Recensioni e Interviste

Back to Amy: la tribute band tra nostalgia e passione

I Back to Amy sono una giovane full band di Trieste che si dedica alle canzoni di Amy Winehouse. La band è nata nel 2014 da un’idea della sua cantante, Michela Grilli, con l'obiettivo di riproporre il repertorio della grande artista britannica che ha segnato la storia della musica contemporanea.

A fare parte di questo progetto sono in tanti (e tutti diversi), dando ognuno il proprio contributo con le note del suo strumento o della sua voce. Come già detto la cantante e ideatrice è Michela Grilli; poi abbiamo un’interessante combinazione di 2 coriste, Joy Jenkins e Katy Maurel; Tiziano Bole alla chitarra; Alessandro Sala al Basso; Jimmy Bolco alla batteria; Marco Barbariol alla tastiera e infine Gabriele Virgilio Pribetti al sassofono.

Il gruppo si esibisce spesso in Italia ed in particolare a Trieste, ma non mancano richieste all’estero. Diverse persone ci ruotano attorno o ci hanno ruotato. Come il loro vecchio compagno Samuele, che ormai non c’è più, ma che loro non dimenticheranno mai.

Noi di Onda Musicale abbiamo voluto approfondire questa passione dei Back to Amy e abbiamo intervistato la loro cantante.

 

Da chi è composto il Back to Amy? E come vi definireste?

«Siamo una full band di 7 elementi con tastiera batteria basso chitarra e due coriste e la voce. Veniamo tutti da background diversi»

 

Quale è il vostro genere musicale? Come mai fare cover di Amy Winehouse?

«Questo era un mio desiderio – confessa Michela Grilli – che era nato un po' per caso, perché trovandomi a fare piano bar o chitarra e voce avevo visto che facendo le canzoni di Amy Winehouse mi veniva naturale e quindi più di qualcuno mi ha chiesto come mai non facessi una tribute e da lì è cominciato. A me Amy colpisce perché è molto particolare. Ha scritto, già da molto giovane, i suoi testi e in modo diretto dice la verità, senza filtri. Oltre alla melodia ha dei testi molto crudi e mi piace il modo diretto in cui esprime ciò che prova.»

 

Come è cominciata la vostra avventura?

«La nostra avventura è cominciata al Round Midnight (un locale di Trieste), durante le jam session, nel 2015, dove ho conosciuto Tiziano Bole, il chitarrista, e il tastierista, Samuele Orlando, che adesso non c’è più da ormai un anno, il quale mi ha spinto a creare questo gruppo perché vedeva delle potenzialità. Dopo ciò si è aggiunto Alessandro Sala al basso e c’erano anche altri componenti, mentre adesso abbiamo una diversa impostazione.»

 

Quale significato ha per voi cantare ed esibirvi?

«Io non mi immedesimo in tutto quello che Amy provava nel momento in cui ha scritto i pezzi, o comunque nel personaggio, anche perché mi sento abbastanza lontana dalla sua figura. Mi piace il modo diretto in cui si esprimeva e il suo coraggio. A me piacerebbe che il personaggio di Amy venisse capito di più anche dal punto di vista espressivo, perché è rimasto molto della sua vita privata. In più mi piacerebbe oltre allo spettacolo musicale mettere anche una parte interattiva mentre canto la canzone, facendo scorrere un video con magari le parole e la traduzione dei testi. Perché è quello la cosa più importante. Per quanto riguarda l’atmosfera dei suoi pezzi è un po' malinconica, ma molto coinvolgente per il pubblico.»

 

Quali sono i vostri progetti futuri?

«Abbiamo in ballo diverse cose interessanti anche fuori dall’Italia, infatti siamo abbastanza spinti a continuare in modo fisso anche se ognuno di noi ha diversi progetti musicali, per esempio Jimmy, il batterista, Joey, Alessandro ed io siamo parte del “Canto Libero” che è il gruppo cover tributo a Battisti. C’era l’idea di scrivere noi dei pezzi simili, anche perché inizialmente volevamo fare una cover band per non scimmiottare l’artista, e un giorno chissà…»

 

Marko Stefanovic – Onda Musicale

 

 

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Tags: Marko Stefanovic, Amy Winehouse, Cover
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