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The Beatles: quella volta che fecero infuriare la Royal Albert Hall

“I read the news today oh boy/Four thousand holes in Blackburn, Lancashire/And though the holes were rather small/They had to count them all/Now they know how many holes it takes to fill the Albert Hall/I’d love to turn you on.”

Queste sono alcune delle parole contenute nell’enigmatica canzone dei Beatles A Day in the Life, tratta daSgt. Pepper's Lonely Hearts Club Banddel 1967, ma sembra che la storia dietro a questa non sia l’ipotetica morte di Paul McCartney o simile.

Pare che dietro a tutto ciò vi sia una diatriba riguardante l’aver citato in maniera indecorosa la famosa Royal Albert Hall, ma procediamo con ordine.

Durante le pulizie di un vecchio archivio è stata rinvenuta una lettera indirizzata a Brian Epstein, il manager dei Fab Four, datata fine maggio 1967 in cui qualcuno si lamentava delle strofe già citate nell’introduzione.

L’amministratore delegato Ernest O’Follipar ha inizialmente ringraziato la band per aver inviato loro una demo dell’album, ma si è trovato in estremo disaccordo su alcune grossolane imprecisioni che consideriamo essere fuorvianti per chi potrebbe ascoltare la canzone e potenzialmente catastrofiche per la nostra reputazione che, per essere raggiunta, ha richiesto quasi cento anni”.

La lettera proseguiva poi evidenziando le tre imprecisioni principali quali

1)      Ci sono quattrocento buchi nella Royal Albert Hall of Arts and Sciences

2)      La Royal Albert Hall of Arts and Sciences è a Blackburn, nel Lancashire

3)      Il cantante vorrebbe ‘accendere’ la Royal Albert Hall of Arts and Sciences

 

Non contenti di ciò, la Royal Abert Hall ha suggerito di cambiare le parole esaltando il luogo ed inserendo una sorta di battibecco tra Ringo Starr e John Lennon in cui, il batterista, smentiva il cantante sulla presenza dei buchi nella famosa sala. Da ricordare che è stato proprio Lennon ad essere il cantante e quindi il maggior responsabile di tutta la faccenda.

La risposta della band non si è fatta attendere e, visto che la lettera indicava Lennon come colpevole, è stato proprio il famoso cantautore a rispondere a suo modo nel giugno dello stesso anno.

“Caro Principe Albert e amici.

Grazie per la vostra lettera, siamo felici che vi è piaciuto il disco, tenetelo pure. Non cambieremo le parole perché ci piacciono proprio così come sono. E non diremo neanche che siamo dispiaciuti perché ci vuole troppo tempo per raggiungere Blackburn dal nostro studio ad Abbey Road.

Sinceramente vostro,

John Lennon

 

La risposta non dev’essere piaciuta molto allo staff della Royal Albert Hall tanto che, il 24 giugno, hanno proibito a qualunque artista di eseguire la canzone incriminata.

Il divieto è rimasto tale fino al concerto dei Milli Vanilli del 1989 dove la canzone è stata riproposta assieme a Jeff Lynne e ad una giovane PJ Harvey.

 

Link:

Leggi qui le lettere originali dal sito della Royal Albert Hall

 

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— Onda Musicale

Tags: Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band, A day in the life, Brian Epstein, PJ Harvey, Jeff Lynne, The Beatles, Ringo Starr, Royal Albert Hall, Paul McCartney
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