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Recensione: “L’ho scritto io” di Mauro Pina

Musicista, polistrumentista, cantautore, scrittore di testi e tanto altro ancora, questo è in poche parole Mauro Pina. Dopo aver sempre suonato ed aver lavorato in più ambienti collegati alla musica ha recentemente pubblicato il suo primo album.

"L'ho scritto io", questo il titolo dell'esordio, presenta undici tracce, più le tre bonus alla fine, che mostrano tutte le sfaccettature e le influenze di Pina. Diamoci un'occhiata:

 

Sei fantastico: singolo di lancio del disco che punta subito dritto verso la meta con un ritmo trascinante. Allegra e spigliata la canzone vede anche Rosalinda Celentano come ospite dopo più di 20 anni di lontananza dal mondo musicale.

La risposta: arpeggi acustici accompagnano l'urlo di una dichiarazione d'amore per poi lasciar spazio all'elettricità ed ai sentieri progressivi composti da tastiera e batteria.

Il clavicembalo poi ricorda molto le sonorità del Balletto di Bronzo assieme alla voce di Mauro Pina che si alza verso il cielo soprattutto nell'acuto prima dello straordinario assolo di chitarra elettrica.

Ora basta: ritornano le melodie progressive a cantare di tutti quegli sforzi che si fanno per amore anche se fanno soffrire. Questa volta le chitarre assumono delle tonalità più vicine a quelle del gruppo folk rock spagnolo Mägo de Oz.

Credi in te: vaghi echi tipici dei Beatles, con tanto di archi, miste all'alternative rock italiano degli anni '90 aprono le danze per una canzone molto più tranquilla che invita ad essere fiduciosi nel futuro che "presto cambierà".

Momenti: strumming acustici alla Bob Dylan accompagnati magnificamente da hammond e basso sono le basi per questa imperdibile ballata che descrive, per l'appunto, "i momenti" di un amore forse un po' scalcagnato, ma destinato a durare.

Un cuore di colori: spettacolare esperimento sonoro in cui si mischiano alla perfezione jazz e bossanova per un testo introspettivo e delicato.

L'uragano: dopo un primo tempo in stile Dylan si passano a delay e riverberi per una melodia più funky degna dei migliori anni '70 e '80per una canzone molto più allegra descrivendo quell'uragano che tutti noi abbiamo incontrato almeno una volta nella vita. Alzate il volume perché qui la voce di Pina si scatena come non mai!

Inconfondibile: qui è il pianoforte a dettare legge con una melodia che ricorda molto la celeberrima "Eleanor Rigby", ma ovviamente non siamo in un disco dei Fab Four.

Qui Pina mostra un'anima decisamente più blues e vecchio stampo con armonie vocali che si sdoppiano e si sovrappongono in un gioco entusiasmante che non può certo lasciare indifferenti!

What Can I Do: una delicata intro di chitarra elettrica apre le danze a questa sognante ballad in lingua d'Albione. Un brano che mi ha decisamente colpito per la sua sincerità e semplicità che va dritta al cuore!

Can Be Really So: chitarre elettriche impazzite e pianoforti a mille richiamano al rock ed allo swing degli anni '50 dimostrando la grande versatilità di Mauro Pina. Alzate il volume e godetevela tutta se siete dei nostalgici di quei mitici anni!

My Path: canzone più corale, vagamente inquietante, che ricorda i Depeche Mode ed i Kraftwerk più classici ed ispirati. Che dire, una bella sorpresa per chiudere il disco!

A queste canzoni voglio ricordare che si aggiungono What can I do” nella versione con Rosalinda Celentano, “L’uragano” in versione remix da Paola Peroni e “Credi in te”, sempre in versione remix, ad opera di Dantrak.

In conclusione che dire di questo album? "L'ho scritto io" colpisce piacevolmente lo spettatore perché, balzando da un genere all'altro con sincerità lungo lo snodarsi delle canzoni, non presenta mai un momento di noia e fa sì che l'ascoltatore possa godersi tutta la creatività di Mauro Pina. Interessante, sia a livello di testi che di melodie, questo è un disco da non lasciarsi scappare assolutamente!

 

Vanni Versini – Onda Musicale

 

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Tags: Kraftwerk, The Beatles, Bob Dylan, Depeche Mode, Vanni Versini, Eleanor Rigby
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