Recensioni e Interviste

Jambow Jane: una vera family rock band

I Jambow Jane sono una rock band rivana che ha al suo attivo già due lavori discografici. Recentemente la band ha presentato “Worlds and Bridges“, il secondo album e attualmente è impegnata in una mini tournèe in Germania ed Olanda.

La band è composta da cique componenti della famiglia Prada più un sesto elemento, il batterista e polistrumentista Nick Petricci. Nel 2013 hanno pubblicato il loro primo disco omonimo.

Li abbiamo incontrati e abbiamo rivolto loro alcune domande per cercare di capire meglio la magia e l’alchimia che uniscono questa grande  rock-band.

QUANDO NASCE IL PROGETTO JAMBOW JANE?

“Beh, diciamo che il vero e proprio progetto Jambow Jane nasce nel 2012, quando Beatriz, Julio e Marcelo (i tre fratelli) decidono di partecipare al concorso regionale “Upload Sounds” ed arrivano in finale. Diciamo così perché prima esisteva già il gruppo di famiglia, ma si chiamava “Prada Family and Friends”. E siccome per partecipare al contest c’erano limiti di età, abbiamo dovuto inventare un nuovo nome per il trio, che non rappresentava esattamente tutta la “family”. Poi il nome Jambow Jane ci è piaciuto e ce lo siamo tenuti negli anni a seguire, fino ad arrivare, nel 2015, alla nostra formazione attuale. Quindi diciamo che suoniamo insieme da molti anni come famiglia, ma il progetto che stiamo portando avanti ora, con la collaborazione di Nick, ha solamente 2 anni.”

CHI SONO I JAMBOW JANE E COME VI DEFINIRESTE?

“Come si sarà capito, i Jambow Jane sono prima di tutto una famiglia. E con questo intendiamo una vera famiglia, nel senso che siamo papà (Flavio), mamma (Marly), tre fratelli di sangue (Beatriz, Julio e Marcelo), e il cosiddetto “fratello mancato” (Nick). Ci definiamo un “mix eterogeneo”, perché siamo eterogenei in tutto, a partire dalle nostre età, fino al genere musicale che proponiamo. Infatti, quando si parla di generi non riusciamo ad inserirci in un’unica categoria. Per comodità diciamo pop-rock, visto che sono i due generi che usiamo di più, ma non disdegniamo della buona bossa nova, il funk ed altri. Oltretutto veniamo dal Brasile (a parte Nick che è italiano), quindi cantiamo pure in più lingue, a volte mescolandole tra di loro: inglese, italiano e portoghese.”

A QUALI ARTISTI O GENERI VI ISPIRATE NELLA VOSTRA MUSICA?

“Ecco, visto che siamo cresciuti bene o male tutti con la stessa musica, abbiamo anche più o meno tutti gli stessi gusti. Siamo tutti molto attaccati alla musica di una volta: ai Beatles, Led Zeppelin, Pink Floyd, etc. Ed ogni tanto saltano fuori alcune sonorità di quel tipo, nella musica che componiamo. Come artisti più moderni, ascoltiamo volentieri i Radiohead e simili, e soprattutto a Marcelo piace molto cantare insieme a Thom Yorke. A volte, ad ascoltarli da lontano, sembrano la stessa persona che canta! Nick, ad esempio, adora i Pearl Jam e si è ispirato a loro per alcune linee di batteria.”

DA QUALCHE GIORNO E’ USCITO IL VOSTRO NUOVO ALBUM “WORLDS AND BRIDGES”. CHE COSA RAPPRESENTA PER VOI E QUALE MESSAGGIO VOLETE DARE CON QUESTA PRODUZIONE MUSICALE?

“Sì, confermiamo. Siamo molto felici di aver realizzato questo nuovo album. Sia perché è un traguardo personale, visto che siamo riusciti a registrare tutte le tracce a casa, nello studio-camera che si è costruito il nostro Julio, sia perché l’album contiene composizioni di quasi tutti noi. Ci sono brani di Flavio, Julio, Marcelo e Beatriz. In quasi tutti comunque c’è la collaborazione di ognuno di noi. Diciamo che ognuno ha un ruolo fondamentale nella fase di composizione, perché ognuno contribuisce a modo suo e insieme mettiamo insieme i mattoncini per costruire la nostra “casa” In ogni caso, quest’album celebra proprio quell’eterogeneità di cui parlavamo prima. E quando parliamo di eterogeneità, non parliamo di corpi distinti tra loro e separati. Parliamo di un’eterogeneità armonica. Dove il diverso assume un valore ed insieme agli altri forma un corpo unico e irripetibile. E’ proprio di questo che parla il nostro album. Lo abbiamo nominato “Worlds and Bridges”, Mondi e Ponti, proprio per riassumere il concetto in due parole chiave. Abbiamo un mondo formato da tanti piccoli mondi che all’apparenza sono distanti e molto diversi tra loro. Ma una volta che si trovano i giusti ponti per collegarli, scopri che sono più in armonia di quanto si possa pensare. Può sembrare banale, ma è un concetto in realtà molto profondo che racconta un po’ la nostra storia personale, ma anche quella di tutti noi.”

