Soundtrack

Pulp Fiction: Violenza, ironia e un po’ di redenzione

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Non odi tutto questo? – odio cosa? I silenzi che mettono a disagio. Perché sentiamo la necessità di chiacchierare di puttanate per sentirci più a nostro agio? Domanda che Mia Wallace, una dei nostri protagonisti del film di oggi pone al suo interlocutore, Vincent Vega, mentre si godono la cena seduti in un locale kitsch arredato in stile anni 50.

Ma qui siamo ormai nel vivo della nostra storia, facciamo un passo indietro e cerchiamo di partire dall'inizio.

Avete capito di che film stiamo parlando? Di Pulp Fiction ovviamente. Pellicola del 1994, probabilmente l'opera più conosciuta di Quentin Tarantino, ( altri suoi lavori sono ad esempio Le Iene, Django Unchained, e il recente The Hateful Eight) vincitrice della palma d'oro al Festival di Cannes del 1994 e del premio per la miglior sceneggiatura originale agli Oscar del 1995. Ma bando alle ciance e cominciamo.

I primi personaggi che ci vengono presentati sono una coppia di rapinatori, lui interpretato da Tim Roth e lei da Amanda Plummer, che discutono animatamente mentre si godono la colazione in una caffetteria. Dopo aver deciso che il prossimo colpo sarà proprio il locale in questione, si baciano e dicendosi: “ti amo zucchino mio”, “ti amo coniglietta”, danno inizio della loro impresa: si alzano, tirano fuori le armi e… scusate, cambio di scena, ancora non è dato sapere come si concluderà il fattaccio.

Eh si perchè la pellicola ci farà fare diversi salti da una parte a un'altra della storia, ma poi i vari intrecci ci saranno via via più chiari. Ed è sulle note di Misirlou che compaiono sullo schermo i titoli iniziali e quello del nostro film a caratteri cubitali.

La musica però poi cambia, come se qualcuno stesse sintonizzando una radio su un'altra stazione. È qui che facciamo la conoscenza di altri due protagonisti, Jules Winnfield (Samuel L. Jackson) e Vincent Vega (un John Travolta che torna alla ribalta) vestiti in giacca e cravatta, a bordo di un'auto, che chiacchierano del più e del meno: degli hashish bar di Amsterdam, delle patatine che gli europei amano affogare nella maionese, ma sopratutto…il Royal con formaggio. Tutto “normale”, se non fosse che poco dopo accostano e recuperano le armi dal bagagliaio, facendoci apparire chiaro quale sia il loro lavoro.

I due sono diretti in un appartamento per sistemare una “questione”: recuperare una valigetta che è stata sottratta al loro capo Marsellus Wallace. (Valigetta di cui per altro non scopriremo mai il contenuto, ma che sembra di estrema importanza. Un “McGuffin” insomma.)

Le cose si fanno sempre più assurde: i due bussano ed entrano nell'abitazione, dove li “accolgono” tre ragazzi, intenti a fare una colazione a base di hamburger, “la colonna portante di ogni colazione vitaminica”. Già, e il nostro Jules che ha un sacco di umorismo, dopo essersi intrattenuto, aver bevuto la Sprite di Brett, – uno dei malcapitati – pone la domanda fatidica:dove è la roba? Ecco che Vincent alla ricerca tra gli sportelli della cucina trova la misteriosa valigetta.

È allora giunto il momento di concludere: dopo aver recitato il passo biblico – che non esiste realmente, per la cronaca – Ezechiele 25:17, tanto amato da Winnfield, i due scaricano i caricatori sul povero Brett. Ecco, anche qui per il momento, la scena si conclude lasciando spazio sullo schermo a scritta introduttiva della vicenda a cui presto assisteremo, “Vincent Vega e la moglie di Marsellus Wallace.” Ci viene così introdotto un altro personaggio, (interpretato da Bruce Willis), Butch, un pugile ormai agli ultimi anni della sua carriera, in compagnia di Marsellus (Ving Rhames) , che ancora non riusciamo a vedere in volto. Quest'ultimo sta pagando il pugile perchè gli garantisca di perdere il prossimo incontro. Dopo aver concluso l'affare, compaiono nel locale i nostri due “galantuomini”, -Jules e Vincent- che non indossano più però giacca e cravatta, bensì T-shirt e pantaloncini, sembrando alquanto ridicoli.

