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Recensione di “Live in Torino 1992” dei Soundgarden

Posso farcela, devo farcela; è stata durissima assimilare e gestire la terribile notizia della scomparsa di Chris Cornell. (leggi l'articolo

Ho amato i Soundgarden in maniera feroce negli anni novanta; un amore viscerale grazie ad almeno tre dischi, i primi, che mi sono tatuato nel sangue, nella mente, nello spirito. Ho pensato tanto in queste convulse giornate come ricordarli.

Oggi ho raggiunto il luogo del mio avatar; una spianata naturale ad oltre 1200 metri di altezza, in alta Val Bognanco, circondata da cime immense e silenti. Ancora ricoperte di neve. Ho pianto pensando ad un brano dei Temple Of The Dog che parlava di Paradiso. Ho chiuso gli occhi: i dubbi, le paure sono scomparsi. Ed ho deciso: l'unica mia volta con i Soundgarden dal vivo; non ci furono altre occasioni.

Basta con le introduzioni; torno indietro negli anni per raccontare di un concerto vissuto in primissima fila, come ho sempre fatto. Ok si parte…

I Soundgarden allo Stadio delle Alpi di Torino; è il giorno del mio venticinquesimo compleanno.

Biglietto acquistato a Milano, in quel luogo di culto che è stato per tanti anni "Mariposa Duomo" (ci ho lasciato una fortuna in lire; soldi spesi benissimo sempre e comunque). Qualche giorno prima dell'evento ho un incidente con la mia UNO bianca; un amico mi presta la sua di automobile per recarmi al concerto: una Fiat Regata che più tamarra non si può. Piena zeppa di righe e ammaccature varie dovuta alla guida simpatica ed "alcolemica" dell'amico. Per fortuna gli etilometri nei primi anni novanta non esistevano: ne avremmo persi a centinaia di punti sulla patente!!

Parto da casa in mattinata; un paio di ore di viaggio. Che diventano quasi il doppio perchè gli autogrill, i distributori di benzina, i caselli sulla Milano – Torino sono intasati da migliaia di ragazzi che come me si stanno dirigendo verso lo Stadio. Un pellegrinaggio vero e proprio. Fatico a trovare un parcheggio: regna il caos più assoluto e l'adrenalina schizza da subito a livelli elevati. Prima di mettermi in coda all'ingresso del prato acquisto una maglietta nera della band.

Una calca, un bordello indescrivibile agli ingressi; caldo afoso che ti schiaccia. Cristi, Santi e Madonne urlati a più non posso; passo i quasi inesistenti controlli delle forze dell'ordine e sono dentro. Corro per arrivare il più vicino possibile all'immenso palco e guadagno la transenna che non mollerò nemmeno per andare in bagno!!; mi tolgo subito la maglietta perchè il sole è cocente e bastardo. Inganno l'attesa con qualche tiro di canna che mi viene offerto dal vicinato.

Ore 17.30 saremo già almeno cinquantamila persone ed è l'ora: Chris, Kim, Ben e Matt sono pronti ed hanno a disposizione soltanto trenta minuti; una lunga introduzione consente ai nostri di prendere posto nei pressi dei loro strumenti; poi l'orgia musicale può avere il suo inizio. Il suono, come era molto facile aspettarsi, è tremendo. Pessimo per non dire di peggio; la maggior parte degli spettatori non si cura della band.

Sono li per i Guns; io invece ho timbrato la presenza per i Soundgarden che iniziano lo spettacolo con una tiratissima e superpsichedelica "Searching With My Good Eye Closed". Ma quanto era figo Chris con la sua lunga criniera, con i suoi bermuda; si muove avanti ed indietro sul palco aizzando e cercando il contatto con quei pochissimi spettatori che sono "intrappolati" dalla sua voce. Sembra Gesù Cristo da tanto bello porca paletta.

Il pubblico ondeggia, la calca aumenta ma non mollo la presa della transenna; il suono rimane una merda. Ma poco importa perchè una dietro l'altra arrivano le bombe atomiche, le colossali scudisciate di "Face Pollution", "Rusty Cage""Outshined" ed una conclusiva "Jesus Christ Pose". Tutti brani tratti da quel monolite sonoro titolato Badmotorfinger. Uno dei dischi che ad intervalli regolari (diciamo un paio di volte al mese) devo ancora ascoltare. E lo faccio dalla sua uscita avvenuta nell'autunno del 1991.

Botte da orbi sotto il palco in questi tumultuosi minuti; parte anche un cattivissimo pogo. Mi sento in dovere di partecipare alla battaglia tra sudati e sporchi corpi. Poi d'improvviso gli strumenti vengono staccati: trenta minuti avevano a disposizione e trenta minuti sono stati. Non ci regalano nemmeno un secondo i bastardi del mixer.

La band lascia il palco; penso di aver festeggiato in degna maniera il mio compleanno. E sono felice anche se i Soundgarden meritavano qualche brano in più. Con tutto quello che ho speso…

Subito dopo arrivano i Faith No More (altra esibizione con i cosidetti controcazzi); infine tocca ai Guns. Progressivamente mi allontano dal palco ed appena termina il concerto mi fiondo verso i parcheggi, riuscendo in poco tempo a raggiungere la tangenziale.

Da qualche minuto sto cercando una frase ad effetto per chiudere; ma sono bloccato. Ed allora qui mi fermo, andando immediatamente a vedermi il video ufficiale di "Outshined": che è sempre tanta roba…"Show me the power child I'd like to say, That I'm down on my knees today. It gives me the butterflies, Gives me away till I'm up on my feet again. I'm feeling outshined…"

A Serena.

Ad Maiora.

(fonte: link)

— Onda Musicale

Tags: Torino, Soundgarden, Chris Cornell
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