Recensioni e Interviste

Theatres des Vampires: l’intervista con Sonya Scarlet

Il gruppo gothic metal dei Theares des Vampires ha appena pubblicato la sua ultima fatica discografica, Candyland, di cui abbiamo già parlato qui (link).

Ne abbiamo approfittato per fare due chiacchiere con la cantante della band, Sonya Scarlet, alla quale abbiamo rivolto alcune domande.

 

Chi è Sonya Scarlet sul palco e nella vita di tutti i giorni?

“Ogni persona, ogni artista, è un insieme di diverse sfumature, mille differenti pennellate che contribuiscono a creare un disegno unico, particolare e perfetto nella sua totale imperfezione. Non credo che un artista possa mostrare qualcosa di totalmente differente dalla propria natura, di così diverso da se stesso semplicemente salendo su un palco. Il palco è un gigantesco specchio che mette a nudo la personalità di chi lo calca, ne enfatizza alcuni lati ma rimane sostanzialmente fedele alla realtà, anche durante la messa in scena di una pièce teatrale. Non esiste una vera differenza tra Sonya su o giù dal palco, sono solo tre gradini che separano, quattro tavole di legno dal pavimento, da quella che viene definita ‘realtà’. Ma tre gradini non possono cambiare la personalità di nessuno, tantomeno la vita e il mio modo di relazionarsi con la gente e con il mondo esterno. Io sono quello che si vede, i miei testi sono parte di me, della mia vita e delle mie emozioni. La nostra musica viene dal cuore e dall'anima prima che dagli strumenti, può piacere, non piacere, possiamo essere amati, odiati o ignorati ma rimaniamo sempre fedeli a noi stessi, al nostro modo di vivere e di interagire tra di noi e con i nostri fans, sul palco come fuori. Certamente palco e riflettori servono a creare la giusta atmosfera e ad accompagnare le nostre canzoni enfatizzando un determinato aspetto della nostra personalità, ma un'immagine forte può essere fragile allo stesso tempo, un'anima nera può essere luce pura, basta leggere tra le righe, basta leggere ciò che scrivo … Sono poi le varie contraddizioni e i difetti che ci rendono diversi uno dall'altro. Io sono tutto questo e probabilmente anche altro, lo scoprirò piano piano e continuerò a scriverlo nelle mie canzoni, nelle mie poesie.”

Sono circa 10 anni che stai con i Theatres Des Vampires, che effetto ti fa?

“In realtà ho raggiunto il sedicesimo anno di militanza nei TDV! Devo dire che mi fa uno strano effetto, ne abbiamo passate veramente tante insieme, abbiamo visto diversi cambi di line up e vissuto tante situazioni più o meno belle eppure il tempo sembra essere passato in un lampo, così velocemente che fatico quasi a crederci. Probabilmente questo succede quando si ama davvero qualcosa, quando si crede totalmente in un progetto e nelle persone che ne fanno parte e i TDV sono parte della mia famiglia.”

Puoi raccontarci un aneddoto che ti ha particolarmente colpito in tutti questi anni di attività?

“Sono davvero moltissimi, belli e brutti ed è sempre difficile scegliere cosa raccontare. Sicuramente ricordo il nostro primo tour europeo molti anni fa, ancora con la vecchia line up. Tour terminato all'improvviso senza preavviso, siamo stati lasciati in Olanda in mezzo ad una strada con tutti gli strumenti. Alcuni di noi hanno preso l'aereo per andare a prendere un furgone a Roma e tornare in Olanda per caricare il tutto. Nel frattempo io, Zimon e il nostro ex chitarrista Robert ci siamo ‘offerti’ di rimanere in Olanda a sorvegliare la strumentazione … Dentro un coffee shop dove siamo rimasti 3 giorni.”

Visto il genere, quali sono le tue principali influenze musicali e letterarie?

“Amo moltissimo leggere, specialmente autori come Poe, Lovecraft, Baudelaire, Shelley, Byron, Wilde, Christina Rossetti, Emily Dickinson (che leggo e rileggo) e molti altri più o meno noti nascosti nel mio scaffale dei ‘decadenti e maledetti’. Mi piacciono molto i romanzi storici e ne ho una quantità infinita, tra i tanti ‘La contessa nera’ di Johns Rebecca. Di moderni ho amato i primi libri di Anne Rice prima della svolta pseudo-cristiana di alcuni suoi scritti, i primi libri di Stephen King e adoro ‘La verità sul caso Harry Quebert’ di Joel DickerPer quanto riguarda la musica ho una mente piuttosto aperta, dal goth, al metal, all'elettronica, sono molte le band che mi piace ascoltare. Dai Paradise Lost, ai Poisonblack, ai Diary of Dreams, ai Sister of Mercy, ai VNV Nation, ai Depeche Mode (che andrò a vedere a Bologna) a Diamanda Galas etc. Se qualcosa mi piace sicuramente la ascolto con attenzione e, soprattutto, vado a vedere le band suonare dal vivo, anche quando sono semi sconosciute. In Italia ci sono molte band valide ebisogna supportare il metal nel nostro Paese. Il passo più importante è andare ai live, ascoltare musica e, soprattutto, divertirsi ascoltandola, magari con una buona birra in mano. Old style sempre valido.”

