Soundtrack

Paura e delirio a Las Vegas: il viaggio più allucinante di sempre

|

Eravamo dalle parti di Barstow, ai confini del deserto, quando le droghe cominciarono a fare effetto”, queste le parole di uno stravagante personaggio ed il suo compare in una macchina diretta a tutta velocità verso Las Vegas. Tutto questo prima che il cielo si riempia di pipistrelli”.

Con questa frase comincia il film per l’appuntamento settimanale di Soundtracks. Sto parlando di “Paura e Delirio a Las Vegas” del 1998 diretto da Terry Gilliam, già regista di film come La leggenda del re pescatore e L’esercito delle 12 scimmie oltre che con i Monty Python, con Johnny Depp e Benicio del Toro come protagonisti. 

Depp e del Toro interpretano, in ordine, i bizzarri personaggi di Raoul Duke, altri non è che lo scrittore – giornalista Hunter S. Thompson, ed il suo amico avvocato Dott. Gonzo, Oscar Z. Acosta, diretti in un folle viaggio di lavoro verso il deserto di Las Vegas nel 1971.

Qui Duke deve scrivere un articolo su di una corsa sportiva, ma la macchina dei due è piena di droghe assortite quindi il “viaggio” assume tutta un’altra folle connotazione tra allucinazioni, paranoie ed altri astrusi personaggi che si inseriscono nella vicenda.

Vicenda, tra l’altro, tratta dal romanzo semi – autobiografico Paura e Disgusto a Las Vegas (1971) di Hunter S. Thompson, “inventore” anche del cosiddetto “gonzo journalism” oltre che ispiratore di Johnny Depp per questo film.

L’attore, infatti, indossa vestiti ed accessori dell’autore oltre ad aver vissuto a stretto contatto con lui per mesi al fine di carpire il modo di muoversi e parlare.

Immedesimazione tale che, alla morte dello scrittore avvenuta il 20 febbraio 2005, lo stesso Depp ha provveduto a tutte le spese per il funerale più l'esecuzione delle ultime volontà.

E cioè, che le sue ceneri fossero sparate in aria da un cannone di 45 metri.  I personaggi di Duke e Gonzo continuano a popolare, ancora oggi, l’immaginario collettivo grazie alla vastissima rete che è la cultura pop.

Basti pensare a come i due compaiano nella puntata dei Simpson's Viva Ned Flanders (titolo che a sua volta cita il pezzo Viva Las Vegas di Elvis Presley) guidando la decapottabile del film.

Oppure a come gli Avenged Sevenfold abbiano pensato di omaggiarli con la canzone Bat Country riferendosi ad una delle scene iniziali della pellicola in cui i due, sotto effetto delle droghe, cominciano a vedere pipistrelli ovunque.

Citando Duke“Ricordo che dissi qualcosa tipo "Sento la testa leggera… vorresti guidare tu?" D'un tratto ci fu un terrificante ruggito intorno a noi, e il cielo si riempì di cose che sembravano enormi pipistrelli stridenti in picchiata sulla nostra macchina… e un voce urlava "Santo iddio cosa sono questi maledetti animali?!”.

Inoltre, in omaggio a quegli anni in cui, parte fondamentale, era la psichedelia unita all’uso di droghe vi è un riferimento a Lucy in the Sky with Diamonds dei Beatles nel descrivere una ragazzina conosciuta da Gonzo.

Da ricordare che la canzone, per ammissione di Paul McCartney, era un riferimento all’allucinogeno LSD, molto in voga negli anni '60 e '70.

La colonna sonora è, infatti, perfettamente in linea con il periodo a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 con brani che si riferiscono più che direttamente all’uso degli stupefacenti.

Tra queste spicca la trilogia di A Drug Score, opportunamente divista in Acid Spill, Adrenochrome, The Devil’s Dance e Flashbacks, ad opera del compositore Tomoyasy Hotei e del percussionista e session man, Elton John e Pink Floyd per dirne un paio, Ray Cooper.

Altri pezzi del genere sono For Your Love degli Yardbirds, gruppo in cui militarono chitarristi come Eric Clapton, Jeff Beck e Jimmy Page, e Combination of the Two dei Big Brother and the Holding Company prima dell’esordio solista di Janis Joplin.

Sempre prima dell’esordio solista, in questo caso sto parlando di Neil Young, compare anche Expecting to Fly dei Buffalo Springfield.

Vi è anche il menestrello del folk per eccellenza, Bob Dylan, con la surreale Stuck Inside of Mobile with the Memphis Blues Again.

Tra i pezzi va sottolineata la presenza di due classici immortali dei Jefferson Airplane quali White Rabbit e Somebody to Love.

La prima si sente dalla radio del Dottor Gonzo immerso nella vasca da bagno dove chiede a Duke di gettare la radio nella vasca, con lui dentro, appena sente le fatidiche parole “white rabbit”.

La seconda, invece, in un locale di San Francisco chiamato Matrix, locale dove esordì il gruppo, compaiono gli stessi Jefferson Airplane che cantano il brano.

Nel bagno del locale vediamo anche un cameo di Flea, bassista dei Red Hot Chili Peppers, nei panni di un hippie strafatto assieme a Duke.

Non mancano pezzi pop come She’s a Lady di Tom Jones, ma la ciliegina sulla torta è la conclusiva cover, in versione punk, di Viva Las Vegas da parte dei Dead Kennedys.

Queste ed altre canzoni condiscono un film interessante, fuori dagli schemi e, in alcune parti, anche divertente.

Una pellicola che consiglio agli amanti del periodo e che vogliono approfondire una delle figure di spicco della controcultura americana al pari di Bukowski, Kerouac e Burroughs.

Buona visione e occhio ai pipistrelli.

 

Vanni Versini – Onda Musicale 

— Onda Musicale

Tags: Elton John/Pink Floyd/Paul McCartney/Neil Young/Jimmy Page/Red Hot Chili Peppers/Jefferson Airplane/Elvis Presley/Tom Jones/Janis Joplin/Vanni Versini/Eric Clapton/Avenged Sevenfold/The Beatles/Yardbirds/Jeff Beck/Buffalo Springfield/Bob Dylan/Flea/Johnny Depp
Segui la pagina Facebook di Onda Musicale
Leggi anche

Altri articoli