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Midnight in Paris: “il passato non è affatto morto, anzi non è nemmeno passato”

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Gil Pender (Owen Wilson) è quello che molti definirebbero "una persona di successo" dato che ha un lavoro che gli frutta molto, sia in termini economici che di fama, ed è fidanzato con la bella Inez (Rachel McAdams), ma non è per nulla soddisfatto della sua vita.

Il suo lavoro, sceneggiatore per film di Hollywood, non lo soddisfa più come un tempo e preferirebbe dedicarsi al suo eterno primo romanzo incompiuto per diventare uno scrittore come ha sempre sognato. Inoltre la fidanzata Inez, i suoi genitori ed i suoi amici non fanno altro che remargli contro, ma la vacanza a Parigi sembra che possa sistemare le cose.

Lì Gil vuole dedicarsi al suo libro ed alle passeggiate per le vie dell'incantevole città per trovare la giusta ispirazione ed immergersi in quell'atmosfera bohémien che ha sempre sognato. Peccato che Inez, con tanto di genitori dietro, preferisca dedicarsi allo shopping ed a divertirsi con la nemesi di Gil, il saccente Paul Bates (Michael Sheen) con la fidanzata Carol (Nina Arianda). Saccente compatriota che non perde mai l'occasione per qualche frecciatina e smargiassata, soprattutto con la guida (Carla Bruni) al museo di Rodin.

La vacanza sembra dunque rovinata, ma il fato sembra finalmente tendere la mano a Gil. Dopo una degustazione di vini Gil e la combriccola sono un po' alticci, ma mentre loro vogliono andare in discoteca Gil preferisce passeggiare senza una meta precisa in cerca di ispirazione e di un po' di sobrietà.

Gira e gira, inevitabilmente, il nostro protagonista si perde e decide di sedersi un momento su una scalinata ed è in quel preciso momento che la sua vita cambierà in maniera repentina. L'ora si fa tarda e mentre un orologio batte la mezzanotte una vecchia macchina degli anni '20 si avvicina chiamandolo a gran voce per una festa.

Gil, inizialmente riluttante, accetta di buon grado, ma non ha ancora capito che sta letteralmente viaggiando nel tempo. Da quella macchina in poi, infatti, è tutto un susseguirsi di grandi personaggi degli anni '20 e '30, praticamente i miti di Gil!

Tra questi stravaganti incontri come non citare l'esplosiva coppia composta da Francis Scott Fitzgerald (Tom Hiddleston) e dalla moglie Zelda (Alison Pill)? Oppure l'irascibile, ma comunque saggio, Ernest Hemingway (Corey Stoll) in una sorta di continua lotta per la bella Adriana (Marion Cotillard) della quale Pablo Picasso (Marcial Di Fonzo Bo) è gelosissimo?

Non mancheranno inoltre altri grandissimi personaggi quali Gertrude Stein (Kathy Bates), Luis Buñuel (Adrien de Van), Salvador Dalì (Adrien Brody), Cole Porter (Yves Heck) e tanti altri che trascineranno Gil in un incredibile viaggio alla scoperta delle più grandi menti artistiche dei primi del Novecento.

Il nostro incredulo protagonista si ritrova dunque sospeso in un perenne bivio. Il giorno sopporta i vaneggiamenti della fidanzata e di Paul mentre, la notte, si scatena al ritmo di vecchi balli ed intrattiene conversazioni sulla scrittura con Hemingway e Stein.

Tutto sembra dunque il realizzarsi di un sogno, ma è veramente così? Questo è quello che "Midnight in Paris", quarantaduesimo film di Woody Allen, ci narra in uno spassoso susseguirsi di eventi dal vago retrogusto kafkiano. Assolutamente degna di nota la trasformazionedi Wilson in Allen con gli stessi abiti, fobie ed obiezioni verso il mondo moderno.

Per quanto riguarda la colonna sonora il film si apre sulle note del clarinetto di "Si tu vois ma mère" di Sidney Bechet, brano strumentale che cala perfettamente lo spettatore all'interno della pellicola.

Si prosegue poi con la rivisitazione degli Swing 41 della tenerissima canzone francese "Je suis seul ce soir", canzone che vede molta più chitarra e nessuna parola rendendola dunque un altro strumentale.

Sulla stessa linea melodica è "Recado", brano gipsy jazz del trio Original Paris Swing, ma una delle tracce più iconiche della pellicola rimarrà comunque la chitarra gipsy di Stephane Wrembel in "Bistro Fada" che accompagna Gil nel suo pazzesco viaggio.

Ritornando brevemente al tema delle rivisitazioni, il compositore Conal Fowkes qui si cimenta con due brani di Cole Porter, nominato spesso da Gil, quali "Let's Do It (Let's Fall In Love) e "You've Got That Thing". L'ultima è, naturalmente visto il periodo, "You Do Something to Me" di Frank Sinatra, immancabile.

Sempre a proposito di rivisitazioni come non citare la bellissima, e decisamente parigina per l'immaginario collettivo, ballata al piano e fisarmonica di "Parlez – moi d'amour". In origine brano degli anni '30 di Lucienne Boyer.

Delicati intrecci di piano, come pioggia di primavera, poi costituiscono la base per la tenera ed agrodolce "I Love Penny Sue" di Daniel May. Una pioggia che fa scivolare tutte le altre note, ed i nostri protagonisti, tra le vie di una Parigi sospesa tra ieri e oggi.

 

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Tags: Woody Allen/Vanni Versini/Salvador Dalì/Cole Porter/Frank Sinatra
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