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Profondo Rosso: sulle note del brivido

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Un’inquietante "nenia" infantile è il tema di un misterioso delitto al quale segue la preparazione di un brano musicale per una piccola orchestra, intervallati dal tema principale del film, sono le prime musiche che coinvolgono subito lo spettatore nella torbida vicenda di "Profondo Rosso".

Durante un congresso di parapsicologia a Roma, la sensitiva Helga Ullmann, individua un assassino tra gli spettatori percependone l’aura di malvagità e la sete di sangue.

Tu hai già ucciso e sento che ucciderai ancora, queste le parole pronunciate dalla terrorizzata sensitiva alla conferenza.

Tornata a casa viene brutalmente uccisa dal misterioso assassino e gli unici testimoni sono il pianista Marc Daly (David Hemmings) e l’amico alcolista Carlo (Gabriele Lavia).

Il primo decide di indagare e, proprio per questo, egli finirà al centro di una spirale di sangue ed orrori, che si pensavano dimenticati, nella Roma degli anni ’70. Orrori che coinvolgeranno anche gli altri sensitivi.

Durante l’indagine Marc si farà aiutare dall’intrepida giornalista Gianna Brezzi (Daria Nicolodi, all’epoca compagna di Argento) per salvare gli altri sensitivi presenti alla conferenza.

Purtroppo anche l’assassino è sulle sue tracce e la polizia non sembra essere di troppo aiuto, saranno dunque Marc e Gianna a schierarsi contro il misterioso assassino rischiando le proprie vite per svelare un macabro segreto. Un segreto che, forse, avrebbe dovuto rimanere tale.

Questa è, in breve, la trama di Profondo Rosso (1975) quinto film di Dario Argento che è diventato un vero e proprio cult del thriller italiano, ma il vero piatto forte è la colonna sonora firmata dai Goblin.

Argento, inizialmente, aveva pensato a gruppi come Emerson, Lake & Palmer e Pink Floyd, ma a causa del costo dei primi e la registrazione di Wish You Were Here dei secondi, il progetto venne annullato.

Il suo produttore di fiducia, Carlo Bixio, gli propose dunque la demo degli allora sconosciuti Cherry Five, altri non erano che il primo embrione dei Goblin.

Le melodie progressive del gruppo vennero integrate dalle composizioni di stampo jazz di Giorgio Gaslini. La musica dei Goblin, così come la componente horror e thriller, è entrata nel modus operandi del registra romano nonostante i vari dissidi legali per il monicker del gruppo in seguito (la colonna sonora di Phenomena ne è un buon esempio).

Da ricordare che anche altri registi si affidarono alla collaborazione con gruppo progressive rock italiani per le musiche delle loro pellicole.

Un esempio classico è il poliziottesco “Milano calibro 9 (1972) di Fernando Di Leo. Il regista, per la pellicola, si avvalse dei partenopei Osanna e dei New Trolls (un brano) assieme alle musiche del maestro argentino Luis Enrique Bacalov.

Ma torniamo alla colonna sonora di Profondo Rosso. La pellicola, così come l’esordio omonimo dei Goblin, contiene sette tracce che evidenziano in maniera eccelsa l’ansia ed il pathos che si respira durante tutta la visione del film. Elementi imprescindibili per lo sviluppo di un buon thriller.

La prima, e la più famosa, è per l’appunto Profondo Rosso con il celebre giro di tastiera di Claudio Simonetti. Simonetti usò anche un vero organo a canne, decine e decine, per creare il maestoso passaggio in Profondo Rosso dato che fu molto colpito dalle performance degli Emerson, Lake & Palmer.

Organo usato fino al film Tenebre, sempre di Dario Argento, del 1982. Il compianto tastierista (leggi l'articolo) è sempre rimasto un punto fermo nell'ispirazione di Simonetti e di Argento.

Keith Emerson, infatti, aveva composto per Argento la colonna sonora, Mater Tenebrarumtra i brani più memorabili, per il film Infernodel 1980.

Tornando a Simonetti, egli aveva preso ispirazione anche da Tubular Bells del polistrumentista inglese Mike Oldfield per le musiche. Molti infatti avevano notato la somiglianza tra gli intrecci della tastiera di Simonetti e le composizioni del maestro Oldfield.

Il brano è stato ripreso anche dal Simonetti Horror Project, uno dei suoi vari progetti come i Daemonia, aggiungendo un testo cantato ed una melodia più pop.

Tra gli altri aneddoti ricordiamo gli scherzi che gli altri Goblin facevano al chitarrista Massimo Morante. Prima dei concerti erano soliti scordargli la sua chitarra acustica a 12 corde, chitarra il cui arpeggio serviva all’introduzione del brano più famoso del gruppo e del film.

Segue Death Diescon la batteria di Agostino Marangolo in primo piano assieme al piano del fratello Antonio Marangolo. Segue l’inquietante, e progressiva, Mad Puppet con la trascinante linea di basso di Fabio Pignatelli che caratterizzava anche la prima traccia.

Stacchi jazz e prog caratterizzano invece la frenetica Wild Session mentre l’assolo indiavolato di Massimo Morante e le rullate frenetiche di Walter Martino si esprimono appieno in Deep Shadows.

L’inquietante nenia infantile all’inizio della pellicola, School at Night, e la fiabesa Giannacon tinte jazz sono i brani più brevi (siamo intorno ai due minuti) e melodici della pellicola dimostrando tutta la versatilità, la tecnica e naturalmente la bravura dei Goblin. Gruppo che, con questo film, hanno dato inizio alla lunga collaborazione con il regista romano.

Il disco è disponibile anche in versione rimasterizzata (2005) con demo e brani aggiunti. Brani indimenticabili che vi faranno rabbrividire ancora una volta ed apprezzare il genio compositivo dei Goblin e dell’Argento di quegli anni.

Pellicole, registi e musiche che definirono un’era del cinema italiano facendolo diventare famoso, ed apprezzato, in tutto il mondo. Giunto a questo punto non mi rimane altro che augurarvi buona visione e buoni brividi.

 

Vanni Versini – Onda Musicale 

— Onda Musicale

Tags: Dario Argento/Agostino Marangolo/New Trolls/Antonio Marangolo/Keith Emerson/Fabio Pignatelli/Lake & Palmer/Vanni Versini/Profondo rosso/Goblin/Pink Floyd/Osanna/Wish You Were Here/Claudio Simonetti/Mike Oldfield/Inferno/Emerson/Massimo Morante
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