Recensioni e Interviste

Intervista a Tony Cicco, autore e batterista storico di Lucio Battisti.

La fotografia che ancora oggi è tra le mie mani, è rigorosamente in bianco e nero, e riporta la data del 2 ottobre 1975. Quand’ero ragazzino ci tenevo tantissimo, era appesa nella mia minuscola stanzetta all’interno di un appartamento in un condominio che stava in via Filangieri 7 a Padova.

Ogni tanto ci penso ancora! In quel periodo (fine anni ’70), tutti i ragazzi della mia età, tappezzavano le loro camere di manifesti e foto che ritraevano i loro idoli della musica o dello sport. Nella mia cameretta, c’erano i poster di Eddy Merckx, Felice Gimondi, dei Beatles e poi c’era questa fotografia gigante che riprendeva la squadra della nazionale cantanti: Mogol (leggi la nostra recente intervista – NDR), Gian Pieretti, Paki Canzi de “I nuovi angeli”, Don Backy, Lucio Battisti, Gianni Morandi, Paolo Mengoli, Oscar Prudente, Il Guardiano del Faro, Fausto Leali, Renato Sabbioni de “I Nuovi Angeli” e Tony Cicco.

La vita é veramente strana, e se qualcuno, allora, fosse venuto a dirmi: ‘Guarda che fra tanti anni conoscerai alcune di quelle persone’ io gli avrei sicuramente risposto: ‘Sei matto!’. È così che oggi telefono a Tony Cicco, che in quella famosa foto é proprio di fronte a Lucio Battisti, che nella vita é stato il suo batterista, e poi ha iniziato una lunga e proficua carriera da solista diventando un famoso autore.

Tony Cicco (Napoli, 28 novembre 1949) , negli anni ’60 ha fondato insieme a Alberto Radius e Gabriele Lorenzi il famoso gruppo ‘Formula 3’ , complesso musicale che ha accompagnato Lucio Battisti nei suoi rari concerti dal vivo in Italia e negli studi di registrazione.

La mia immaginazione lo dipinge mentre suona la batteria su un grande palcoscenico, di fronte a lui il profilo di Lucio Battisti, e poi, un mare di gente.

La magia!

Tony, negli anni  settanta ha collaborato anche con Pino Daniele e con altri grandi della musica italiana, seguendo poi, a partire dal 1974, una carriera da solista di tutto rispetto. Autore di canzoni,ottimo cantante, musicista polistrumentista é da considerarsi una persona che con le sue notevoli doti artistiche ha contribuito alla storia della musica italiana scrivendo  brani per Loredana Bertè, Fiorella Mannoia, Peppino di Capri, Mita Medici, Caterina Caselli, Drupi e Raffaella Carrà.

Lo contatto telefonicamente per un intervista e rimango piacevolmente sorpreso dalla sua gentilezza.

 

Cantante, batterista, compositore, come si definirebbe Tony Cicco?

“Un appassionato  di musica a tutto campo, a 360 gradi. In realtà nasco da una famigli di musicisti, per cui fin da piccolo in casa ho respirato lavoro e musica. È stato un fatto di famiglia – ci spiega Tony – la musica fa parte del mio DNA”.

 

Quando hai iniziato ad avvicinarti al mondo della musica e quali sono stati gli artisti o le band alle quali ti sei maggiormente ispirato?

“Mio padre era direttore di banda, mio fratello Ciro Cicco a sedici anni era un bambino prodigio, un vero batterista, che nonostante la giovane età, fu scritturato a livello professionale nella band del noto Peter Van Wood .In pratica io sentivo la necessità di emulare mio fratello, -ci racconta Tony Cicco –  perché lo consideravo un esempio da seguire, per il modo nel quale aveva preso sul serio la musica, studiando al Conservatorio e lavorando nel settore fin da giovane. Proprio Ciro, iniziò a girare il mondo per suonare e spesso di ritorno da lunghe tournée mi regalava dei dischi. Ho cominciato così ad ascoltare i miei idoli di allora, a livello di batteristi ascoltavo e studiavo i padri della batteria come Buddy Rich, Gene Krupa e Max Roach. Musicalmente poi seguivo molto Elvis Presley che mi piaceva tantissimo sia come artista che come personaggio. In seguito nella vita arrivarono i Beatles e da quel momento non ho fatto che ispirarmi a loro. Ho cominciato così a cercare di suonare in alcuni gruppi, – continua Tony Cicco – prima a Napoli. Napoli era la città giusta per suonare, perché nella galleria, allora, c’era una sorta di ufficio di collocamento, lì si formavano i gruppi musicali, e anche mio padre addirittura organizzava eventi, battesimi, matrimoni e feste di piazza. Proprio con mio padre facevo i primi matrimoni e suonavo la batteria quando avevo 12-13 anni. Mi ricordo che una volta incontrai anche Massimo Ranieri , che all’epoca si chiamava Gianni Calone il quale era accompagnato da un pianista molto bravo e che aveva iniziato la sua carriera proprio così. Io e mio padre riuscivamo a fare anche 1 o 2 matrimoni alla domenica a Napoli, finché poi un giorno appena maggiorenne arrivai a Milano e presentato da mio fratello che era già molto conosciuto, cominciai a suonare da professionista nel complesso di Fausto Mora”.

 

Il tuo nome è legato alla storia di Lucio Battisti. Che cosa ha rappresentato per te?

“Lucio Battisti, è stato l’incontro, il profeta, quello importante. Avevamo formato i Formula 3, eravamo in tre, io , Radius alla chitarra che era amico di mio fratello e Lorenzi alla tastiera . Eravamo riusciti a trovare un modo di suonare piuttosto originale perché essendo senza bassista dovevamo in qualche modo sopperire a questa mancanza. Così io riuscivo a fare un sound particolare con la cassa, mentre Radius aveva dei pedali speciali con i quali poteva esaltare di più i bassi della chitarra e Lorenzi con il suo Hammond faceva anche le linee di bassi. Una sera debuttammo in un famoso locale di Milano, – ci spiega il musicista  – dov’era presente tra il pubblico anche Lucio Battisti, il quale nell’intervallo del nostro spettacolo venne a trovarci nel camerino, ci fece un sacco di complimenti e ci propose un incontro. Dopo una settimana eravamo in studio con lui e da lì abbiamo suonato insieme per  4 anni e lo abbiamo accompagnato per tutti i suoi rari concerti in Italia. Le sue erano davvero delle canzoni meravigliose. Siamo stati profondamente segnati  da questa collaborazione perché Lucio Battisti era un genio della musica che ha rivoluzionato tutto il sistema musicale di quel tempo. Siamo tutti figli di Battisti. Questa frase ha dato il titolo al mio libro che é uscito l’anno scorso e anche al mio spettacolo che porto in giro per tutta Italia.

 

Tony, ci racconti della tua carriera da solista?

“La mia carriera da solista é iniziata nel 1974, debuttai con un grande produttore Gianni Boncompagni, con un singolo intitolato ‘Se mi vuoi’, che entrò subito nelle classifiche nazionali”.

 

Che progetti hai per il futuro?

“Ho intenzione di fare musica fino all’ultimo respiro. Spero di continuare a suonare con i miei amici e di continuare le mie collaborazioni. Ho cominciato giovanissimo sul palco – conclude Tony – il palco è il mio mondo e vorrei continuare così”.

 

 

Carlo Zannetti – Onda Musicale

— Onda Musicale

Tags: Loredana Bertè, Intervista, Raffaella Carrà, Peppino di Capri, Carlo Zannetti, Mogol, Fiorella Mannoia, Lucio Battisti, Caterina Caselli, Alberto Radius
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