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The Pills – Sempre meglio che lavorare: “io ho la stessa voglia di spaccare il mondo di prima … nessuna”

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Luca Vecchi, Matteo Corradini e Luigi Di Capua, in arte The Pills, sono un gruppo di youtuber romani famosi per la loro comicità surreale in bianco e nero, spesso attorno ad un tavolo in compagnia di sigarette e caffè, che hanno davvero spopolato sul tuboe sui social.

Ironici, graffianti, irriverenti e critici, questi sono i primi aggettivi che mi vengono in mente quando si parla dei Pills. Come molti altri youtuber (vedi i vari Frank Matano, Willwoosh, Favij eccetera) anche loro sono sbarcati sul grande schermo con il film di cui parlerò oggi ovvero The Pills – Sempre meglio che lavorare” (2016) diretto dallo stesso Luca Vecchi.

Prima di tutto, però, faccio una piccola precisazione. So anche io che i Pills danno il loro meglio sul piccolo schermo, tenete conto che sono partiti dal web ed ora li vedete da Michele Santoro, ma comunque non sono neanche troppo d'accordo con le tante critiche che ho letto su questo film.

Probabilmente sarò un po' di parte, ma mi piace molto la loro comicità, le loro citazioni ed in generale tutto il loro lavoro e non finirò mai di ringraziare le mie amiche che me li hanno fatti conoscere (ciao Bea, Silvia e Diana). Beh, direi che ho disquisito abbastanza e quindi è ora di parlare della trama.

Luca, Matteo e Luigi sono tre amici che si conoscono sin da quando erano piccoli, praticamente la versione in miniatura di loro da adulti con tanto di barba finta e occhialoni, e già erano abbastanza disillusi e nichilisti nei confronti del mondo che li circondava.

Sempre scazzati e più propensi a rinchiudersi in casa a conversare la tavolo i tre passano così la loro infanzia finché non si ritrovano a circa 30 anni e sono ancora inchiodati lì. Nessun lavoro, nessuna voglia di prendere in mano la propria vita, nessun futuro,, ma le cose cambieranno inevitabilmente.

Luca, l'intellettuale del gruppo, propone di aprire un Bangla (un piccolo negozio gestito dagli immigrati del Bangladesh che vende un po' di tutto a poco prezzo), ma viene “attaccato”dagli amicie da lì la situazione precipita rapidamente.

Il padre di Matteo, quello un po' più trasandato e anticonformista, sta attraversando una strana crisi di mezza età con tanto di atteggiamenti hipster come postare le foto dei piatti su Instagram, aprire un coworking, inseguire il sogno di Berlino e comincia ad indossare camice a scacchi ed occhialoni.

Sulla stessa lunghezza d'onda anche Luigi non se la passa affatto bene. Dopo che un ragazzo gli ha chiesto una sigaretta per strada dandogli del “lei” Luigi crolla in una sua personale crisi di mezza età a neanche 30anni rimpiangendo gli anni spensierati e ribelli della contestazione adolescenziale.

Ritorna infatti al liceo per fare occupazione, ripristina una saletta prove nel garage e tratta Luca e Matteo come se fossero i suoi genitori invece che i suoi coinquilini nonché amici.

Esasperato dalla situazione paradossale Luigi convince Matteo a seguirlo ad una festa ed è lì che conosce Giulia (Margherita Vicario), un'affascinante ragazza sopra le righe che lo porterà nel mondo del precariato.

La pellicola abbonda di citazioni, come lo stallo alla messicana de Le Iene” e Carmelo Bene, e cameo non da poco. Tra i cameo spiccano infatti quelli di Giancarlo Esposito (il Gustavo Fring della pluripremiata serie Breaking Bad) nel ruolo del capo della comunità romana dei bangla, dell'imitatrice e comica Francesca Reggiani nei panni della madre di Matteo e dell'amico Betani già presente in molti loro video.

Detto questo possiamo passare alla colonna sonora. Spiccano le malinconiche, ma irresistibili, “Gaetano” del cantautore Calcutta e “Promiscuità” dei Thegiornalisti accompagnate dalla dolcissima ed eterea “Everyday” di Lara Martelli. Le altre canzoni, come “Kitchen Song”, “The Glass”oppure “Solid Wave”, sono opera del compositore romano di colonne sonore per cinema e televisione Federico Bisozzi (Forse sono io”, “Esami – La serie”, “Zio Gianni)

In conclusione, magari non sarà il film della vita, e non credo che sia partito con questo scopo, ma vale comunque la visione perché mostra alcune delle contraddizioni tipiche di una post – adolescenza che sembra non voler finire mai.

Si vorrebbe cambiare tutto restando fermi, partire senza più voltarsi, rimanere con chi ci ha reso felici e così via. Non è facile per nessuno, ma in un modo o nell'altro bisogna andare avanti cercando di non prendersi troppo sul serio, ma neanche abbandonandosi ai comportamenti infantili più sfrenati. A volte bisogna solo fermarsi un attimo, cambiare quel minimo, e vedere cosa succede.

 

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Tags: Calcutta/Vanni Versini/Le Iene/Thegiornalisti
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