dei tempi della scuola

Fixing a Hole: un’altra vaga allusione all’uso di droghe anche se all’inizio si pensava fosse dovuta a dei lavori di ristrutturazione di una casa di McCartney in Scozia, fatto smentito in seguito dallo stesso Paul

She’s Leaving Home: brano basato sulla fuga di una giovane adolescente da casa, tipico in quel periodo nel Regno Unito, basato su un fatto di cronaca. Lennon e McCartney si dividono il canto e controcanto delle ragioni dei genitori, il padre in primis

Being for the Benefit of Mr Kite!: canzone nata quasi per caso da una vecchia locandina di un circo che aveva comprato Lennon. Quando McCartney era a casa sua vide la locandina e, assieme a Lennon, composero la canzone citando quasi tutte le parole riportate e modificandone alcune perché suonassero meglio. Una canzone che si è scritta da sola

Within You Without You: Harrison era il Beatle più estasiato dalle religioni e dalle culture orientali, tanto che prese lezioni di sitar dal maestro Ravi Shankar, e compose questo pezzo assieme ad altri strumenti orientali come dilruba e tabla. Inoltre era nettamente migliorato dai tempi di Norwegian Wood (This Bird Has Flown), brano sempre per sitar e chitarra acustica, in cui fu Lennon ad aiutarlo perla parte di sitar

When I’m Sixty – Four: una sorta di omaggio di McCartney al padre con una canzone in stile dixieland, il padre suonava in un complesso simile, con una canzone che aveva già scritto da ragazzo. Da ricordare come la voce di Paul sia stata resa “più giovane” dalle tecniche dello studio di registrazione

Lovely Rita: ispirato ad una fittizia o meno, ci sono varie versioni, vigilessa addetta al controllo dei parchimetri. Il testo di Paul, così come l’idea, narra del curioso incontro con questa “meter maid”

Good Morning Good Morning: nato dalla television dato che Lennon unì, per il titolo ed alcune strofe, un jingle pubblicitario ed una sit – com. Celebri i versi di molti animali alla fine del brano

Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band (Reprise): conclusion del concept, in versione più rock ed energica, in cui il sergente Pepper saluta e ringrazia il pubblico. McCartney è solito inserire questo brano prima di The End e concludere i concerti

A Day in the Life: citazione di fatti di cronaca e rimando alle droghe anche in quest’ultimo brano, vera e propria conclusione dell’album

 

Giudizio sintetico: Un album che ha fatto la storia e che non può mancare nella discografia di un appassionato di musica, ma soprattutto nella discografia di un appassionato dei Beatles. Impossibile non aver sentito almeno una delle canzoni provenienti da questo capolavoro assoluto.

Copertina: foto di gruppo in cui compaiono i Beatles ed i personaggi che li hanno ispirati maggiormente

Etichetta: Capitol Records, EMI, Parlophone

Line up: John Lennon (voce, chitarra, armonica, hammond, pianoforte, tamburello e maracas), Paul McCartney (voce, basso, chitarra, hammond), George Harrison (voce, chitarra, sitar, armonica) e Ringo Starr (batteria, percussioni, voce e campane tubolari) più orchestrali ed altri musicisti.

 

Vanni Versini – Onda Musicale

 

— Onda Musicale

Tags: Andy Timmons, The Beatles, Brigitte Bardot, Ravi Shankar, Emi, George Harrison, Capitol Records, Beach Boys, Gesù, Bob Dylan, Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band, Ringo Starr, Marlon Brando, Woodstock, Vanni Versini, Banco del Mutuo Soccorso, Parlophone, Bee Gees, Peter Frampton, Paul McCartney, Pet Sounds, Joe Cocker, Rodolfo Maltese, Brian Wilson, John Lennon, Marlene Dietrich
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