Due parole su “Candyland” e la sua lavorazione?

“Tutto è nato da un’approfondita ricerca sul manicomio di Pennhurst, in particolare sulle tremende storie narrate e sulle atrocità commesse nei confronti dei pazienti ricoverati. Sono storie di violenza perpetrate e reiterate per diversi anni sui pazienti, molti dei quali ‘incapaci a sé stessi’; sono storie di esperimenti quasi ‘eugenetici’ condotti su adulti e bambini. Soprattutto è la storia di Candyland, uno scantinato le cui mura erano colorate da alcuni disegni infantili, considerato che in quella stanza erano ricoverati i bambini ritenuti ‘ritardati’ e gli adulti che presentavano un deficit cognitivo. Ho letto diverse testimonianze sulle atrocità commesse, e peraltro diverse persone, bambini compresi, sono letteralmente scomparse. ‘Candyland’ è dedicato a coloro che sono stati abbandonati, confinati nella loro pazzia, chiusi e nascosti nella propria mente, a coloro che sono stati confinati dalla società, sepolti vivi e lasciati affogare nelle proprie paure, lontano dalla vita stessa. ‘Candyland’ è un viaggio nelle ossessioni di tutti, narrato, nell’album, da storie e personaggi differenti. Tra le sue stanze troviamo varie patologie, ma non è un concept album al 100%. Le lyrics parlano anche di storie misteriose, tristi, malinconiche, visioni distorte della realtà … Ogni canzone ha un senso, un significato e una storia … Che sia una paura, una visione, un delirio … ‘Candyland’ rappresenta l’inferno di ciascuno di noi diverso per ciascuno di noi una sorta di dannazione, caratterizzata dal non voler reprimere la nostra zona d’ombra, dal non voler ‘resuscitare’ dalla malattia perché, in fondo in fondo, ammettiamo di amarla. Per quanto concerne la composizione abbiamo seguito un percorso differente rispetto ai nostri precedenti lavori. Il nostro produttore, Christian Ice, dopo lo split con l'ex tastierista e co- fondatore della band Fabian, è diventato una figura centrale nella composizione dei brani in collaborazione con la band. Questa volta abbiamo deciso di trarre ispirazione dalle liriche, dal significato delle mie parole, dal loro ritmo e dall'atmosfera così creata e non poteva che uscire un album più duro e diverso rispetto al passato poiché ‘Candyland’ è diretto, aggressivo e nero nella sua malinconia.”

Come siete entrati in contatto e com’è stato lavorare con Fernando Ribeiro dei Moonspell?

“Ho sempre amato i Moonspell e li considero una band di importanza storica nel nostro genere. Fernando ha una voce potente e particolare e ho pensato che un duetto con lui sarebbe stato semplicemente perfetto, perché lo stimo e ritengo che le nostre esperienze musicali siano molto simili. Ho personalmente contattato Fernando il quale è stato felice della nostra proposta e con grande professionalità ha registrato la linea vocale nonostante i numerosi impegni con i Moonspell e in vari tour in atto. Ha girato anche un piccolo video che mi ha mandato in forma privata durante la registrazione. È stata davvero una bellissima sorpresa.”

Quali sono i progetti, tuoi e della band, riguardo all’immediato futuro?

“Questo è sicuramente un periodo molto importante per noi, torniamo alla vita dopo 3 anni ‘sepolti vivi’ in studio e non vediamo l’ora di portare ‘Candyland’ in giro per il mondo. La nostra booking agency, la Swex Production, sta lavorando sui prossimi live e a breve comunicheremo le prossime date. Il nostro progetto è di riuscire a tornare in Europa, Sud America, ma anche fare più date in Italia e suonare in posti nuovi per noi come la Cina, gli Stati Uniti e l’Australia. Incrociamo le dita. Purtroppo le date in Russia previste per fine ottobre sono state cancellate per motivi indipendenti dalla nostra volontà. Evidentemente non siamo molto graditi a qualcuno in questo momento. Speriamo si risolva presto. Un grazie ad Onda Musicale per l’intervista ed il supporto ai Theatres des Vampires, un grazie ai vostri lettori per l’attenzione e guardatevi le spalle … i vampiri sono tornati …

 

Vanni Versini – Onda Musicale

 

{loadposition testSignature}

— Onda Musicale

Tags: Stephen King, Depeche Mode, Paradise Lost, Vanni Versini, Moonspell, Baudelaire
Sponsorizzato
Leggi anche
Intervista a Giovanni Rossi autore di “Roger Waters-oltre il muro”
Vittoria Iannacone: “E’Colpa Tua” il suo debutto discografico