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Lo scafandro e la farfalla: il racconto di Jean – Dominique Baby

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Berg (Francia), 8 dicembre 1995. Immagini confuse, offuscate, suoni appena udibili in lontananza e particolari di volti occupano subito le prime scene della pellicola sottolineando la confusione e la sorpresa del protagonista della vicenda.

Sul letto di ospedale giace un a malapena cosciente Jean – Dominique Baby (Mathieu Amalric), redattore capo della rivista "Elle" e padre di due figli, appena svegliatosi da un coma durato più giorni. Come già detto prima, Jean non riesce a rendersi conto della situazione, è tutto frammentato e confuso, ma la verità si rivela ben presto ancora più tragica.

Tra i vari volti che si affacciano nel suo campo visivo compare anche quello del dottor Lepage (Patrick Chesnais) che, senza troppi preamboli, gli dice che ha appena avuto un ictus mentre era al volante ed ora è paralizzato dalla testa ai piedi. A peggiorare ulteriormente la situazione anche l'occhio destro presenta dei danni e gli viene chiuso chirurgicamente per evitare infezioni e simili.

Jean è disperato. Nella sua vita è riuscito ad ottenere praticamente tutto. Una famiglia che lo ama, un lavoro che lo soddisfa, un padre (Max von Sydow) che lo adora nonostante tutto e persino un'amante, la bella Inés interpretata da Agathe de La Fontaine, ma tutto questo sembra ormai storia passata.

Confinato all'interno dell'ospedale di Berg, località in cui andava in vacanza da bambino e che ricorda essere uno dei posti più deprimenti del mondo, Jean è doppiamente prigioniero del suo corpo visto che la sindrome diagnosticatagli altri non è che la rarissima sindrome "locked – in".

Il suo cervello funziona a pieno regime, ma il corpo è completamente paralizzato a parte l'unico occhio rimasto libero e questo rende la sua situazione ancora più disperata. Come affondare inesorabilmente all'interno di un pesantissimo scafandro in un mare buio e freddo mentre si urla inutilmente con tutto il fiato che si ha in gola.

Fortunatamente gli vengono subito affiancate la preparata fisioterapista Marie (Olatz López Garmendia) e la premurosa ortofonista Henriette (Marie – Josée Croze) con il quale Jean condividerà un legame molto particolare. È proprio lei a far sì che lo sfortunato protagonista riesca a comunicare tramite l'occhio seppur in maniera limitata (un battito per dire "sì" mentre due per dire "no").

A questo viene unito un particolare alfabeto che va recitato guardando Jean in volto per capire quando fermarsi per comporre delle parole e sono proprio queste a dare forza al protagonista nonostante lo scoraggiamento iniziale.

Vari personaggi si susseguono in ospedale ed anche al telefono. Tra questi spiccano l'affascinante Céline (Emmanuelle Seigner), definita come "la madre dei miei figli", l'amico Laurent (Isaach De Bankolé), lo sventurato Roussin (Niels Arestrup) a cui Jean cedette il posto sull'aereo e questi venne tenuto in ostaggio a Beirut per anni al pari di qualche apparizione metafisica dell'imperatrice Eugenia de Montijo (Emma de Caunes) madrina dell'ospedale. Da ricordare anche il cameo della rockstar americana Lenny Kravitz in uno dei flashback di Jean mentre era al lavoro su un set fotografico pieno di modelle.

Come dicevamo prima il corpo è praticamente immobile, ma l'immaginazione e la voglia di lottare sono ben vive all'interno della mente di Jean e, proprio per questo, decide di dettare le sue memorie del periodo all'interno dell'ospedale e le sue riflessioni sulla vita e sul mondo.

Questa è in poche parole, vista l'imponenza della pellicola è meglio che non vi dica altro, la trama del film "Lo scafandro e la farfalla" (2007) diretto da Julian Schnabel e basato sul romanzo autobiografico dello stesso Baby. Un film certo duro e di sicuro non facile, ma che va comunque visto per imparare ad apprezzare tutta la bellezza che ci circonda tutti giorni anche se non ne diamo troppo peso.

Sempre a proposito di bellezza la colonna sonora di questa pellicola non fa eccezione. Il film si apre infatti sulle note della sognante "La Mer" di Charles Trent per poi continuare con il bellissimo tema del film composto da Paul Cantelon.

Proseguendo troviamo poi, quasi ovviamente, molte canzoni francesi come "Je Chante Sous La Pluie", praticamente la versione francese di "Singin' in the Rain", "Pauvre Petite Fille Riche" di Claude François ed il tema dell'intramontabile film di François Truffaut "I quattrocento colpi".

A quest'ultima, sempre a proposito di temi storici, compare anche quello della "Lolita" di Stanley Kubrick assieme a Bach ed alla "Napoli Milionaria" di Nino Rota.

Spiccano poi addirittura i Velvet Underground con "Pale Blue Eyes", gli U2 con "Ultra Violet (Light My Way", Joe Strummer & the Mescaleros con "Ramshackle Day Parade" per culminare con Tom Waits e le sue intense "All the World is Green" e "Green Grass". Praticamente ce n'è per tutti i gusti! Non ne rimarrete delusi!

 

Vanni Versini – Onda Musicale

 

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Tags: Lenny Kravitz/Joe Strummer/Stanley Kubrick/U2/Velvet Underground/Tom Waits/Vanni Versini
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