Ma la scena cambia in fretta, veniamo catapultati in un salotto con una donna che discute di piercing insieme ad un'amica; c'è anche Vince nella stanza, infatti l'uomo è a casa del suo spacciatore Lance (Eric Stolts) per comprare dell'eroina, e la donna “con le schifezze in faccia” è la moglie. Questa è la sera in cui mister Vega porta a spasso Mia (Uma Thurman) la moglie di Marsellus, che gli ha appunto ordinato di farle compagnia. Giunto a casa della donna, – una sexy cocainomane – dopo qualche istante di attesa, si dirigono al Jack Rabbit Slim's il locale anni 50 che vi ho accennato all'inizio. Tra i tavoli si aggirano le sosia di Marilyn Monroe e uno Steve Buscemi che interpreta Buddy, il cameriere che servirà la coppia. La serata prosegue discutendo del più e del meno: della mancata carriera d'attrice di lei- che ha infatti recitato in un episodio pilota di una serie mai realizzata, le “Fox for Five”, ormai chiaro riferimento a Kill Bill, – o di questioni filosofiche, e dopo essere andata in bagno ad “incipriarsi” il naso ed essersi gustati la cena, viene annunciata la gara di twist. La donna che ha voglia di ballare, obbliga il suo accompagnatore a partecipare con lei.

Quindi dopo essersi esibiti sulle note di you never can tell, rientrano a casa danzando con il trofeo in mano. Vincent se ne va in bagno – ricordatevi questa cosa: ogni volta che si ritira nella toilette succede sempre qualcosa di male – e mentre è intento in un monologo davanti allo specchio sull'essere leali, ovvero non portarsi a letto la moglie del capo, Mia ha trovato l'eroina nelle tasche del cappotto dell'uomo, e pensa bene di darci una sniffata. Tornato il salotto il nostro gentleman la trova riversa nella bava e coperta dal sangue che le esce dal naso.

In preda al panico la carica in macchina e si dirige a tutta velocità verso casa di Lance. Dopo comici battibecchi l'uomo decide di dare una mano e, armati di speranza ma sopratutto di siringa con la dose di adrenalina, infilzano la donna dritta al cuore, che si sveglia all'istante urlando.

Dopo aver riportato Mia a casa, Vincent, le manda un bacio da lontano e se ne va. Tutto è bene quel che finisce bene, no?. La cinepresa però adesso non solo ci porta ad un altro episodio ma siamo nei lontani anni 70, nei sogni di Butch, il giorno che da bambino, ha ricevuto l'orologio di suo padre – morto nella guerra del Vietnam – dal Capitano Koons (interpretato da Christopher Walken), compagno d'armi dell'uomo.

Quell'orologio era stato conservato per ben 5 anni nel sedere di suo padre prima che morisse di dissenteria e ora, il capitano lo sta portando a lui. Il sogno finisce e il nostro atleta si sveglia sudato, in una stanza, pronto per andare sul ring. Ricordate il famoso incontro truccato? Qualcosa è andato un po' diversamente rispetto agli accordi perchè la radio parla di un pugile morto e di un altro che se l'è filata.

E quello che se la fila è chiaramente Butch, che infatti si sta lanciando da una finestra per prendere in tutta fretta un taxi, che lo condurrà in un albergo dove lo attende Fabienne (Maria de Medeiros) la sua ragazza. La notte trascorre tranquilla, ma il mattino ha in serbo una brutta sorpresa per lui.

