Recensioni e Interviste

Il Grido: recensione de “Il Grido”

Il Grido è un combo romano composto da Giuseppe Di Bianca (voce e chitarra), Andrea Jannicola (chitarra), Davide Costantini (basso) e Lorenzio Spurio Pompili (batteria) che affonda le radici del suo sound nello stoner e nel grunge migliore.

La band romana ha infatti pubblicato questo album omonimo con una delle copertine più epiche che abbia mai visto! 

Considerazioni estetiche a parte, non è certo da questo che si giudica un disco, un libro o un film, ma dai suoi contenuti e da come scorrono all’interno del fruitore. Dopo questa parentesi simil – filosofica direi che è proprio giunta l’ora di dare un’occhiata alle tracce de “Il Grido”:

 

Zero: chitarre belle in evidenza e grinta a palate sono i primi elementi che assaltano l’ascoltatore lasciandolo esterrefatto grazie soprattutto alla potenza del testo.

Amsterdam (Hai una cura per me?): riff e sound più grattato, con il basso bene in evidenza, per un testo più cinico e cattivo.

Devo dire che questa traccia mi ha ricordato molto il Chris Cornell dei Soundgarden migliori così come con gli Audioslave, l’assolo pieno di wah wah ed effetti ne è la prova più evidente!

La canzone di merda: sonorità più disarmoniche e scazzate per un brano che trasuda nichilismo da ogni strofa e passaggio strumentale, soprattutto verso la fine. Davvero interessante!

Solo se luccica: pezzo più lanciato a mille per un pezzo più corale che riprende a piene mani il miglior grunge della turbolenta Seattle degli anni ’90.

Un briciolo di noi: il basso e la batteria tessono i riff iniziali per una traccia che farà subito scorrere le dita fino ad alzare il volume. Le sonorità che seguono mischiano funky, punk, alternative e chi più ne ha più ne metta per dei ritornelli che rimarranno in testa come chiodi!

Lividi: pezzo più stoner che fa trasparire tutte le influenze tipiche del genere. Personalmente, non chiedetemi come mai, questa particolare traccia mi ha ricordato allo stesso tempo i Litfiba ed i Nighstalker con un pizzico di Rage Against the Machine verso l’ultimo mezzo minuto. Godetevi il wah wah alla fine!

Dichiarazione d’indifferenza: adrenalina ed accuse nei confronti dell’indifferenza e delle contraddizioni tipicamente italiane. Parafrasando il testo anche se il Paese a forma di stivale è nella merda rimane comunque uno stivale di pregio e quindi ci si può camminare sopra con stile.

Gospel for Chinaski: una sorta di tributo ad uno dei più famosi personaggi utilizzati dallo scrittore americano, ma di origine tedesca, simbolo della controcultura, Charles Bukowski.

I presidenti: ritorna lo stoner, questa volta distribuito a piene mani, dove la band questa volta gioca ancora di più creando degli effetti unici che, concatenati al sound ipnotico, non permetteranno distrazione alcuna. Unico obiettivo la totale immersione nel pezzo.

Con un soffio: sorta di ballad più acustica e tranquilla, con tanto di finto cambio di registro verso la metà, che coglierà non poco di sorpresa l’ascoltatore, ma che comunque fa sempre piacere. Da notare i feedback ed i rumori elettronici verso la fine.

Cane sciolto: alternative rock a tutto spiano per il degno finale!

 

In sostanza che dire di questo disco? Un album veramenteben fatto e coinvolgente che possiede la giusta attitudine grunge combinata a sonorità stoner ed alternative per un risultato davvero eccezionale!

 

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Tags: Grunge, Vanni Versini, Wah-wah, Charles Bukowski, Litfiba, Soundgarden, Chris Cornell, Rage Against the Machine, Audioslave
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