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Benvenuti a Zombieland: “vorrei tanto poter dire che questa è ancora l’America”

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Morti viventi, vaganti, non – morti, infetti, mostri, mangiacervelli e chi più ne ha più ne metta! Questi sono alcuni dei nomignoli affibbiati ad un'intera categoria di creature che popolano il cinema horror e non solo, sto parlando degli zombi naturalmente.

“Nati” dai riti e dai miti voodoo i tanto amati morti viventi sono poi sbarcati nei fumetti e al cinema grazie a nomi del calibro dei mai dimenticati George A. Romero (vero e proprio papà degli zombied autore di una delle saghe più conosciute ed amate dai fan) ed il nostrano Lucio Fulci (autore dello splendido “Zombi 2” adorato da Quentin Tarantino).

Ovviamente se si parla di serie televisive e fumetti è impossibile non nominare The Walking Dead” dal quale hanno tratto anche un videogioco e, se si deve parlare anche di quello, basterebbe citare House of the Dead, Resident Evil” , "Left 4 Deade tanti altri ancora per generare una discussione infinita, ma cerchiamo di mettere qualche paletto.

Il “paletto” che voglio piantare oggi riguarda un film in particolare ovvero la divertentissima commedia horror Benvenuti a Zombieland del 2009 che vede l'esordio alla regia di Ruben Fleischer, regista anche di Gangster Squad oltre che di varie pubblicità e videoclip musicali, ma passiamo alla trama.

Un nuovo morbo imperversa sulla Terra dove i morti tornano in vita per sbranare i vivi e rendere zombi anche loro dopo un morso. In un mondo dove ormai imperversa il caos servono, ora più che mai, delle regole e lo sfortunato protagonista di questa vicenda (Jesse Eisenberg) ne sa qualcosa.

Fobico e sociopatico di natura Columbus, chiamato così in seguito anche perché non ha mai rivelato il suo nome, cerca di sopravvivere affidandosi alle sue personali regole quali il “doppio colpo”, il tenersi in forma per scappare meglio, il tenersi una via d'uscita in caso di dubbio e tante altre ancora che lo rendono uno dei sopravvissuti più improbabili anche a detta sua.

Scappato dal suo college, dove ha avuto il suo primo incontro con una zombie (la ragazza della stanza 406 interpretata da Amber Heard), il nostro protagonista vaga verso Columbus in Ohio alla ricerca dei genitori quando sulla sua strada incontra l'imponente Tallahassee (Woody Harrelson) a bordo di un tamarrissimoHummer.

Un fan del buon vecchio country, dei film di Bill Murray, delle belle auto, delle armi, ma soprattutto dei Twinkies, la merendina americana per eccellenza. Per farla breve, come dice lo stessoColumbus, sembravanato per rompere il culo agli zombi” e non fa certo mancare pallottole ed altre frasi da duro.

Avuto un passaggio i due continuano il viaggio verso un ipotetico posto senza zombi, ma la voglia di Twinkies di Tallahassee è troppo forte e decidono di tentare il colpo anche in un supermercato. Abbattuti gli zombi di default i due si imbattono nelle sorelle Krista, detta Wichita, (Emma Stone) e la piccola Little Rock (Abigail Breslin) che li imbrogliano e rubano loro macchina e armi.

I due cercheranno dunque di riprenderle evitando di farsi divorare dai tantissimi zombi che spuntano da ogni angolo fino alle conseguenze più estreme. Un film semplice, ma davvero divertente che vi strapperà più di una risata grazie alle situazioni assurde ed al cameo di Bill Murray nel ruolo di sé stesso e di Mike White (l'avete visto in School of Rock) nei panni di uno sfortunato benzinaio.

Bene, questa era la storia in pillole, ma ora passiamo alla colonna sonora. Le musiche del compositore statunitense Dave Sardy ci accompagneranno lungo tutto il film, ma il piatto forte è un altro.

In apertura, gustatevi la sequenza di rallenty e titoli di testa interattivi, possiamo sentire una versione rock dell'inno americano seguita a ruota dall'epica “For Whom the Bell Tolls”dei Metallica.

Si possono poi ascoltare anche la tenera “No One's Gonna Love You” dei Band of Horses, la classica “Oh Sweet Nuthin'” dei Velvet Underground, la mitica Ghostbusters di Ray Parker Jr., l'elettrica “Everybody Wants Some” dei Van Halen, la psichedelica “(Don't Fear) The Reaper” dei Blue Öyster Cult e le nostalgiche “Blue Eyes Crying in the Rain” di Willie Nelson e “I'm So Lonesome I Could Cry” di Hank Williams. Naturalmente queste ultime due sono state scelte da Tallahassee.

A queste si aggiungono pezzi più moderni come “Your Touch” dei Black Keys e “Salute Your Solution” dei Raconteurs senza scordare le incursioni di musica classica con nomi come Mozart e Strauss. Un mix decisamente non male!

 

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Tags: Mozart/Bill Murray/Blue Öyster Cult/Van Halen/Velvet Underground/Black Keys/Willie Nelson/Vanni Versini/Hank Williams/School of Rock/Emma Stone/Metallica/Raconteurs
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