Recensioni e Interviste

Recensione: “Noi siamo elefanti” degli Elefanti

Come abbiamo già scritto (leggi qui) gli Elefanti sono un duo composto da Francesco ‘Shamble’ Arciprete (voce, chitarra e basso) e da Matteo ‘Teo’ Belloli (batterista e seconde voci) e l’album di cui mi appresto a parlare, Noi siamo Elefanti, è il loro esordio.

Si parte subito con “Avorio”. “Io sono un pachiderma nascosto in questa giungla, uccidermi non basta” queste la parole che accompagnano la traccia d’apertura dell’esordio degli Elefanti.

La voce è al limite tra il robotico e l’arrabbiato, così come le chitarre distorte in sottofondo, e dura come “l’avorio” critica aspramente la società odierna in cui l’individuo è immerso.

L’avorio in questo caso rappresenta ciò che di più prezioso e buono ha l’uomo, un po’ come le zanne del pachiderma, e deve cercare sempre di combattere o sfuggire ai bracconieri per riuscire a tenerselo. Riflettete gente.

In “Me lo dici sempre” si ha un inizio in stile “Knights of Cydonia” dei Muse, a cui si somma una versione leggera di Blind” dei Korn, il brano parla dell’indecisione amorosa e tutti i problemi ad essa collegati.

 “Sei depressa, ma come mai, non lo dai a vedere, se mi vuoi non lo sai e non mi importa niente”, queste le indecisioni amletico – sentimentali sostenute da torri strumentali ricche di grooveverso la fine del brano. Breve e diretto, l’esatto opposto di un’indecisione che può trascinarsi in eterno.

Nel Vortice (Non è facile)è un brano più ritmato in cui si capisce come è più facile dire che una relazione è finita e stop, ma non è così.

Se c’erano già dei problemi all’inizio tutto si trasforma in un vortice da cui non è facile uscire (“ma non è facile, i dubbi corrono e non è semplice, ricordi tremavo”). Notevoli i giri di batteria che evidenziano ancora di più la tragedia insita nelle parole degli Elefanti.

4 lire” ha un attacco più alternative ricco di palm muting in cui si possono udire i vaghi echi dei Tool per pochi istanti.

Molto interessanti le parti di tastiera verso la metà del brano che, delicatamente, vanno ad intersecarsi con la ruvidità del basso. Un’altra critica travolgente dove “con quattro lire in tasca faccio vacanze da ottomila euro”

Un po’ conta (Se vuoi)romantico, trascinante, ma tormentato allo stesso tempo. Un pezzo che non ci metterà molto a diventare il brano preferito all’interno di Noi siamo elefanti.

“Ammazzerò per te che hai gli occhi di chi ti fa male e un po’ conta”, traete voi le vostre conclusionie lasciate che siano quei ricordi impolverati a guidarvi assieme alla musica.

Da notare i giri tra prog e classica verso il terzo minuto che ne aumentano il valore, già piuttosto alto, di questo pezzo. Semplicemente fantastico!

Segue Cieli bui in cui il rock, questa volta, è sorretto più dall’elettronica e dal basso martellante. “Se potessi liberarti adesso lo farei, aiutami ad irradiare questi cieli bui”. La vita ha sempre in serbo dei colpi mancini non da poco, ma bisogna essere pronti a rialzarsi.

Ovviamente neanche questo è facile, sennò che vita sarebbe? Il breve intervento da requiem al secondo minuto è la famosa ciliegina sulla torta prima della brusca interruzione.

Ricordati di meè la traccia finale. Qui la batteria si fa più tecnica e vorticosa ed il basso più affilato al pari della voce che canta di un amore malato. Degna conclusione del disco che mantiene intatto lo stile della band ed il filo narrativo di tutto l’album.

Per concludere, che dire di questo disco? Un esordio a dir poco esplosivo e graffiante. Merita ben più di un ascolto! Speriamo di poter sentire presto del nuovo materiale perché l’inizio è veramente dei migliori.

Vanni Versini – Onda Musicale

— Onda Musicale

Tags: Muse, Korn, Vanni Versini, Tool
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