Si rende infatti conto che Fabienne non ha preso l'orologio, e malgrado sia consapevole gli stiano dando al caccia, decide di tornare nel suo appartamento. Giunto sul posto tutto sembra tranquillo. Ma qualcosa lo blocca, una mitraglietta sul pianale della cucina. Imbracciata l'artiglieria, al suono dello sciacquone del water, chi ti esce dal bagno? Ovviamente Vincent, che questa volta va incontro alla sua fine. Sembra andare tutto per il meglio, Butch a bordo della sua auto, con il suo amato orologio, sta per tornare dalla sua fidanzata ma chi gli attraversa la strada mentre è fermo al semaforo? Marsellus Wallace che chiaramente lo riconosce. Il pugile spaventato compie la scelta più “logica”: lo investe, finendo però per schiantarsi contro un'altra auto.

I due feriti iniziano a rincorrersi, Marsellus lo insegue sparando praticamente a casaccio, e Butch si rintana in un negozio dei pegni dove trascina il suo inseguitore per cominciare a picchiarlo dritto in faccia con ferocia. Ormai convinto di averla scampata viene invece interrotto dal negoziante, che lo colpisce dritto in testa e lo stende.

Il risveglio ahimè non è dei migliori: i due si trovano legati ad una sedia con una ball-gag infilata in bocca. Oltre al capellone che era dietro al banco, si aggiunge un altro uomo, Zed (Peter Greene) e le cose non si mettono bene per i nostri amici. Infatti i due sequestratori hanno intenzione di "divertirsi col loro didietro" , e dopo una “allegra conta” il primo ad essere scelto è Marsellus. I tre si spostano quindi in un'altra stanza lasciando un uomo “sigillato” in tuta di pelle a badare a Butch, che però riesce a liberarsi e a fuggire.

Ma preso forse dal senso di colpa per la fine infame che il suo compagno d'avventura stava subendo, decide armato di katana di tornare indietro. Dopo aver fatto a “fettine” uno dei due pervertiti, lascia Zed a Wallace, che non vede l'ora di vendicarsi: ha in serbo una cura medievale per il suo culo. Marcellus ora ha chiuso il suo debito con il pugile e gli permette di andarsene purchè lasci Los Angeles. Butch quindi se ne va a bordo della moto – o per essere precisi a bordo del chopper – di Zed parcheggiata proprio fuori dal negozio, dirigendosi finalmente da Fabienne, per lasciare così insieme la città.

Passiamo ora alla “situazione Bonnie”. Siamo tornati alla fatidica mattina in cui Vincent e Jules stanno per uccidere Brett, ma siamo nel bagno dell'appartamento, dove un ragazzo sta ascoltando armato e tremante il temuto passo biblico, quando prende coraggio ed esce, scarica tutti i proiettili sui due sicari senza però colpirli manco di striscio, segnando così la sua fine. I due allora ripartono con l'unico ragazzo ancora integro della stanza, Marvin, solo che durante il viaggio, a Vince -intento a parlare animatamente con la pistola rivolta verso il sedile del sopravvissuto, – parte un colpo dritto in faccia al poveretto. Ottimo, ora sono sulla strada in pieno giorno, con pezzi di cervella sparsi su tutti i finestrini.

Jules chiama quindi il suo amico Jimmy (Quentin Tarantino) chiedendo di portare la macchina nel suo garage. Ecco, Bonnie è la moglie di Jimmy, che presto sarà a casa dal lavoro e chissà come potrebbe reagire viste le circostanze? Quindi, bisogna rimboccarsi le maniche e sistemare il casino. Marsellus avvisato della situazione manda il “risolutore” per eccellenza, Mr Wolf (Harvey Keitel) che dopo aver intimato a Vince e Jules di ripulire la macchina, porta l'auto dal suo amico Joe, lo sfasciacarrozze, per farla scomparire, insieme ai resti di Marvin.

