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Roger Waters: “Shine On You Crazy Diamond non è un pezzo su Syd”

Quattro note, quattro semplice note in successione, scaturite dalla chitarra di David Gilmour, compongono quello che venne definito “Syd’s Theme”, letteralmente il tema di Syd, ma che ai più è noto come la maestosa “Shine On You Crazy Diamond”.

“Le trovai per caso, subito attirarono la mia attenzione e così continuai a suonarle. Evidentemente la cosa funzionò perché Roger disse subito: ‘Ehi, cosa stai suonando?’”, queste le parole del cantante e chitarrista David Gilmour riguardo alla genesi del famoso riff iniziale.

Siamo a cavallo tra il 1974 ed il 1975 ed i Pink Floyd sono reduci dal successo, ma soprattutto dal tour, di “The Dark Side of the Moon” che, ancora oggi, rappresenta uno dei più famosi concept album della band e della storia.

Come in tutte le cose, però, bisogna andare avanti, ma questa volta le cose erano diverse C’era infatti un’atmosfera strana all’interno dello studio e della stessa band visto che passavano più tempo a svagarsi o a giocare piuttosto che in studio, i mitici studi di Abbey Road, a lavorare al nuovo album.

Questa lamentela proveniva anche dall’ingegnere del suono Brian Humphries ed è stata riportata anche nel fumetto “Wish You Were Here. Syd Barrett e i Pink Floyd” (leggi qui l’articolo) in cui c’era stato un ritardo perché due dei Floyd stavano giocando a squash.

Ad ogni modo, ritrovato un minimo di ordine ed ispirazione all’interno dello studio, Roger Waters ricorda come “iniziammo a suonare insieme come tante altre volte, come per ‘Echoes. Quando scrissi il testo, non so per quale motivo, iniziai a parlare della scomparsa di Syd. E subito di aggiunsero altre canzoni”.

Inoltre, prosegue Waters “le prime sei settimane di studio sono state molto difficili, come se il gruppo fosse presente solo fisicamente con le nostre menti in un’altra dimensione”.

La musica ci permetteva di vivere bene, ormai era un’abitudine fare qualcosa come Pink Floyd. Quella situazione era molto frustrante. Così io e David, principalmente, abbiamo deciso di parlarne, di capire cosa fare”

Il bassista, però, ha anche affermato di non sapere perché gli è venuto in mente l’amico ed ex compagno di band, ha però aggiuntocomunque ‘Shine On You Crazy Diamond' non è un pezzo su Syd: lui è solo un simbolo di tutti quegli estremi ai quali la gente è portata ad abbandonarsi, perché questo è l’unico modo che ha per far fronte a questa maledetta tristezza della vita moderna: ritirarsi completamente”

Anche il resto dell’album "Wish You Were Here" non è stata una passeggiata, sia per il clima che per la complessità dei brani. È sempre Waters a definirlo un album molto difficile … Difficile a causa delle prime sei settimane di registrazione di ‘Shine On You Crazy Diamond’, la base è stata maledettamente difficile da fare, perché non ci stavamo proprio, e si sente

È come meccanico, pesante. È per questo che sono contento che la gente avverta la tristezza, perché vuol dire che, riusciti a fare qualcosa, siamo riusciti a mettere su un pezzo di plastica qualcosa di quello che stava succedendo durante le registrazioni”

La cosa più strana di tutta questa faccenda è stato il laconico commento di Syd Barrett quando, ormai irriconoscibile, si presentò nello studio. Un po’ datata, queste furono le parole del Diamante Pazzo di Cambridge.

 

      Stefano Leto – Onda Musicale

 

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— Onda Musicale

Tags: Abbey Road, Syd Barrett, Pink Floyd, Wish You Were Here, Shine on you crazy diamond, David Gilmour, Roger Waters
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