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Il ragazzo di campagna: “eh beh, insomma, il treno è sempre il treno”

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Vi trovate bene nella vostra città, piccola o grande che sia? Vi capita di avere dei giorni in cui non c'è assolutamente nulla da fare se non guardare fuori dalla finestra o stare seduti al parco?

Se sì, allora questo film potrebbe fare al caso vostro. Siamo nello sperduto Borgo Tre Case, il nome è già un programma, nella campagna lombarda.

Un paesello che conta solamente una manciata di case, la chiesa e naturalmente i campi che si estendono a perdita d'occhio. Di giovani non ce ne sono più tanti come un tempo, a parte un paio, ed il paese è pieno di anziani.

Tra questi "giovani" c'è anche l'insoddisfatto contadino Artemio (Renato Pozzetto) che vive con la premurosa madre (Clara Colosimo) nella casa dov'è nato e cresciuto dividendo la stanza con un pinguino, per farvi capire quanto fa freddo la mattina, che vive nel suo armadio.

Le giornate di Artemio trascorrono tutte uguali e senza mai un'emozione. Ci si alza presto, si va al lavoro nei campi, dove gliene capitano una dietro l'altra, e poi si ritorna in paese. Lì si può addirittura scegliere se tornare direttamente a casa oppure, con gli anziani del paese muniti di sedie, fermarsi ad aspettare il passaggio del treno. Non credo che la memorabile scena, che vedete anche in foto, necessiti di una rinfrescata di memoria.

Comunque sia la madre vorrebbe sistemarlo con con la brufolosa figlia del vignaio, tale Maria Rosa (Sandra Ambrosini), ma lui non ne vuole proprio sapere della ragazza neanche quando, al suo quarantesimo compleanno, lei gli ha portato la torta.

"Quarant'anni sono l'ultima spiaggia per un uomo", quarant'anni come il castagno che il padre di Artemio piantò in giardino, ed il nostro protagonista non ha voglia di fare la stessa fine dell'albero. Piantato lì senza mai muoversi, come lui che non ha fatto neanche il militare.

Artemio vuole dunque andarsene di lì per cercare fortuna in città inseguendo il sogno americano del "self made man" ("non devi mica farti da solo, ti fa male, poi ti vengono le occhiaie") di successo.

Il posto più vicino dove poter andare, con sommo dispiacere della madre che comunque cerca di capire il figlio, è Milano, ma per fortuna Artemio non è del tutto solo in questa avventura.

Ad attenderlo c'è il flatulente cugino Severino Cicerchia (Massimo Boldi) che dice di avere una sua personale ditta, ma in verità è solo un ladruncolo che coinvolge anche Artemio in un paio di improbabili scippi ad un'anziana e ad una bella ragazza.

Fortunatamente il nostro protagonista capisce che il cugino è solo un delinquente e decide di restituire la borsa alla bella ragazza. Lei si chiama Angela Corsi (Donna Osterbuhr) ed è la classica impiegata milanese che molti immaginano a partire dal senso comune oppure dalle varie parodie e prese in giro sul web.

Inutile dire che il nostro buon contadino s'innamora subito di lei, ma ora che non è più nelle grazie del cugino deve pensare a trovare un lavoro ed una sistemazione al più presto.

Per quanto riguarda la sistemazione Angela gli suggerisce un costoso e moderno mini – appartamento che Artemio decide di prendere al volo. Inutile dirvi che la scena del "taaac" è ormai entrata nella storia della comicità italiana e non ha, di nuovo, bisogno di alcuna presentazione.

Ora che la sistemazione è a posto, anche se la madre non gradisce molto le compagnie femminili del figlio e lo stile di vita cittadino, c'è da pensare a trovare un lavoro.

Tra le varie occupazioni in cui Artemio tenta di cimentarsi c'è l'accompagnatore per un non vedente (Enzo Cannavale) che lo porta in un cinema a luci rosse dove gli fa descrivere le scene erotiche sullo schermo, l'attore per un piccolo spot pubblicitario del detersivo (il classico "scusi, cambierebbe il suo detersivo con uno qualunque") e perfino l'assicuratore, ma tutto ciò è far andare su tutte le furie il direttore della ditta (Franco Diogene).

In tutte queste sue peripezie lavorative, e non solo, sono presenti inoltre numerosi volti dello spettacolo e della televisione dell'Italia degli anni '80 come Jimmy il Fenomeno, Pongo, Enzo Garinei e così via.

Mano a mano che passano i giorni Artemio sembra rendersi sempre più conto che la città e la bella impiegata non fanno per lui che, alla fine, sa di essere solo un contadino. Cosa deciderà il nostro protagonista?

Questa, in pochissime parole, è la trama de "Il ragazzo di campagna". Pellicola cult diretta da Castellano e Pipolo nel "lontano" 1984 è oramai un pilastro della risata italiana, merito soprattutto della comicità grottesca e semplice di Pozzetto, ormai entrato anche nel nostro quotidiano grazie alla sua "allegra ironia" nei confronti della modernità.

Non per niente il duo artistico Castellano e Pipolo ha girato cult del calibro di "Attila flagello di Dio", "Segni particolari: bellissimo", "È arrivato mio fratello", "Grandi magazzini" e "Ci hai rotto papà" che chi scrive queste righe ricorda e cita con affetto.

D'accordo, non sarà certo un cinema impegnato e/o poetico come quello di Federico Fellini, ma è una pellicola che sa ancora strappare delle risate e che andrebbe rivista se ne capita l'occasione. Va poi detto che, a fine settembre grazie ad una pagina Facebook, Renato Pozzetto e circa quattrocento persone si sono recati nelle campagne di Carbonara al Ticino ("Borgo Tre Case") per vedere il passaggio del mitico treno.

Per quanto riguarda la colonna sonora il film ruota attorno alle musiche del compositore Detto Mariano (ha collaborato anche con artisti come Lucio Battisti, Mina, Adriano Celentano, I Ribelli, Camaleonti e così via oltre che svariati film) dove spicca la scanzonata "Beato te contadino" cantata da Patrizia Tapparelli.

Sperando di avervi invogliato a rivedere questo cult della commedia italiano io andrei a mangiare. Mi aspetta del delizioso tonno in scatola con grissini per tagliarlo, taaaaaac!

 

Vanni Versini – Onda Musicale

 

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Tags: Adriano Celentano/Vanni Versini/Federico Fellini/Camaleonti/Mina/Lucio Battisti
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