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Recensione “Nemo Profeta” dei Pupi di Surfaro

"Nemo Profeta"è l'ultima trasformazione del progetto siciliano dei Pupi di Surfaro che, dopo anni di concerti in giro per la natia Sicilia ed i numerosi premi, hanno pubblicato questo disco.

I Pupi di Surfarosono Totò Nocera (voce e percussioni), Peppe Sferrazza (basso) e Pietro Amico (batteria) . Detto questo diamoci dunque un'occhiata senza ulteriori indugi.

Li me' paroli: una voce lontana canta mentre il tappeto ritmico si distende ai piedi. Una canzone, il primo singolo, sulla forza delle parole che devono combattere contro la mediocrità dilagante di una società.

Una mediocrità che sembra la parola d'ordine che i "servi della gleba, servi della globalizzazione" devono seguire alla lettera. Interessantissimi i giri di basso che ritmano il caosgenerale a livello testuale e sonoro.

Quannu diu fici a tia: un folk più acid ed inquietante che rende omaggio all'opera dell'attore e poeta siciliano Bernardino Giuliana (San Cataldo 17 aprile 1935 – San Cataldo 29 marzo 1999) che ha scritto e studiato la Sicilia stessa. "L'ignoranza ammazza la libertà" è il mantra, meditate su questo.

Kicking the Donkey Style: uno schiacciapensieri scanzonato apre le danze di questo pezzo in collaborazione con Davide Urso dei Beddi. Un esperimento ben riuscitoin cui la lingua d'albione s'interseca con l'originale e i ritmi folli ed ipnotici del pezzo che vi farà voglia di ascoltarlo e riascoltarlo.

'Gnanzou: più voci che echeggiano e s'intrecciano costituiscono l'apertura di questa canzone che vede la partecipazione del musicista senegalese Jali Diabate.

Il brano prende nome dalla Cialoma, il canto dei pescatori di tonno rosso, a cui si aggiunge anche il tema dell'immigrazione e delle morti nel Mediterraneo. Un tema che tocca la Sicilia in particolar modo.

Ruzaju: si tratta dell'unica cover del disco in cui i Pupi di Surfaro rendono tributo ad un altro grande della musica italiana, anzi meglio dire sarda, Andrea Parodi. Alzate il volume!

Soldatino: filastrocche fanciullesche si intrecciano con l'elettronica per cantare il macabro tema della guerra e della violenza. Incalzante, ritmato, folle e gli aggettivi non finiscono qui!

Per amore, per la libertà: ballata eterea sospesa nell'aria in italiano scritta assieme ad Aldo Giordano (musicista ed arrangiatore dell'intero disco). Ritorna il tema della guerra e della resistenza. Impressionanti gli interventi di synth e le voci che fanno da controcanto.

L'arca di Mosè: altro folle esempio della creatività dei Pupi di Surfaro che si affidano allo scrittore, attore e regista teatrale palermitano Rosario Palazzolo. La Genesi viene citata a piene mani mentre imperversa elettronica per un'atmosfera malinconica ed accusatrice allo stesso tempo.

Soffio dell'anima: giri di synth ed arpeggi di basso aprono la preghiera finale che poi prosegue verso l'etereo e l'elettronica. La voce poi, si estende per poi rinchiudersi diventando più roca e malinconica.

In conclusione, che dire questo disco?Non se ne sentono molti di questa matrice e, nonostante la grande presenza del siciliano, va bene lo stesso. Schietto, sincero, accusatore e particolare questo disco non è assolutamente da sottovalutare!

La cosa bella sarebbe vedere all'opera la band dal vivo perché, se questo è un assaggio del loro potenziale, allora vuol dire che hanno ancora tanto da dire e spero di poterlo ascoltare al più presto.

 

Vanni Versini – Onda Musicale

 

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— Onda Musicale

Tags: Vanni Versini, Andrea Parodi, Pupi di Surfaro
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