Recensioni e Interviste

Magma: recensione di K.A.

I Magma sono senza ombra di dubbio una concept-band, l´unica ch´io conosca. Potrebbe anche essere che nel vasto campo della mia ignoranza esista dell´altro, ma ne dubito, dubito fortemente che ci sia qualcun´altro oltre a Christian Vander in grado di mantenere in vita, per oltre un trentennio, le tematiche delle sue rappresentazioni in quelli che sono chiamati i miti e le leggende magmiane.

Non credo peraltro che esista una definizione di concept-band, perció prenderó per buona quella del concept-album; “è un album discografico in cui tutte le canzoni ruotano attorno a un unico tema o sviluppano complessivamente una storia”. La mitologia dei Magma, tutta, ruota intorna ad un único tema, il manifestarsi di forze diverse che possano dare un impulso evolutivo all´umanitá.

Questo tema, o meglio, questo proposito, é la finalitá delle tre saghe nelle quali si sviluppano i miti e le leggende del gruppo francese; il pianeta Kobaia , il periodo del Theusz Hamtaahk e Köhntarkösz nell´ Ëmëhntëht-Rê.

Ëmëhntëht-Rê é il nome di un antico faraone, nel cui tumulo, rinvenuto da Köhntarkösz avrá luogo una rivelazione, un´illuminazione sul segreto dell´immortalitá.

KA é il primo dei tre dischi del ciclo dell´ Ëmëhntëht-Rê, che forma la saga del nostro esploratore e archeologo Köhntarkösz e ne dovrebbe narrare la giovinezza, fino al ritrovamento dell´ingresso del tumulo del faraone.

Il materiale musicale di KA risale al 1972 e venne pubblicato incompleto; una parte nel live del ´75 e altre su Inedits del ´77. Il progetto venne abbandonato per poi registrare il Mëkanïk Dëstruktïẁ Kömmandöh nel 1973. Il 1974 é l´anno di Köhntarkösz, il secondo disco del ciclo, ma il primo ad essere pubblicato. KA invece venne alla luce solo nel 2004, al quale seguirá Ëmëhntëht-Rê del 2009, chiudendo cosí la saga di Köhntarkösz.

A esatti trent´anni dalla pubblicazione del famoso Köhntarkösz, Christian Vander si mette nei panni di archeologo di se stesso, arruola una squadra di giovani musicisti per restraurare e contestualizzare i pezzi senza peró mai stravolgerne l´ossatura originale. Durante un´anno e mezzo di lavoro in studio viene realizzato KA, con un risultato tecnicamente impeccabile e musicalmente imprescindibile per ogni amante dello Zeulh. Epico, lirico, corale, progressivo, possente e delicato, un lavoro che rasenta la perfezione, tenuto conto che inevitabilmente, viste le premesse si é dovuti rinunciare a una certa spontaneitá di esecuzione, caratteristica della prima fase della band.

Non fatevi l´idea sbagliata di credere sia una passeggiata capire a fondo le relazioni fra la mitologia e la discografia magmiana, che basti sfogliare qualche pagina del web per riuscire a districarsi nei meandri delle sue leggende. Il percorso non é mai lineare, ad un evento puó succederne un altro che avrebbe dovuto accadere prima. Le creazioni non sono frutto di una destemita razionalitá, ma di intuizione e sensibilitá, che a volte esce da dentro e altre volte entra da fuori, e se questa intuizione si realizza, spesso nenche lo stesso autore é pronto a decifrarne subito tutti i segreti. Lo stesso Vander afferma che KA potrebbe essere l´anello mancante fra Köhntarkösz e il Mëkanïk Dëstruktïẁ Kömmandöh, e che solo recentemente egli ha raggiunto la comprensione che questi pezzi sparsi qua e lá, raccontano la storia del giovane Köhntarkösz.

E cosí solo negli anni duemila i cicli magmiani si completano, Vander mette ordine in certi punti oscuri della discografia dei Magma, restituindoci sotto nuova luce queste musiche, delle quali gli appassonati piú attenti non avrebbero dovuto ignorarne le potenzialitá, confermando con ancora piú forza la tesi secondo la quale i magma sarebbero la concept-band per antonomasia.

(fonte: link)

 

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— Onda Musicale

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