IL DISCO E’ USCITO A DISTANZA DI QUATTRO ANNI DAL PRIMO DISCO. CHE COSA E’ CAMBIATO IN QUESTO LASSO DI TEMPO?

“E’ vero, è passato un po’ di tempo dal primo album, ma è anche facile spiegare il perché. Si tratta semplicemente di un continuo cambio di formazione. Non arrivavamo in tempo a iniziare un progetto, che il sesto componente, per un motivo o per l’altro, ci abbandonava. I cambi di formazione sono stati talmente tanti che ad un certo punto abbiamo anche pensato di arrangiarci da soli e non cercare più nessuno. Ma poi, nel 2015, Nick, che è sempre stato grande amico di Julio e di Marcelo, si è unito al progetto e si è scoperto anche batterista. Sì, perché era la sua prima esperienza di quel tipo, aveva sempre suonato la chitarra, il basso o comunque altri strumenti, ma mai la batteria. Quindi abbiamo deciso di provare e alla fine ha funzionato alla grande e ne siamo felici. Speriamo solo che la formazione ora si mantenga almeno per i prossimi anni, in modo da continuare a costruire qualcosa di concreto. Non c’è da dubitare, in realtà, perché Nick è sotto minaccia continua. Ovviamente scherziamo. Forse.”

LA VOSTRA BAND E’ FORMATA PRATICAMENTE DA COMPONENTI DELLA STESSA FAMIGLIA. CHE COSA SIGNIFICA PER VOI QUESTO?

“Per noi è sicuramente una cosa meravigliosa: significa avere tanto feeling e lavorare per un progetto in comune. In pochi se lo sognano e ci riteniamo fortunati. Ovviamente non è sempre tutto rosa e fiori, ed essendo in famiglia, è più facile litigare. In quei momenti saltano fuori le nostre radici brasiliane e ci parliamo in portoghese e lì Nick non capisce più niente. Però c’è da dire anche che Nick, in tutto questo, si è integrato benone. Il feeling non c’è solo tra i membri della famiglia, ma in generale tra tutti noi, e questo è veramente importante perché ci permette di lavorare in maniera molto più intensa e produttiva, senza barriere o filtri.
Pensate che Nick si è integrato talmente bene che ogni tanto ce lo ritroviamo sul divano di casa a dormire. Così, a caso.”

LA PRESENTAZIONE DI “WORLDS AND BRIDGES” E’ AVVENUTA IN UN CONTESTO MULTIETNICO IN CUI DIVERSE CULTURE SI SONO FUSE PER DIVENTARE UN’ENTITA’ UNICA ED UNITA. CHE SIGNIFICATO HA PER VOI IL CONCETTO MULTIENICO?

“Ha lo stesso significato della parola “eterogeneità” di prima. Ovvero: possiamo percepire tante differenze, sfumature e considerarle dei “mondi diversi” e a sé stanti, ma se andiamo oltre allo stereotipo, vediamo che siamo più simili di quanto ci aspettiamo. In questo contesto le differenze e le sfumature assumono un valore, che unito agli altri, forma il mondo unico di cui facciamo parte.”

CHE PROGETTI AVETE PER IL FUTURO?

“Suonare. Sempre. La novità è che a novembre andremo a suonare per la prima volta all’estero. Partiremo per un “mini tour” in Germania e Olanda, dove porteremo il nostro sound e vedremo come andrà. Non vediamo l’ora! Dopo il tour, torneremo a lavorare sui nostri brani, perché ne abbiamo ancora molti da sviluppare e il periodo più freddo è ideale per produrre altro materiale. Dai che stavolta riusciamo a far uscire il prossimo album prima che passino altri 4 anni!”

— Onda Musicale

Tags: Radiohead, Thom Yorke, Worlds and Bridges, Nick Petricci, Pink Floyd, The Beatles, Led Zeppelin
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