I due killer ora ripuliti e vestiti con T-shirt e pantaloncini – già, proprio quelli con cui li abbiamo visti un po' di scene fa – decidono di andare a fare colazione, all'Howthorne Grill, la caffetteria dove zucchino e coniglietta tenteranno la rapina annunciata nelle sequenze iniziali. Dopo una discussione in merito alla carne di maiale e al miracolo a cui Jules è certo aver assistito – ovvero il fatto che nessun proiettile li avesse fatti secchi quella mattina – Vincent si ritira in bagno. Eh, ormai sappiamo che è un brutto presagio. Infatti è proprio adesso che la coppia di rapinatori da inizio allo show intimando ai clienti di dare loro i portafogli.

Arrivato da Jules il ladro pretende però anche la valigetta, ma si sa chi troppo vuole… Winnfield riesce a distrarlo, bloccarlo, e lo costringe a lasciare la pistola. Tra le grida di Yolanda – la rapinatrice – isterica, e Vincent che nel frattempo è uscito dal bagno, Jules decide di essere clemente, e recitando il suo amato passo biblico riflette per la prima volta sul suo possibile significato. E a fatica, convinto ormai ad intraprendere una vita diversa in seguito “all'intervento divino”, quel giorno gli risparmia la vita, sceglie di essere, con grande fatica, il buon pastore e non la tirannia.

La pellicola che ho appena descritto, è tra i miei film preferiti ed ha anche una colonna sonora degna di nota, come tutti i film di Tarantino del resto. Si spazia dal funk, alla surf music, al rock and roll e al blues, ma non solo. Dalla indimenticabile Misirlou di Dick Dale & his Del Tones, al brano che si “sintonizza” subito dopo alla radio, Jungle Boogie dei Kool and the Gang. La voce soul poi di Al Green con Let's Stay together che accompagna la scena di Marsellus mentre discute con Butch dell'incontro, e la surf-band i The Tornadoes con Bustin' Surfboards. Molto malinconica poi la traccia che fa da sottofondo al Jack Rabbit Slim's durante la cena di Mia e Vince, Lonesome Town di Ricky Nelson. Restiamo negli anni 60 ancora con il pezzo di Dusty Springfield, Son of a Preacher man- che si sente in casa di Mia la sera dell'appuntamento con Vincent – e Bullwinkle Part II dei The Centurians, il giusto sound per il viaggio di Vince in trip da eroina.

Beh, non dimentichiamo poi il famoso ballo tra Travolta e la Thurman accompagnato dalle note di You Never Can Tell di Chuck Berry. Tanti ancora gli artisti che hanno contribuito alla nostra Soundtrack, come la band alternative rock, gli Urge Overkill con Girl, You'll Be a Woman Soon, e Maria Mckee con If the Love Is a Red Dress, che fa invece da sottofondo durante la rissa tra Butch e Marcellus al negozio di pegni, e le note di Comanche dei The Revels . Siccome non ci facciamo mancare niente, anche il country dei The Statler Brothers è presente con Flowers on the wall, – ascoltata alla radio da Butch – ed infine coi titoli di coda, chiudiamo con un bel pezzo “surf rock”, Surf Rider dei The lively Ones.

Le canzoni si combinano perfettamente alle scene che scorrono sullo schermo, tra l'assurdità dei discorsi e situazioni tragi-comiche. Non c'è che dire, un film a cui non manca niente, grande il cast, grande la colonna sonora, grande la storia.

Grande Tarantino del resto. Consigliato a chi ama l'eccesso, a chi sa ironizzare anche quando la vita è troppo assurda per essere vera, e a chi ha trovato qualcuno con cui godersi i silenzi, anche perchè se guardate questo film con qualche chiacchierone accanto che vi disturba, preparate a memoria Ezechiele 25:17 e annunciategli così, la sua fine.

O almeno, è quello che farei io. Godetevelo.

 

Giada Guerini – Onda Musicale 

— Onda Musicale

Tags: Giada Guerini/Pulp Fiction
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