Recensioni e Interviste

Equazione di un amore. Intervista a Simona Sparaco.

È da poco tempo uscito il nuovo libro di Simona Sparaco “Equazione di un amore” per Giunti Editore. Desidero innanzitutto ringraziare l’autrice per la disponibilità e la gentilezza con la quale ha risposto alle domande, sapendo che in questi momenti uno scrittore è preso nel vortice delle presentazioni, degli incontri, insomma, dalle mille richieste di promozione che ogni nuova “creatura letteraria” porta con sé.

Ho conosciuto Simona Sparaco in occasione di un suo viaggio in Trentino per la presentazione del suo “Nessuno sa di noi”, finalista al Premio Strega nel 2014. In quell’occasione, abbiamo conversato a lungo sulle rive del Lago di Serraia.

Poi l’ho rivista al Trentino Book Festival dello scorso anno e parlato proprio di questo suo nuovo romanzo, a quel tempo ancora in fase di stesura.

Mi ha sempre trasmesso la sensazione di una persona sensibile, qualità che rende capaci di attraversare il mondo e la vita mantenendosi aperti, permeabili, attenti. Nessuna sicumera, tanta voglia di essere compresi e di comunicare. Capacità oratoria ineccepibile, passione di raggiungere l’ascoltatore e il lettore.

Una persona che è nel luogo in cui si trova. Le ho rivolto alcune domande spontanee, perché è così con lei: suscita reazioni naturali, libere, il suo viso interroga con dolcezza.

È da poco uscito il tuo ultimo libro. Come gli altri ha riscosso e riscuote grande successo. Parliamone…. “Equazione di un amore”, da dove viene? Si riferisce a qualcosa di complesso e impossibile o invece ad una misteriosa, alchemica formulazione?

"Tutti i romanzi prendono forma in un universo misterioso che si trova a metà strada tra l’inconscio e gli accadimenti della vita, e anche la stesura di Equazione credo non abbia fatto eccezione. E come ogni stesura, per quanto complessa e misteriosa, ha saputo scorrere fluida sulla tastiera del mio computer, come se avesse chiaro fin dall’inizio il suo scopo. L’equazione in questione parte dalla teoria dell’entanglement quantistico per arrivare a rappresentare una metafora della vita stessa: nella mia personale “equazione”, le due componenti che dovrebbero sempre equivalersi sono “io sono” e “io voglio essere”. I miei protagonisti si muovono tra numeri, teorie e rappresentazioni, tentando di risolverla."

Se dovessi presentare il tuo libro, cosa diresti?

"Il mio romanzo più riuscito, senza dubbio. Una storia ricca di colpi di scena, come la vita, ed è servita a ricordarmi che è lei, la vita stessa, la vera maestra in questo senso, noi che scriviamo tentiamo solo di imitarla."

Cos’è scrivere per te e cosa ti insegna?

"Creare mondi che prima non c’erano, sentirmi grande come un dio e al tempo stesso infinitesimale come un granello di sabbia. Fare silenzio e imparare ad ascoltare la vita, osservare i suoi segnali, per lasciarmi rassicurare dal fatto che esiste un disegno e che non devo fare altro che assecondarlo."

Senti mai il “pericolo” o la tentazione di smarrirti in ciò che scrivi? Intendo dentro le storie dei tuoi personaggi? E come si ritorna dal “viaggio” della scrittura?

"Per quanto immaginari, i miei personaggi mi fanno compagnia e io li sento quasi più delle persone in carne e ossa che mi circondano, non avverto in loro nessun pericolo, qualche volta li perdo di vista, e mi blocco, ma poi torno a fare silenzio e metto da parte la paura, per far sì che il disegno riprenda il suo corso. Il ritorno alla vita non è mai facile, quando chiudi il libro il vuoto ti inghiotte, come dopo un amore che finisce e devi imparare a guardare da lontano. Ci vuole pazienza, molta pazienza. Una volta era più dura, quando alla stesura non seguiva la pubblicazione, e allora mi sembrava di aver vissuto invano, oggi i miei lettori, con la loro fiducia e il loro calore, riempiono il vuoto, attenuano la solitudine del post scriptum."

Che ruolo hanno il mondo reale e la tua interiorità nella scelta degli scenari e dei temi di cui scrivi?

"Cruciale. Attingo continuamente da quell’universo che si trova a metà strada tra l’inconscio e gli accadimenti della vita. Mi lascio guidare dal disegno."

L’artista vive fasi alterne, insegue le muse o ne è invasato. Come ti rapporti a questo, come affronti i periodi di siccità e di abbondanza? Senti di aver cambiato il tuo modo di “creare storie”?

"La modalità è sempre la stessa, ciò che cambia è la consapevolezza, che ti spinge a essere più equilibrato nei confronti di questa folle alternanza, a non rimanerne schiacciato."

Cosa pensi significhi leggere libri oggi?

"Rimanere attivi, non cedere alla passività di qualsiasi altra fruizione. Persino la visione di un buon film ti assoggetta a un meccanismo dal cui controllo sei stato estromesso. Leggere significa imparare a diventare padroni della propria vita, costruirsi una coscienza critica attraverso la forza incredibile dell’immaginazione."

Ecco le parole di Simona Sparaco, la cui ricchezza e immaginazione ritroviamo nelle pagine del suo romanzo, così denso di quell’amore assoluto, indomito, che mette radici inestirpabili nel cuore e che forse ciascuno di noi ha potuto provare una volta almeno nella vita.

 

Clara Lunardelli – Onda Musicale

 

 

 

 

         

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Tags: Intervista, Clara Lunardelli
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